"Ci sarò sempre"

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Avevo appena aperto la porta di casa e Charles subito sorrise aspettando chissà che cosa, io lo guardai confusa, al posto delle sue fossette cera un facchino triste
"Non c'è Kiwi?" Io sorrisi e collegai le sue espressioni facciali
"È da Pierre" lui annuí

Mi tolsi i tacchi e feci un sospiro di sollievo, stavo svuotando la borsa
"Prima mi stavi appiccicata ora neanche mi guardi" io sorrisi e andai verso di lui. Mi tuffai fra le sue braccia e lui subito mi strinse a se, sentii subito il suo profumo e sorrisi rilassata
"Non ti ho abbracciato subito perché volevo cambiarmi ora non mi stacco più" sentii il suo petto vibrare, segno che stesse ridendo.
"Ora ti cambi e poi ci mettiamo sul divano va bene?" Io annuii

Corsi in camera e presi una maglietta di Charles con dei pantaloncini di Pierre per darli a lui
"Puoi cambiarti in uno dei due bagni" lui mi guardò sorpresa e annuí sorridendo
Io tornai in camera e misi la maglietta di Charles che avevo fuori e dei semplici pantaloncini corti.
Era già sul divano a guardare il telefono, mi avvicinai piano e mi misi a cavalcioni su di lui con la testa appoggiata al suo petto.

"Da quando sei cosi dolce Cherie?"
"Da sempre ma in pochi vedono questo mio lato"
"Quindi mi devo ritenere fortunato" io annuii
"Mi manchi Charlie" lui smise di giocare con i miei capelli e mi prese il viso
"Cherie sono qui con te"
"Lo so ma mi manchi" abbassai lo sguardo sui miei anelli
"Chi ti manca Cherie?"
"Boh tutti"
"Cherie..." mi abbracciò e lo sentii sorridere

Gli inizia a dare dei piccoli baci sul collo e lo sentii mugugnare
"Non provarci Cherie"
"A fare che Charlie"
"Quello che stai facendo perché lo sai che finisce male" in un nano secondo mi ritrovai sotto di lui
"Mi stai minacciando?" Lui sorrise beffardo
"Io ti sto avvertendo" si avvicinò pericolosamente alle mie labbra quando il suo telefono suonò, lo spense senza leggere chi fosse ma poco dopo risuonò
"Charlie forse è importante" lui sbuffò e si alzò
Il suo sguardo cambió, era confuso

-Pronto lore?
Stava parlando in francese ma dal suo sguardo potevo capire che fosse qualcosa di grave. Mise giú e iniziò a mettersi le scarpe senza degnarmi di uno sguardo
"Charles che succede"
"Devo andare scusami" io lo guardai confusa
"Dove?" Non mi rispose allora mi alzai e lo bloccai per un braccio, lui si girò e i suoi occhi erano lucidi. Era preoccupato, aveva paura.
"Charlie che succede?" Il mio sguardo si addolci e appoggiai una mano sulla sua guancia
"Mio fratello è in ospedale" io rimasi sorpresa
"Vengo con te" non gli diedi il tempo di dire nulla che corsi in camera a mettermi dei leggings e delle calze, mi infilai le scarpe e presi il telefono e le chiavi di casa.

"Andiamo forza guido io" lui uscì di casa senza dire nulla e appena arrivati alla sua macchina aspettai le chiavi
"Vuoi andare si o no?"
"Ovvio ma"
"Non ti rovino la macchina Leclerc, tu non sei nelle condizioni per poter guidare" lui annuí e mi lanciò le chiavi.
Io sorrisi un po' soddisfatta. In poco tempo arrivammo all'ospedale e parcheggiai la macchina.
Charles dopo avermi preso per mano iniziò a correre, arrivati alla reception chiese dove si trovasse suo fratello
"Salve vorrei sapere dove si trova Arthur Leclerc"
"Lei sarebbe?"
"Il fratello"
"Al 3 piano stanza 416 ma possono vederlo solo i familiari" mi lanciò uno sguardo
"È la mia fidanzata" non aspettò una risposta che subito andò all'ascensore. Eravamo dentro e Charles non mi aveva lasciato neanche per un secondo la mano. Era ansioso e preoccupato
"Tranquillo Charlie andrà tutto bene" lui mi fece un sorriso tirato e le porte si aprirono

C'era una donna e un ragazzo poco più grande di noi seduti su delle sedie
"maman..."
"Petite..." era sua mamma, si abbracciarono e io rimasi in disparte. Stavano parlando in francese e io giustamente non stavo capendo nulla. Nessuno mi aveva notato e non so se era un bene o un male.
Mi stavo guardando in giro quando sentii qualcuno toccarmi il braccio
"Tesoro che ci fai qui" mi girai e incontrai gli occhi rossi di Pascale
"Pascale" la abbracciai e lei mi strinse a se, il suo profumo alla vaniglia invase le mie narici e un po' mi ritrovai tra le braccia di mamma.

"Che ci fai qui?"
"Sono qui per voi" non volevo dirle che ero con Charles in quel momento, non spettava a me dirle che io e suo figlio stavamo quasi insieme. Lei annuí e fortunatamente non chiese altro. Charles stava parlando con suo fratello che non avevo mai visto, neanche Arthur avevo visto ma nelle videochiamate che facevo con Charles certe volte lo vedevo.
Pascale si scusò un'attimo per rispondere al telefono e io andai a sedermi in disparte scrivendo un messaggio a Pierre e ad Alice.

Non sapevo neanche più che ore erano, Charles era scomparso con sua mamma e cera solo il fratello un po' più distante. Avevo la testa appoggiata al muro e stavo congelando, per la fretta non mi ero presa una felpa.
Poco dopò sentii qualcosa di caldo su di me e aprendo gli occhi trovai un ragazzo con la barba e gli occhi castani arrossati per il pianto. Mi tirai su e mi misi la felpa
"Grazie non dovevi"
"Tranquilla ti ho visto che stavi tremando" io gli sorrisi timidamente
"Piacere Lorenzo Leclerc"
"Giada Ricci"
"Come mai qui?"
"Lo sai quindi perché chiederlo"
"Cosi" caló il silenzio

"Mi spiace per tuo fratello... vedrai che andrà tutto bene"
"Lo dicono sempre tutti"
"Già e non serve a nulla però certe volte ti da quel briciolo di speranza" lui mi fece un sorriso tirato
"Conosco due dei Leclerc e sono le persone più forti che io abbia mai incontrato, Arthur sarà ancora più forte di loro, vedrai che ce la farà. Se non ci credi neanche tu lui sarà il primo non a farlo. So solo un pezzo della vostra vita e ho capito che siete dei ragazzi forti, il sorriso non vi manca mai. Devi avere fiducia in lui" lui mi guardò sorpreso e io gli sorrisi per rassicurarlo
"È fortunato mio fratello ad averti" abbassai lo sguardo imbarazzata
"Sai dov'è?"
"Credo che sia fuori"
"Dici che posso andare?"
"Conosco mio fratello ed è testardo ma vorrebbe che tu fossi lì. Non si mostrerà mai debole difronte a te ma tu cerca di fargli capire che non c'è nulla di sbagliato nell'essere tristi o preoccupati" io annuii e mi alzai

Stavo vagando per i corridoi dell'ospedale e iniziai a ricordarmi di quel giorno, stavo per piangere ma non potevo, dovevo essere forte per Charles. Girai lo sguardo e vidi Charles appoggiato ad un muretto a guardare le luci della città, aprii la porta e piano piano mi incamminai verso di lui. C'era un leggero venticello e fortunatamente avevo su la felpa di Lorenzo.

Mi misi in parte a lui e restai zitta, mi persi anche io nelle luci della città. Restammo in silenzio per diversi minuti e non l'avrei mai obbligato a parlare, sarei restata li anche per ore
"Cherie fa freddo entra dentro" sobbalzai per lo spavento, aveva una voce roca per il pianto forse. Mi girai verso di lui e incontrai quelle gemme verdi che erano lucide e rosse. Mi avvicinai e cercai di mettergli una mano sulla guancia ma lui si allontanò. Ci rimasi male ma mi ricordai le parole di Lorenzo <non si mostrerà mai debole difronte a te>, presi un respiro profondo e lascia perdere.

"Charlie guardami" lui non lo fece, allora piano piano avvicinai la mia mano alla sua, la strinsi
"Charlie ei" lui alzò lo sguardo e vidi le guance bagnate dalle lacrime
"Ho paura Cherie non posso perderlo" lo guardai triste e lo tirai verso di me per abbracciarlo, lui mise la testa nell'incavo del mio collo e lo sentii singhiozzare
"Tranquillo Charlie ce la farà lui è forte" restammo cosi per diversi minuti finché lui non si calmò un po'

Alzò la testa e incontrai quelle gemme verdi che tanto amavo, aveva gli occhi rossi e stanchi. Gli misi una mano sulla guancia per togliergli le lacrime
"Andrà tutto bene, lo conosci più di me e sai quanto è forte" lui annui e poi mi abbracciò di nuovo facendo scontrare il mio viso con il suo petto, mi diede una bacio in fronte
"Grazie Cherie che sei qui"
"Ci sarò sempre Charlie"
Lui mi sorrise e restammo li abbracciati con il vento che si scontrava con la nostra pelle scoperta, i battiti accelerati, i respiri irregolari e le lacrime ormai finite.

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vecchi ricordi e nuove scoperte //Charles LeclecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora