"lui è sempre stata la mia casetta"

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Era giovedì e stavo aspettando che il Generale mi dasse il permesso di entrare nel suo ufficio.

"Signorina Ricci il Generale la sta aspettando"
"Grazie" mi alzai dalla sedia e misi a posto la gonna che indossavo. Non avevo messo su la mia divisa perché non ero più un militare ma mi mancava tanto. Avevo semplicemente una gonna azzurra quasi carta da zucchero che arrivava al ginocchio, sopra una camicetta bianca e una giacca del medesimo colore della gonna.

"Permesso"
"Ooh signorina Ricci la stavo aspettando. Si accomodi pure"
Mi sedetti sulla poltroncina dalla parte opposta della scrivania dove lui era seduto con la divisa. Mi passò una scatola con dentro tutte le cose di Alex
"Queste sono tutte le sue cose, ha voluto che le avesse lei" gli sorrisi flebilmente. Lui sospirò
"Sa lei era un ottimo soldato, era ammirata da tutti e anche temuta da tutti ma non in senso cattivo. Lei era rispettata. Molti volevano essere sotto il suo comando e ognuno che lo era stato ne parlava benissimo. Lei non era uno di quei generali che si vantavano della loro posizione e la sfruttavano a loro vantaggio. No lei era buona, gentile, si sapeva far rispettare, era cattiva al punto giusto e proteggeva molto le persone a lei care, si preoccupava per i suoi soldati, li faceva ridere e li rassicurava se erano in ansia. Lei non ha mai voluto far sapere il suo grado però ne andava fiera perché se l'è guadagnato. In pochi sono come lei, in molti vogliono lasciare il segno però non ci riescono ma lei ci è riuscita e manca a molti" io non sapevo che dire, non mi sarei mai aspettata tutto ciò
"Io non so che dire. La ringrazio infinitamente per queste parole e anche a me mi manca quel mondo. Ho sempre avuto paura di far la cosa sbagliata, di mandarli e di non farli più ritornare ed è successo e non me lo perdonerò mai"
"Non è stata colpa sua, non poteva saperlo. Lei li ha riportati a casa. Non tutti ma quelli che sono qui la ringraziano" gli sorrisi e mi alzai.
"La ringrazio generale per tutto" gli porsi la mano ma lui si alzò e mi fece il saluto militare, io risposi e poi mi strinse la mano.
"Siamo fieri di lei signorina" gli sorrisi di nuovo e poi mi girai ma lui mi fermò.
"Un'ultima cosa. Alex aveva questa lettera nell'armadietto è per lei" la presi con la mano tremante e poi uscii ringraziandolo.

Salii in macchina e scoppiai a piangere. Era troppo, non mi meritavo tutto ciò. Partii e andai a casa di Pierre.
Scesi dalla macchina e suonai.
"Chi è?"
"Monkey sono io" lui mi aprí e io salii in casa. Era li sulla porta e io gli corsi in contro. Iniziai a piangere, lui mi portò dentro e mi appoggiò sul divano
"Ei ei piccoletta che succede?"
"Pierre non ce la faccio"
"Che succede?"
"s-sono dovuta andare alla base perché un m-mio ex soldato non ce l'ha fatta, il Generale mi ha detto delle cose così belle che non me le aspettavo e Alex m-mi ha lasciato...una lettera. Io non ce la faccio" mi strinse a se e mi diede dei baci sulla testa
"piccolina si che ce la fai, ci sono io qui con te e non piangere per ciò che ti detto il Generale perché saranno tutte cose bellissime. Mi vuoi dire che ti ha detto mh? ti va?"

"mi ha iniziato a dire c-che si trovano poche persone come me, che tutti volevano essere sotto il mio comando perché non ero come gli altri io ci tenevo, mi preoccupavo per loro e li difendevo. Mi manca quel mondo ma ne ho paura. È colpa mia se adesso certe persone non sono tornate a casa dalle loro famiglie è tutta colpa mia"
"ei nono non lo dire neanche per sogno ok piccolina? non è colpa tua, ti conosco e so che ti darai la colpa all'infinito. Io non so cosa sia successo quel giorno e cosa tu abbia passato però lo sai che quando vuoi me lo puoi raccontare. Però so una cosa su di te e che non puoi controllare il futuro ma quando ti impegni su qualcosa e ci tieni vuoi avere tutto sotto controllo. Ma piccola non puoi, non puoi controllare la morte o i proiettili. Tu hai fatto tutto il possibile e lo so perché ti conosco e capisco ciò che ti ha detto il Generale perché io ti affiderei la mia vita"

Alzai il viso e incontrai il suo sguardo, mi fece un sorriso dolce e mi accarezzò la guancia togliendomi le lacrime.
"Monkey ti voglio troppo bene e non ti merito. Abbiamo passato molti anni separati ma eri sempre nei miei pensieri e sopratutto nel mio cuore, in pochi ci rimangono ma tu hai proprio creato un tuo spazio e nessuno te lo ruberà. Ti ho sempre considerato come un fratello maggiore e sempre lo sarai. Non ti lascerò mai più andare, metterò da parte il mio orgoglio e scalerò pure le montagne se ci sarà bisogno anche la muraglia cinese pur di non perderti"
"piccolina non farmi piangere. Tu meriti il mondo piccola mia e non ti abbandonerò mai più tranquilla" gli sorrisi e lui mi diede un bacio in fronte.
Eravamo semplicemente io e lui, tra le nostre lacrime e i battiti del nostro cuore. Mi stringeva fra le sue braccia dove ho sempre trovato un riparo, era la mia casetta dove andavo sempre quando mi facevo male o litigavo con la mamma. Lui era ed è la mia casa...

vecchi ricordi e nuove scoperte //Charles LeclecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora