Epilogo

13.7K 453 248
                                    

« Mamma, ma quando arriva?»

Due occhioni azzurro cielo mi fissano speranzosi, incorniciati da una cascata di boccoli scuri, mentre le rosse labbra a cuoricino s'increspano in una sorta di buffa smorfia.

« Non lo so, piccola, non credo manchi tanto.»

La piccola Sophie è arrivata ad illuminare le nostre vite in una torrida giornata di luglio di ben cinque anni fa, in un giorno come oggi.

Anzi, a dire il vero proprio oggi, dato che è il suo compleanno.

Abbiamo deciso di chiamarla così in onore della sorella di Trey, in modo che una parte di lei restasse sempre con noi.

E poi perché Sophie Weston suona troppo bene.

Il frutto dell'amore tra me e l'agente è un concentrato di furbizia ed intelligenza, con lo stesso caratterino tranquillo di suo padre, e la mia tendenza a cacciarsi nei pasticci.

Eppure, più la guardo, più mi ricorda Trey.

E questo è un ulteriore motivo per amarla ogni giorno di più.

Anche se la maggior parte delle volte mi fa dannare con tutte le marachelle che combina.

Io e la piccola stiamo attendendo che suo padre -dio, è ancora troppo strano per me chiamarlo così- rientri da lavoro, per poter festeggiare insieme, come promesso.

E la bimba è completamente su di giri, appoggiata al legno della porta, con l'orecchio teso per captare qualsiasi tipo di rumore.

« Hai già pensato al tuo desiderio?» le chiedo per distrarla, mentre i miei occhi si colmano d'amore ogni volta che si posano su quello scriccioletto che è l'esatta fotocopia di suo padre.

Dev'essersi impegnato sul serio, quella volta, oppure Madre Natura ha davvero delle preferenze per lui.

« Sì, ma voglio aspettare che arrivi lui.» mi risponde decisa, come se la mia domanda fosse superflua.

Nello stesso istante, un pigro miagolio fa capolino dalla cucina di casa Weston, e una palla di pelo nero ci raggiunge, piazzandosi davanti alla porta.

« Bisturi, spostati da qui, prima di addormentarti un'altra volta davanti all'ingresso!» lo rimprovero ridendo, e afferrandolo per il pancione lo sposto nella sua cuccetta.

Nonostante siano diversi anni che è ufficialmente venuto a vivere con noi, non ha ancora imparato a dormire nei giusti posti, continuando a rischiare la vita nascosto in qualche elettrodomestico o incastrandosi sotto i mobili.

Riesco a sistemare anche lui, e poco dopo il rumore di una macchina che parcheggia davanti a casa ci avvisa che il tanto atteso ospite della serata è finalmente rientrato.

Ogni volta tiro un sospiro di sollievo.

So quanto possa essere dura, il lavoro che svolge lo sottopone a correre diversi rischi e, nonostante lui mi rassicuri quotidianamente di essere pronto a rischiare la vita per noi, mi dispiacerebbe rimanere una madre single a quest'età.

« Mi sembra di sentire dei passi!» avviso divertita la piccola Sophie, che corre a nascondersi dietro il divano, mi sembra di sentire il suo cuoricino che batte ad una velocità spropositata nel petto.

Un po' come il mio, al pensiero di rivederlo.

Mi costringo a fare qualche passo indietro, giusto per lasciare la scena a mia figlia, e, soprattutto, per non rovinare la sorpresa.

La porta si apre e, quando lo vedo, realizzo che è il momento più bello di tutta la giornata.

« Qualcuno ha visto la mia nuova recluta?»

MR. POLICEMANWhere stories live. Discover now