Capitolo LXXXI - Mia

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-"Così non va.." esordii.

-"In che senso?"

-"Non ne posso più di averti vicino a me e non toccarti."

-"Ma non è vero.. Siamo sempre appiccicati.."

-"Ah si? No perchè a me sembra di avere un fratello vicino, non il mio fidanzato.. Stiamo insieme noi?"

-"Certo che stiamo insieme Mia!" disse quasi arrabbiato.

-"E allora perchè non mi baci? Perchè non mi desideri? Lo so che il mio corpo sta cambiando, ma devi dirmelo se non ti piaccio più.." dissi abbassando lo sguardo e accarezzandomi la pancia.

-"Mia quante volte devo ripetertelo? Io ti amo, mi piaci da impazzire, ma voglio fare con calma.."

-"Ma con calma di che?" sbottai.

-"Sei impazzita?" mi chiese stranito.

-"No.. Sono solo stufa.. Il mio corpo sta cambiando, la mia vita sta per essere stravolta, e il mio ragazzo non mi bacia nemmeno! Cosa dovrei pensare? Sono due mesi che viviamo assieme ormai, condividiamo lo stesso letto, e mai una volta che tu mi abbia sfiorata! Non sono di cristallo.."

-"Mia, io.."

-"No tu niente.. Da stasera trovati un altro letto.. Almeno dormendo da sola non avrò nessuno accanto che mi rifiuti.." dissi andando a chiudermi in bagno.

-"Esci Mia.." disse Andrea bussando alla porta.

-"Assolutamente no.. Vai a cenare.. Ne ho per un po'.."

-"Aprimi.."

-"No.." dissi svestendomi e aprendo l'acqua della doccia.

Mi sfiorai il viso e mi asciugai una lacrima. Ero diventata emotiva, e ogni cosa mi faceva piangere. L'assenza di Andrea però, mi faceva soffrire davvero.
Entrai nella doccia e mi misi sotto il getto dell'acqua, lasciando che le mie lacrime si mischiassero ad essa. Non mi accorsi della porta che si apriva, ma sentii chiaramente l'anta scorrevole muoversi. Mi girai.

-"Ma che cav.." iniziai a dire, ma fui subito interrotta.

-"Shh.." disse Andrea prendendomi il viso tra le mani e guardandomi negli occhi.

-"Ti amo stellina.." disse prima di premere le sue labbra sulle mie.

Non mi diede modo di rispondere, perchè mi travolse in uno splendido bacio. Mi aggrappai alle sue spalle, e mi resi conto che era praticamente nudo. Aveva solo i boxer. Lo abbracciai, e continuai a baciarlo, sperando che non si staccasse prima ancora che avessi il tempo di metabolizzare. Erano quattro mesi che non toccavo quelle labbra.
Le sue mani mi stringevano forte, una sulla vita e l'altra sui capelli.

-"Ti amo.. Ti amo.. Ti amo.. E ancora ti amo.. Non dubitarne mai.." mi sussurrò a fior di labbra, tra un bacio e l'altro.

-"Ti amo anch'io.." risposi mordendogli il labbro.

Lo strinsi fortissimo, tanto che avevo paura di avergli lasciato i segni, o di avergli fatto male, ma non ce la facevo ad agire altrimenti. Mi era mancato troppo.
Altra lacrime si aggiunsero a quelle di prima, ma queste erano lacrime liberatorie, di felicità.

-"Non starmi mai più lontano.." lo implorai con la testa sulla sua spalla.

-"Mai.. Ma tu non piangere.. Non volevo farti stare così male.."

-"Tu e i tuoi stupidi limiti autoimposti! Basta fare di testa tua.. Devi pensare insieme a me per certe cose.." lo rimproverai.

-"Si mammina.." mi prese in giro.

-"Bravo paparino.."

-"E adesso?" mi chiese accarezzandomi la schiena.

-"Adesso finisci di spogliarti, ci facciamo la doccia, ci asciughiamo e.." sussurrai imbarazzata.

-"E? Dimmi cosa vuoi Mia.."

-"Voglio te.."

Non mi disse nulla. Mi guardò, mi prese una mano, la baciò in ogni millimetro e se la pose sul cuore; poi mi mise le mani tra i capelli e mi baciò di nuovo. In maniera diversa rispetto a prima. Era più sensuale, e lentamente mi spinse contro al muro. Lo abbracciai, e sentii chiaramente la sua erezione contro di me.
La sua mano scese lentamente, accarezzandomi i seni leggermente ingrossati, fino ad arrivare sotto la pancia; si intrufolò in mezzo alle mie gambe, e lentamente, dopo avermi stuzzicata, mi penetrò con un dito.

Sospirai tra le sue labbra, e divaricai leggermente le gambe, invitandolo a continuare. Nel giro di pochi minuti, grazie alle sue mani, mi fece arrivare all'apice del piacere, e mi appoggiai con la bocca alla sua spalla per riprendermi dall'affanno.

-"Grazie.." mi sussurrò sul collo.

-"E di cosa? Dovrei essere io a ringraziarti.."

-"Di avermi permesso di farlo.. Sei stupenda, e.."

-"E sono tua!" dissi concludendo per lui.

Gli baciai il viso, poi ci insaponammo entrambi, indugiando particolarmente su alcune parti del corpo, poi ci lavammo e uscimmo dalla nostra bolla. Andrea, premuroso come sempre, volle asciugarmi i capelli, come faceva sempre quando ero impossibilitata, poi aspettò che mi fossi messa la biancheria intima, e finalmente andò ad asciugarsi anche lui.

Mi infilai una sua maglietta, e mi misi a letto. Avevo fame, e volevo andare a cenare; ma nulla mi avrebbe distolto da Andrea. Ero riuscita ad avvicinarlo, e volevo continuare su questa strada.

Una favola modernaWhere stories live. Discover now