Chapter 12.

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Dopo il concerto, che per molti versi si era rivelato magnificamente pieno di sorprese e di emozioni, andai a mangiare con Louis in un posticino abbastanza tranquillo ed intimo che avevo visto giorni prima. Mandai prima un messaggio a Niall annunciandogli che non sarei tornato per cena, e che, con ogni probabilità, ci saremmo visti nella tarda serata, a sua volta Niall mi rispose che andava bene e che sarebbe tornato anche lui tardi a causa di un appuntamento. 

La cena trascorse tranquillamente, il luogo che avevo scelto era intimo e sapeva di 'casa', anche se, ormai, il mio concetto di 'casa' era cambiato molto. Louis, invece,   era riuscito ad aprirsi, e a farmi aprire, di più, era  strano ma bello allo stesso tempo il modo in cui parlavamo di qualsiasi cosa, nonostante ci conoscessimo da poco, per qualche ragione sembrava che fossimo combacianti, e sono sicuro, Dio se lo sono, che fossimo affini in una maniera incredibile. 

Ed io non potevo ancora dirlo, anche se ne ero certo, che mi faceva stare bene come mai nessuno aveva fatto.

E loro non potevano, e lo sapevo per certo, capire quello che Louis mi dava e mi toglieva con la sua sola presenza.

Verso le otto e dieci io e Louis ci salutammo, mi disse che doveva badare ai suoi fratellini, un maschio ed una femmina, e che doveva andare, io, a malincuore, lo accompagnai alla metro e lo lasciai andare a casa. 

Decisi di prendermi un po di tempo e di passeggiare senza meta, per pensare al pomeriggio passato e a me in generale.

La mia vita era cambiata in poco, pochissimo tempo, avevo fatto moltissime scelte sbagliate che avevano portato a risultati disastrosi, ma adesso le cose sembravano andare per il verso giusto e non potevo che esserne felice. Pensavo a come una mia scelta avesse finalmente dimostrato che ero una persona decisa e determinata, non per nulla ero partito da solo per un posto che non conoscevo nemmeno, ma avevo anche dimostrato, a me stesso prima di tutti, la persona codarda che ero, non per nulla non ero partito in segreto senza dire nulla a nessuno. I miei pensieri non potevano che convergere a me, alla persona a metà che ero, se da un lato era stato semplice, in un certo senso, partire all'avventura, senza nessuna paura capace di fermarmi, da un lato però avevo trovato impossibile dire alle persone che amavo che quella non era la vita che volevo, la vita a cui aspiravo.

Avevo visto con i miei occhi come giusto in una notte, che ad occhi estranei poteva sembrare una normalissima notte, aveva cambiato il flusso degli avvenimenti che i vedevano protagonista, in una notte avevo stravolto la mia vita con un viaggio e in una notte avevo conosciuto Louis.

Questa esperienza, così per darle un nome, anche se altro non era, mi aveva anche aperto gli occhi sulle persone che mi stavano accanto. Molte di esse non mi avevano più cercato, nemmeno per sbaglio su qualche social network da strapazzo, mentre la restante poca parte, quella buona oserei dire, mi aveva sostenuta e appoggiata, non sin da subito, ma si era fidata delle mie scelte. 

Adesso, che sembravo essere in pace con me stesso, avevo realizzato che la frase di Seneca "I mali che fuggi sono in te" era terribilmente vera e mi ci era voluto un viaggio solitario quanto segreto per capirlo. 

Ma d'altronde, sapevo con fermezza che una cosa, per comprenderla fino in fondo, doveva essere vissuta in prima persona.

A distrarmi dai pensieri fu il cellulare che aveva vibrato nella mia tasca, appurai che il telefono aveva qualche problema con il tasto del silenzioso. Pensai bene di mandare un messaggio a Niall chiedendogli a che ora sarebbe tornato, la sua riposta fu criptica, ma non ci diedi peso. Il messaggio arrivato annunciava che Niall non sarebbe rientrato presto, anzi, e che egli stesso mi invitava a restare in giro e a divertirmi un po perché, a detta del biondo, ne avevo bisogno. Risposi che andava bene ma dopo circa dieci minuti ci ripensai e mi diressi verso casa, ero stanco e dovevo ancora metabolizzare tutte le novità del giorno.

Fui particolarmente silenzioso nell'aprire la porta e a dirigermi nel salotto. Non potevo non immaginare quello che sarebbe successo.

Trovai Niall seduto sul divano che stava intavolando una conversazione con ragazzo che non ero riuscito ancora ad inquadrare, era seduto di spalle. L'espressione del mio amico sembrava estremamente concentrata e seria, così approfittai del fatto che nessuno aveva avvertito il mio arrivo e mi appostai nella parete antecedente il salone, accanto la mia stanza. Cercai di captare ciò che i due ragazzi stavano quasi sussurrandosi ansiosamente, forse per non svegliare Theo che sicuramente stava dormendo.

"Ti ho detto che devi portarlo via da qui! Lui non può sapere, anzi, non deve sapere che è qui, ci cacceremo in un mare di guai!" sentii dire a Niall in un tono a metà tra lo spaventato e l'arrabbiato.

"Come lo porto via da qui? Se viene a sapere che Harry è a due passi da lui, lo verrà a cercare!" disse il ragazzo  che era messo di spalle.

"Zayn, non mi importa! Quello che importa è che nessuno dei due sappia dell'altro, io non so più che inventarmi, quindi adesso tocca a te fare qualcosa o qui sarà al fine!" quasi urlò Niall.

"Penso che comunque Harry abbia ricollegato un po gli indizi, qualcosa ha capito di sicuro, è solo questione di tempo prima che scopra la verità, o buona parte di esse." disse Zayn con un tono calmo e pacato, totalmente inadatto a quella occasione.

Quando sentii i due che si salutavano, mi chiusi nella stanza adiacente, lasciando però un leggero spiraglio.

Il ragazzo, Zayn, passò di fronte la porta e si fermò proprio di fronte Niall, e dopo avergli sussurrato un 'vedrai che andrà tutto bene', lo baciò delicatamente sulle labbra, appoggiando poi delicatamente il mento sulla testa dell'altro. 

La mia sorpresa più grande non fu solo la conversazione, che aveva aperto altri dubbi, o l'omosessualità del mio amico, cosa che mi portò  altri più dubbi, la cosa che mi lasciò esterrefatto fu il fatto che quel Zayn, figura abbastanza misteriosa e dai lineamenti orientali,  l'avevo già visto da  qualche parte.

Una volta chiusa la porta d'ingresso, uscii dalla stanza nella quale mi ero rinchiuso, ritrovandomi a fronteggiare un Niall abbastanza scosso e spaventato.

"Adesso tu mi racconti che diamine sta succedendo, e non voglio bugie o sarà peggio!" urlai a Niall.

Mi sentivo preso in giro, mi sentivo nell'ennesima trappola nella quale speravo di non rientrare più.


Una notte. (Larry Stylinson)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon