Chapter 14.

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Era sera inoltrata quando uscii di casa senza avvertire Niall, mi limitai a sbattere la porta una volta fuori dall'appartamento. Avevo bisogno di stare da solo per pensare, per riflettere più che altro, a tutte le informazioni che mi erano state, in un certo senso, sbattute in faccia. Volevo fidarmi di Niall, lo volevo davvero, però continuavo a non accettare il fatto che lui mi avesse mentito, nonostante lui sapesse bene lo stato d'animo fragile in cui versavo in quel particolare periodo. Avrebbe dovuto dirmi tutto fin dall'inizio e non nascondermi nulla anche se l'aveva fatto, a detta sua, per il mio 'bene', a pensarci bene, però, non so se al suo posto sarei stato in grado di rivelare tutto. Sapevo che Niall, quel pomeriggio, fu sincero e gliene fui grato, anche se avrei preferito che i miei sospetti fossero fondati e che la conversazione di quel pomeriggio non fosse mai avvenuta. Ero sconvolto ma soddisfatto allo stesso tempo, sconvolto perché non mi aspettavo una verità del genere, era stato un duro colpo da sorbire, ma soddisfatto perché finalmente avevo saputo cosa stava realmente succedendo.

Ancora una volta, la famiglia di Stan si era confermata un obbrobrio della società, come si poteva rifiutare un figlio, disconoscerlo, fare finta che non sia esistito e farlo prendere in ostaggio per non compromettere il nome della famiglia?

Ed ancora, quel ragazzo, Zayn, almeno da quanto mi aveva confermato Niall, aveva partecipato al rito di quasi due anni fa, notte in cui scomparve Stan. Da l mio sogno era apparso chiaro il ruolo dominante del ragazzo dai tratti orientali, ma davvero era successo ciò che avevo in qualche modo 'previsto'?

Sicuramente Niall non aveva ricollegato i due fatti, o almeno così sembrava, ma dovevo dirglielo. Dovevamo anche mettere in cantiere un piano per concedere nuovamente la libertà a Stan, senza che nessuno, però, venisse ferito e, nelle peggiori delle ipotesi, morto.

La mia famiglia, che manteneva stretti i rapporti con la famiglia dell'altro ragazzo, Stan, almeno da quanto avevo riscontrato prima di partire, sapeva degli affari loschi messi in atto? Anche loro sapevano del segreto della famiglia del mio, ormai ex, amico?

Domande e congetture vennero interrotte dall'arrivo di un messaggio da parte di Niall:

"Non mi piace saperti da solo per strada, torna a casa, è tardi..E dobbiamo parlare."

Sbuffai, adesso voleva un confronto?!

"Avresti dovuto pensarci prima ad un confronto. Non so ancora quando e se tornerò, non perdere tempo a chiamarmi o anche solo cercarmi." inviai il messaggio senza rileggerne il contenuto, ero stato rude? Ero stato troppo scontroso? In quel momento, sicuramente, non mi importava.

Vagai a vuoto per la città, in vicoli e strade aperte che non conoscevo, poi mi venne un'idea, che fosse buona o cattiva non importava neanche quello.

Chiamai Louis nonostante l'orario.

A volte necessitiamo soltanto di seguire il nostro istinto e non pensare alle conseguenza.

Rispose dopo un paio di squilli.

"Harry! Che succede?" mi chiese lui allarmato.

"Nulla, solo che avevo..Avevo voglia di sentirti, anzi, vederti..Lo so che è tardi, ma ti andrebbe di incontrarci?" chiesi speranzoso, anche se non lo diedi troppo a vedere, o sentire.

"In realtà sono solo a casa al momento, i miei genitori e i piccolini sono fuori, ma non posso lasciare le grandi da sole a casa..Non so, verresti qui?"

"Dimmi dove abiti e ti raggiungo."

Chiusi la chiamata qualche minuto dopo che Louis mi diede l'indirizzo e, pazientemente, mi spiegò dove si trovava la sua abitazione. Vagai spaesato per qualche metro e poi individuai la casa, bussai lievemente alla porta e, dopo poco, la porta venne aperta da un Louis in occhiali da vista e una tuta.

Una notte. (Larry Stylinson)Where stories live. Discover now