Chapter 4.

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Era passato un mese dal mio arrivo, un mese in cui la mia vita era ricominciata, un mese di trasformazioni. Durante la settimana, dal lunedì fino al sabato, lavoravo presso il bar dove avevo pranzato la prima volta che ero arrivato a Londra, pranzavo lì con Niall e alle tre staccavo il turno per stare in giro con quest'ultimo e Theo o per stare, sempre con loro, a casa, la sera andavo al pub di Greg e Niall e semplicemente mi rilassavo con loro per qualche ora. Il sabato, io e Niall stavamo a casa, assieme al resto della famiglia, restando con il piccolo sul divano a guardare cartoni senza senso e addormentandoci di tanto in tanto e svegliandoci quando Theo decideva che saltare sulle nostre facce fosse molto più divertente della televisione. La sera, generalmente, io e il mio fidato compagno di (dis)avventure andavamo in giro per i vari club, nei quali ci fermavamo giusto il tempo di bere un bicchierino, ma finivamo sempre nel pub Irlandese con una pinta di birra in mano a cantare allegramente qualche canzone di compleanno di persone a caso che nemmeno conoscevamo. La domenica risultava sempre essere un giorno abbastanza faticoso viste le dinamiche delle sere precedenti, solitamente io ed il biondo smaltivamo la sbronza del giorno prima e ce ne stavamo rintanati in camera a dormire o a parlare di cose senza senso. La cosa bella di Niall era proprio questa, il fatto di poter parlare con lui di qualsiasi cosa. Potevi parlare con lui perfino del riscaldamento globale o delle tue avventure sessuali con altri uomini e lui ti ascoltava interessato e non ti giudicava, magari non comprendeva tutte le cose che facevi, ma si sforzava di farlo. Una persona come lui riesce a metterti a tuo agio, motivo per cui non fu particolarmente difficile confessargli il fatto che fossi gay, il giorno in cui glielo dissi non batté ciglio e continuò a comportarsi nello stesso modo con me, anzi, cercava di aiutarmi a modo suo, molto spesso il sabato, da ubriachi, mi spingeva addosso ai ragazzi più belli e mi urlava a pieni polmoni 'Styles, scopateli tutti'. Quel ragazzo biondo era la mia ancora di salvezza, lo era stata sin dal primo giorno che lo incontrai. Adoravo il modo in cui, sin dall'inizio, mi aveva aiutato e mi aveva accolto a casa sua e nella sua famiglia. Con loro mi sono sentito subito a mio agio, non mi trattavano diversamente, anzi, si fidavano di me forse più di Niall, lui e Theo insieme erano presagio di pericoli. Non posso rinnegare che, nonostante adorassi stare con loro, ogni tanto sentivo la mancanza della mia vera famiglia e della mia vera terra. Sentivo mia madre ogni giorno su whatsapp e la chiamavo al telefono solo quando ricorreva il compleanno di qualche mio parente stretto, cercavo di avere contatti prolungati con lei ed il resto della mia famiglia perché ero certo che avrei sentito di più la loro mancanza. Mi trovavo a 3150 chilometri di distanza da loro e a volte era troppo difficile fare finta che non fosse così. Capitava che mi isolassi ogni tanto e Niall cercava di starmi accanto il più possibile. Non era la mia ancora di salvezza, Niall era il vento favorevole che mi permetteva di agevolarmi il viaggio e di portarlo a termine, anche se quest'ultima parte avrei dovuto ancora appurarla. Mi sentivo costantemente in debito con lui per tutto quello che faceva per me, così gli rivelai l'altra parte del motivo che mi aveva portato lì il mese prima e che gli avevo tenuta nascosta.

"Ti ricordi quando ti parlai di Stan?" chiesi con lo sguardo semi-perso nel vuoto.

Ricordare il passato, specialmente quando stavi cercando di scappare da esso, non era semplice.

"Si" mi rispose lui smettendo immediatamente di giocare con il cellulare e dedicandomi la sua più totale attenzione.

"Ti ricordi quando ti menzionai il bordello in cui andavo?" proseguii solo quando mi face un cenno positivo con la testa e mi esortò ad andare avanti con lo sguardo.

"Li conobbi Stan. Era un ragazzo particolare, non il classico belloccio o il classico ragazzo popolare, anzi, poteva quasi essere considerato lo sfigato della scuola, per questo fui sorpreso quando lo incontrai al bordello. Da quella notte io e Stan cominciammo a frequentarci e a vederci ma mai nella nostra città. Era totalmente diverso dall'immagine che dava di se, aveva una strana fissazione per i riti satanici, ai quali partecipava di tanto in tanto. Nessuno sapeva della nostra amicizia, anche se definirla così era un eufemismo, scopavamo tutto il tempo e parlavamo ogni tanto dopo aver consumato. Circa tre mesi dopo l'inizio del nostro rapporto, Stan mi invitò a partecipare ad un rito, ero titubante ma accettai. Quella notte accaddero delle cose stranissime, lo stesso Stan era strano. Ricordo che, dopo aver scopato, andammo al rito, io me ne restai di lato ma lui si aggiunse al cerchio. Era diventato strano subito dopo il rito, ed io, spaventato, lo lasciai li e me ne andai. Fu l'ultima volta che lo vidi." Dissi quasi tutto d'un fiato.

Vidi Niall che voleva dirmi qualcosa ma non trovava le parole, così ruppi il silenzio che si era creato.

"Da quel giorno fu l'inferno. Era scomparso e nessuno sapeva dove o perchè se ne fosse andato. Io non potevo assolutamente parlare perchè poi avrei dovuto spiegare tante, troppe cose. Sono passati quasi due anni e nessuno sa ancora che fine abbia fatto Stan." -feci un attimo di pausa- "Forse fu l'unica persona che mi stette vicino in quel periodo ed io l'avevo abbandonato."

Niall non disse niente e mi abbracciò soltanto. Avevo paura che avrei fatto lo stesso con lui, che l'avrei abbandonato, ma stavolta non potevo scappare di nuovo. Restammo in quell'abbraccio fin quando una vocina dal corridoio urlò "Zio Harry, giochi con me?". Non potevo scappare questa volta.

Una notte. (Larry Stylinson)Where stories live. Discover now