Chapter 40.

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"Quindi? Questa storia?" mi chiese Liam poggiando sul cartone ormai vuoto un tovagliolo.

"Si..Giusto." risposi io tentennante prima di cominciare a raccontare le dinamiche che mi avevo portato a conoscere Caleb. Mi presi qualche secondo per riordinare le idee, non sembrava, eppure erano passati anni dal nostro primo incontro, anni in cui erano decisamente cambiate moltissime cose che, a pensarci bene, sembravano quasi surreali, avvenimenti da film.

Liam mi guardava come a volermi incitare a raccontare quella storia che, un tempo spigolosa, adesso non sapeva più ferirmi. Così come in altri casi, il tempo aveva smussato perfino gli angoli più remoti che parevano, al tempo, lame ingestibili ed affilate.

"Lo incontrai una mattina al liceo, frequentavo il primo anno, quando, per colpa della sveglia, mi trovai ad aspettare fuori dal cancello che suonasse la seconda ora per potere entrare in classe. Era la mia prima entrata in ritardo ed ero abbastanza nervoso, d'altronde i miei genitori non ne sapevano nulla, così lui, in ritardo a sua volta, mi rassicurò e mi fece prender coraggio. Parlammo talmente tanto di cose a caso che, pur di non interrompere quel flusso di parole e di scambio di idee, decidemmo di saltare tutte le lezioni e di andarcene in un luogo più tranquillo e lontano da occhi indiscreti. Da lì è cominciato una sorta di rapporto insano, né di amicizia né di amore, lui adorava farmi sfogare, farmi parlare delle cose più personali, per poi prendersi gioco di me e ricattarmi. Ha fatto sempre così, ma non si è mai riuscito a staccare definitivamente da me nemmeno quando io me ne sono andato. Qualche mese fa, dopo l'incidente, è stato contattato da Louis, molto probabilmente, in quanto era l'unico nome ad essere collegato alla mia città e, quindi, ai miei parenti, credo che abbia pensato ciò. Anche questa volta, andando oltre i limiti, è riuscito a farmela pagare, a prendersi gioco di me." Rivelai in modo da essere più breve e conciso possibile.

"Di che limiti parli?" chiese Liam.

"E' stato con Louis." Dissi io cercando di liquidare il discorso, ma Liam sembrò non capire.

"Anche io sono stato con te, che intendi dir.." disse Liam, ma venne interrotto da me.

"A letto insieme."

"Oh.." esclamò Liam consapevole, solo in quel momento, della situazione.

"Ma lui è etero, Liam, è riuscito a portarmi via una persona che a lui nemmeno interessa minimante e mai potrà farlo!" Lo dissi quasi urlando, con la voce rotta e gli occhi lucidi, sul punto di andare oltre.

Mi misi le mani davanti la faccia, non avrei pianto. Si era portato via Louis, non poteva portarsi via anche me.

Vidi Liam guardarmi triste prima di annunciarmi una notizia.

"Mi sono trasferito a Londra." Disse.

"Come mai?" chiesi io felice anche se non riuscivo ad esserlo veramente del tutto in quel momento.

"La mia ragazza mi ha lasciato."

"Mi dispiace.." esalai io realmente di spiaciuto, anche se non riuscivo ad esserlo del tutto.

"E' stata colpa mia, oddio..Non che sia una colpa, ma è stato per causa mia." Proferì Liam con gli occhi fissi sul pavimento.

"Cioè? Se..posso sapere." Chiesi io sincerante curioso, sembrava così innamorato di quella ragazza quando lo incontrai per la prima volta a Wolverhampton.

"Mi sono reso conto di una cosa fondamentale in quel rapporto.." cominciò Liam.

Continuai a guardarlo come a voler sapere e capire di più.

"..Non eri tu." Concluse guardandomi dritto negli occhi, ora scuri, quasi neri, e con un'espressione quasi colpevole stampata in viso.

Restai senza parole, non sapevo cosa dire, riuscii solo a spostare lo sguardo altrove.

Restammo in silenzio per una manciata di minuti, persi nei nostri pensieri che nemmeno la televisione di sottofondo era riuscita a scacciare via.

"Io..Non me ne ero reso conto." Dissi come a volermi giustificare.

"Non è colpa tua, non è colpa di nessuno, non fa nulla.." provò a dire Liam.

"No che non fa nulla, per mesi non ho fatto altro che parlare di Louis mentre tu, beh tu sopportavi tutto ciò. Perché non me lo hai detto prima?" chiesi io non sapendo a mia volta il perché di quella domanda.

"Lo vedevo stampato in ogni cosa che dicevi o facevi che eri realmente innamorato di Louis, avevo paura che ciò avrebbe potuto allontanarci ancora di più, per questo ho preferito fare finta di nulla, per continuare ad averti accanto." Mi rivelò Liam.

"E adesso? Cosa vedi? Dato che me lo hai confessato.." chiesi io genuinamente curioso.

"Adesso vedo un altro Harry, non più l'ingenuo ragazzo innamorato che credeva alla perfezione della persona che aveva accanto, adesso vedo un uomo che sta cercando di andare avanti, di essere più forte del passato, più forte delle persone che lo hanno privato di tutto ciò che aveva, più forte del tempo che passa e del dolore. Per me..Io credo che tu sia un esempio da seguire, un modello di riferimento." Disse Liam con una rinnovata luce negli occhi.

Restai, se possibile, ancora più stupito da quelle parole, provai a rispondere ma fu Liam a prendere di nuovo la parola.

"Però vedo anche che, nel profondo, anche se non lo vuoi ammettere, sei ancora estremamente legato a Louis e che io posso farci ben poco." Concluse lui con una nota di tristezza nella voce.

"E' vero.." -cominciai allora io- "Sono ancora profondamente legato a Louis, ma sai cosa ho imparato in questi anni qui?" -chiesi io retorico prima di prendere nuovamente le redini del mio discorso- "Che il tempo aggiusta tutto, che cancella il superfluo, ciò che non è adatto a noi. Una carta fondamentale in questo processo è la volontà di andare avanti, un jolly che , ti posso assicurare, ho messo in tavola. Io, Louis, per quanto sia ancora..innamorato di lui, non lo voglio più vedere, nemmeno sentire, perché tutta questa situazione ha messo in luce tutto la maturità e l'amore che lui non nutriva per me ma che io coltivavo con fiducia. Sto combattendo contro me stesso, è vero, ma lo sto facendo per una buona causa, per me! Lo scopo della mia fuga, quasi tre anni fa, era di ritrovare me stesso, avevo deciso che non mi sarei più messo da parte o fatto sovrastare dagli altri, quindi perché dovrei stare con qualcuno che mi danneggi? Adesso, con tutto ciò che comporta, sono io la mia priorità. " conclusi con le guance rosse per tutto il fiato perso, che solo alla fine avevo recuperato, ed una rabbia proporzionale alla voglia di andare avanti e pensare a me stesso.

Liam mi guardava fiero, ed io, in qualche modo, guardavo fiero a me stesso.

"Usciamo." Disse lui dal nulla.

"Eh?" esclamai confuso.

"Voglio uscire con te." Disse Liam impassibile.

"Io non credo che sia una buona idea.." provai a dire io.

"Voglio solo uscire con te, come amico o come cosa vuoi, ma voglio uscire con te, passare del tempo con te, hai un'influenza positiva su di me e non mi importa se mi vedi solo come un amico, io voglio stare con te..qualsiasi cosa voglia dire." Disse Liam ammiccando leggermente nella parte finale del discorso.

"Credo che..Si, vada bene." Risposi io ancora stordito da quelle parole.

Era notte fonda quando Liam, visto l'orario, aveva deciso di andarsene, così lo avevo accompagnato alla porta e avevo aspettato che lui fosse salito sulla macchina, ma, prima di congedarsi, si fece più vicino a me di un passo ritrovandomi il suo viso ad una distanza pericolosamente minima.

"A domani." Disse con il fiato corto, esitò qualche momento prima di accarezzarmi la mano ed andarsene. Semplicemente non risposi ancora sorpreso dal corso di quella che avrebbe dovuto essere una serata fra amici ma si era rivelata ricca di confessioni.

Rientrai in casa non appena vidi Liam scomparire dal viale, giusto in tempo per non vedere Louis che buttava dei fiori nel cassonetto di lato la casa.


Una notte. (Larry Stylinson)जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें