Signor agente

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Sto camminando da sola per le strade di Newport Beach.

In piena notte.

Con un accappatoio rosa shocking.
Ed un reggiseno che sa di birra.

Signore e signori, fate un applauso alla nuova candidata qui presente per l'outfit migliore della serata!

No, non sono ubriaca, se è quello che vi state chiedendo.

Semplicemente, mi chiamo Nesta Roberts, e quando ti chiami Nesta Roberts, di prassi hai la sfiga dalla tua parte.

Certo, forse sarebbe più facile addossare le colpe della mia situazione all'alcool.

Ma la verità è che stasera non ne ho toccato nemmeno un goccio.

È stato l'alcol a toccare me, piuttosto. 

Avete mai cambiato un fusto della birra difettoso?
Beh, a me è successo, e l'infame mi è scoppiato addosso, ricoprendo il mio corpo ed i miei vestiti con questo gradevole olezzo.

È stato il battesimo per il mio primo giorno di lavoro al Ruby's, il bar in periferia di Newport in cui sono stata assunta da appena qualche ora.

Un ottimo inizio, direi.

Giusto poco dopo che Ruby, la mia rossa e riccia titolare, mi ha ammonita di cercare di evitare di combinare pasticci, peraltro.

Come da copione.

Tiro i lembi della stoffa rosa che ricopre a malapena il mio fondoschiena, per evitare di dare spettacolo nel bel mezzo della strada ed attirare l'attenzione di qualche malintenzionato.

Avrei voluto farmi venire a prendere dalla mia migliore amica nonché coinquilina Olly, ma sembra che lei questa sera abbia coniato dei piani ben più soddisfacenti che farsi inzuppare nell'alcol.

Dei piani con addominali scolpiti e fisici mozzafiato.

Così, mentre lei si ritrova in qualche pub a sorseggiare Margarita e parlare di come asportare degli organi con qualche affascinante collega dell'Università di Medicina, io sto allegramente perquisendo l'asfalto delle strade di questa città.

Non mi ero mai accorta ci fossero così tante buche, in effetti.

So che il mio lato sportivo sta imprecando in arabo per questo.

Ricorda che non puoi rifiutare, Nesta.

Lo stai facendo per il tuo futuro da archeologa.

Una volta che sarò riuscita a racimolare qualche spicciolo, s'intende. E sempre se non mi licenziano prima.

Molto probabilmente è una maledizione che mi ha lanciato Tutankhamon.

Un'auto passa a tutta velocità al mio fianco, suonando il clacson e facendomi scansare da una parte per lo spavento.

Sarei tentata di fare autostop, poiché casa mia non è proprio vicina... ma è quasi l'una di notte, e non sono sicura di chi potrei trovare in giro a quest'ora.

Sono ancora intenta a cercare una soluzione ad uno dei miei tanti dilemmi, quando un'altra macchina mi si avvicina, rallentando per strada fino a raggiungere la mia stessa andatura.

Oh cavolo, qui si mette male.

Non so se mettermi a scappare, correre o urlare, ma decido di giocare l'indifferenza, tenendo lo sguardo puntato fisso sulla strada.

Non voglio che gli occhi del mio assassino siano l'ultima cosa che ricorderò di questo mondo.

« Signorina.» una profonda voce maschile mi fa sobbalzare, ma mi ostino a non voler sollevare lo sguardo. In alternativa, però, il conducente si becca un bel dito medio.

MR. POLICEMANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora