Chapter 10.

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Che diavolo di storia era quella? Era forse mia madre Anne al telefono con Niall? Ero sconvolto, anzi, molto di più.

"Ah.."  -esclamò Niall non molto sorpreso di vedermi lì-  "MaryAnne, ci sentiamo dopo, Harry è qui, ora sarò costretto a dirgli tutto" detto questo posò il telefono e si avvicinò a me cautamente e con un mezzo sorriso in volto.

"Niall, che diamine di storia è questa! In che senso 'forse Harry sta scoprendo qualcosa'?" chiesi io esasperato da quel silenzio che non faceva altro che lenire il mio buonumore.

"Ecco.."  -cominciò Niall-  "Al telefono era MaryAnne, o Anne per gli amici, lei è la responsabile del parco qui di fronte dove, durante l'estate, si tengono dei concerti. Sapendo la tua passione per i The Fray, e sapendo che loro verranno qui tra meno di un mese, avevo pensato di farti una sorpresa e prenderti i biglietti per lo spettacolo." Mi disse lui a metà tra il dispiaciuto ed il contento.

Restai sbalordito.

"Scusami, scusami! Non dovevo aggredirti così, tu volevi fare solamente qualcosa per me ed io ti ho attaccato in quel modo." mi scusai io totalmente in imbarazzo per la situazione.

"Non devi preoccuparti, ho visto che ultimamente sei molto sulle spine per la storia..beh, per la storia di Stan, ad ogni modo vado a ritirare i biglietti domani, ne ho trovati due all'ultimo momento." mi annunciò lui trionfante.

Non ci vidi più per la gioia e corsi ad abbracciarlo urlando ringraziamenti all'orecchio del biondo che ricambiava il mio abbraccio stringendomi più forte di quanto non facessi io con lui.

Una volta che ci staccammo e mi calmai un po, cominciai a raccontare a Niall del pomeriggio trascorso insieme a Louis, raccontai ogni singolo particolare e lui parve illuminarsi vedendomi così felice.

"Sapevo che sarebbe stata una buona idea quella di contattare Louis, sono davvero felice per te!" mi disse lui sinceramente felice.

Passammo il resto della serata a guardare un film insieme a Greg, Theo e Denise, Theo era nel mondo dei sogni da qualche ora, si era addormentato subito dopo aver cenato. Durante il film non mancarono battutine allusive a Louis ed io non facevo altro che ignorarlo diventando rosso. Inutile dire che del film non ne capii assolutamente nulla, avevo la testa al pomeriggio passato con Louis, non vedevo l'ora di vederlo il sabato seguente. Il flusso dei miei pensieri vennero interrotte da una voce, non mi ero accorto di essere rimasto solo con Greg nel salone, Niall dormiva placidamente sul divano.

"Ti andrebbe di lavorare stabilmente al pub insieme a Niall?" mi chiese Greg tutto d'un tratto.

"Sarebbe davvero bello." ammisi io felice di quella proposta.

"Allora cominci domani sera, però sarai costretto a lasciare il lavoro dal signor Edwards.." aggiunge lui.

"Beh, si..Domani lo chiamo." dissi io un po dispiaciuto.

Greg per tutta risposta annuii.

La mattina seguente chiamai il signor Edwards e gli annunciai che mi licenziavo. L'anziano si mostrò un po dispiaciuto, ma, nonostante ciò, mi augurò buona fortuna e mi congedai.

Niall si svegliò poco dopo e gli annunciai la notizia, lui si mostrò felicissimo nell'udire le mie parole e si buttò nelle mie braccia. 

Con il tempo avevo cominciato ad imparare come fosse fatto Niall, era un tipo espansivo, se aveva voglia di abbracciarti lo faceva senza pensarci su troppo, era un tipo sempre allegro, solare e un grande amico soprattutto.

Avendo a disposizione la mattinata intera, ne approfittai per mandare un messaggio a Louis.

'Ehi' mandai senza pensarci troppo. 

Non dovetti aspettare per troppo tempo la sua risposta.

'Ehi Harry!' scrisse lui.

'Come va?'

'Tutto bene, tu?'

'Beh..va tutto bene.'

'Senti, va bene se ci vediamo questo pomeriggio? Domani sono impegnato.'

'Certo..Solito posto e solita ora?' proposi io.

'Yep!' disse lui.

Bloccai il telefono e, come un perfetto adulto, corsi da Niall urlando e raccontandogli lo scambio di messaggi appena avvenuti. 

Passai il resto della mattinata giocando con Theo quando, verso mezzogiorno, sentii un Niall urlante e gioioso correre verso me sventolandomi due biglietti.  Urlai anch'io quando riconobbi i due biglietti, erano quelli del concerto.

"Domani! E' domani!" esclamò Niall urlando e saltando, anche il piccolo Theo, vedendo lo zio saltare, cominciò a battere le mani e a ridere contento. 

Ero davvero felice, adoravo Niall.

Il pranzo fu tranquillo, per tutto il tempo non feci altro che parlare con Niall dell'imminente concerto. I guai arrivarono, ahimè, verso le tre del pomeriggio. 

Ero nel panico più totale, non sapevo cosa mettere e come fare i capelli, ma, per fortuna, Niall venne in mio soccorso. Il tutto si concluse venti minuti più tardi, Niall aveva scelto dei pantaloni neri, una maglia grigia ed i capelli me li aveva fatti raccogliere in un morbido bun. 

Uscii quasi di corsa e, quando arrivai al luogo di incontro, lo vidi li, con due biglietti in mano. Andai verso lui e lo salutai velocemente. Lui mi tirò per il braccio e mi trascinò dentro una cabina della ruota panoramica Inglese. Da lì si poteva vedere buona parte della città, se non tutta, sentii il mio cuore perdere qualche battito, non so se per il panorama o per il ragazzo di fronte a me. Louis osservava curioso la mia espressione estasiata, sia per la città che per lui. Ci fu un momento di panico quando la ruota oscillò e si fermò, la nostra cabina non si trovava nel punto più altro, ma io cominciai a tremare. Louis notò la mia reazione e si avvicinò a me, cercò di confortarmi passandomi ripetutamente una mano sulla schiena e dicendomi le classiche parole come 'stai tranquillo, non ti preoccupare.'.

Nel momento in cui mi tranquillizzai un po, alzai il viso e mi ritrovai Louis a due centimetri da me. Passarono minuti, o forse secondi, in cui non vedevo altro che due occhi e un paio di labbra sottili. Ero come ipnotizzato e non facevo altro, come lui d'altronde, che guardare ripetutamente i suoi occhi e le sue labbra. 

Lui si avvicinò lentamente, come a voler prolungare quella tortura, e quando fu ad un soffio dalle mie labbra, la ruota cominciò a funzionare di nuovo e la cabina venne scossa. Restammo entrambi in silenzio fino alla fine del giro, ognuno a guardare fuori dal vetro, e una volta scesi facemmo un giro fra i vari negozi. Era calato una strano silenzio, imbarazzato direi, ma cercammo entrambi di fare finta di nulla, come se fosse possibile poi, parlammo di tutto tranne che dell'episodio di poco prima. Dentro me ero ancora agitatissimo da morire. 

Alle sette decidemmo di tornare a casa, stavolta prendemmo la metro insieme e, prima che lui scendesse alla sua fermata, mi lasciò un veloce bacio sulla guancia. Io restai con la solita faccia da idiota che automaticamente si formava sul mio viso quando anche solo il nome di Louis veniva nominato.

Ero in paradiso.


Una notte. (Larry Stylinson)Where stories live. Discover now