Chapter 46.

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Aver rivisto Niall mi aveva alleggerito da tutti quei ricordi sbagliati e frammentari che avevo, allo stesso tempo però quella stessa visita aveva saputo anche sbattermi in faccia una dura realtà che fino ad allora avevo quasi dimenticato; Niall era si vivo e vegeto, ma chissà per quanto sarebbe rimasto tutto così, in fondo Zayn sarebbe potuto sbucare fuori dal nulla nel quale si era cacciato e cambiare tutto inesorabilmente .

La morte è sempre stata una nemica antica che proprio non riuscivo a capire, era proprio la sua banalità a renderla complicata ai miei occhi; sin da quando Stan era morto io ci pensavo quasi sempre, soprattutto durante i momenti in cui ero più giù di morale, eppure se per tanto tempo non lo avevo visto, cosa mi cambiava sapere che fosse morto?

Mi sentii in colpa perché pur ammettendo di pensarci, non ero più andato a trovarlo, non ne sentivo il bisogno, eppure credevo fosse giusto. I cimiteri, legandosi al discorso della morte, non li capivo nemmeno poi così tanto, ogni tanto passavo di lì e vedevo gente piangere sopra dei cumuli di terra e lastre di marmo o pietra e mi chiedevo come fosse possibile aggrapparsi ad un oggetto per sentire vicino qualcuno che forse non ci ha mai del tutto abbandonati.

Eppure, a pensarci bene, io avevo avuto un incontro ravvicinato con la fine, la mia fine, e non mi era parso nulla di così sconvolgente o doloroso, non per me almeno, sapevo che qualcuno ne avesse sofferto, ma non io; ero arrivato quasi alla certezza che a morire,in realtà, fosse chi sarebbe rimasto in vita perdendo tutto, e forse non ero io già parzialmente morto?

Pensai a Louis, forse anche lui era parzialmente morto nel periodo in giacevo indisturbato nel letto d'ospedale. Ne avevamo passate tante io e lui, e forse ero proprio stato uno stupido ed uno sputasentenze ad affibbiargli colpe che non aveva e a non perdonarlo quando io per primo non mi ero trattenuto dallo scappare via senza nemmeno avvertirlo. Sarebbe stato in grado di perdonarmi?

Gli inviai un messaggio senza pensarci troppo.

"Auguri.." scrissi aggiungendo quei due puntini che sapevo sarebbero valsi una sua domanda. Mi sentivo agitato, nervoso ed il cuore batteva a mille, 'sono proprio un coglione' pensai.

Passarono ore che non videro altro che un me in fibrillazione per una risposta che speravo sarebbe arrivata al più presto.

"Li voglio fatti di presenza gli auguri, altrimenti non li accetto." Rispose lui dopo un tempo che a me parve interminabile, risposi senza rifletterci nuovamente.

"Volevo parlarti proprio di questo.."

"Harry, non hai capito, se mi devi dire qualcosa, qualsiasi cosa, devi dirmela in faccia."

"Dimmi dove e quando." Risposi io fingendomi spavaldo.

"Tra mezz'ora passo a prenderti." Replicò lui.

Restai di sasso di fronte a quella risposta e saltai circa 15 battiti, ma non mi persi d'animo e corsi a prepararmi con l'ansia che mi intrappolava sempre di più fra le sue braccia.

Decisi di mandare un messaggio a Liam riferendogli che stavo per uscire con Louis e che, cosa più importante, gli avrei detto tutto quello che avrei dovuto dirgli in altre occasioni e non feci mai. Mentalmente mi preparai una scaletta e decisi persino il tono che avrei usato durante tutto il mio sermone, mi sentivo pronto, sicuro, deciso.

Impiegai i restanti dieci minuti che mi erano avanzati guardando ossessivamente attraverso lo spioncino della porta e la finestra di fianco a quest'ultima per assicurarmi che non fosse già lì, aggiunsi anche qualche tempestiva controllata al telefono e all'orologio tanto per essere ancora più sicuro. Detestavo ed amavo allo stesso tempo quella sensazione che mi stringeva lo stomaco e non mi faceva ragionare lucidamente, mi sentivo una ragazzina di tredici anni, di nuovo. La testa perennemente fra le nuvole non mi aveva permesso di sentire il campanello suonare ripetute volte.

"Arrivo, arrivo." Urlai correndo per il breve tratto che separava la cucina dalla porta d'ingresso.

"Chi è?" urlai una seconda volta in prossimità della porta.

"Liam." Sentii dire dall'altro lato.

Mi accigliai ed infastidii leggermente, in fondo stavo aspettando Louis e non volevo fare tardi nel caso fosse arrivato.

Aprii la porta incerto: "Entra, che succede?" chiesi io spostandomi di lato per fare entrare il ragazzo. Liam entrò e si sedette subito sul divano prendendosi la testa fra le mani, mi preoccupai.

"Liam, che succede?" chiesi una seconda volta ancor più allarmato di prima.

"Harry, non è possibile.." esclamò lui con tono drammatico.

"Vuoi parlare?! Ho un impegno importante fra un po'." Dissi io innervosito da quello spreco di tempo.

"Niall.." disse solamente lui.

"Che gli è successo?" chiesi io spaventato ricordando le ultime confessione fatte dal biondo.

"Penso che mi stia cominciando a piacere.." disse lui torturandosi i capelli.

Sbuffai e rotai gli occhi, presi posto accanto a lui: "E quale sarebbe il problema?" chiesi allora.

"Non lo so.." rispose lui.

"Lo so che può far paura, soprattutto per te che è una cosa nuova, ma credimi se ti dico che non c'è niente di diverso, anzi, forse è meglio stare con un ragazzo che con una ragazza." Dissi io cercando di rincuorare Liam.

"Solo che è tutto nuovo per me e non so come comportarmi." Disse lui.

"Te lo assicuro, non c'è nulla di diverso, poi Niall è un ragazzo d'oro, forse se gliene parlassi saprebbe aiutarti.." replicai io incerto.

"Forse hai ragione, ma.." cominciò Liam, ma venne interrotto dal campanello che suonò. Mi rizzai in piedi ignorando del tutto il ragazzo sul divano e mi fiondai alla porta.

"Chi è?" chiesi io con il tono calmo più finto di sempre.

"Louis.." sentii rispondere dall'altro lato.

Aprii la porta e sussurrai un "arrivo subito..vuoi, mm, entrare?" chiesi incerto. Louis annuì incerto.

Io corsi in bagno a darmi un'ultima controllata e Louis prese posto accanto a Liam, inizialmente sorpresi entrambi, dopo poco cominciarono a parlare.

Uscii dal bagno cinque minuti dopo, minuti durante i quali mi ero bagnato più volte la faccia con acqua fredda tentando di rimettere a posto i nervi che, nel momento in cui avevo sentito quella voce, erano saltati tutti nello stesso momento.

"Sono pronto.." -dissi io- "Ma Liam?" chiesi subito dopo notando la mancanza del secondo ragazzo.

"E' andato via poco fa." Rispose lui calmo.

"Ah..Io..Io sono pronto." Dissi allora.

"Andiamo?" chiese Louis.

"Si, dove andiamo?" chiesi io mentre ci avviavamo verso l'uscita.

Louis non rispose e si limitò a lasciarmi passare per primo e a chiudere la porta di casa. Salimmo in macchina in silenzio.

"Auguri." Dissi allora io mentre Louis si sistemava la cintura di sicurezza.

Non mi rispose nuovamente e si limitò a guardarmi, sembrava triste ed esausto, io cercai di mantenere quel flebile sorriso che sforzavo di simulare ma invano, sembrava assente, come se non fosse lì in macchina con me.

"Lou?" domandai io preoccupato.

"Mi sei mancato." Disse lui portando lo sguardo da un'altra parte.

"Si..anche tu mi sei mancato davvero troppo." Dissi io sorprendendomi della mia stessa sicurezza nel pronunciare quelle parole che avevo sempre avuto paura, o timore, di dire. Arrossii immediatamente quando Louis tornò a guardarmi. Mi dimenticai del discorso che mi ero preparato nel momento esatto in cui tornai a respirare il suo stesso respiro. 

Una notte. (Larry Stylinson)Where stories live. Discover now