Hearts Broken in Two

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24 MARZO 1986

Mi domandai se tornare a casa con Billy fosse stata una buona idea. Forse avrei dovuto rimanere a casa di Mike. Lo guardai di sbieco mentre arrotolai gli spaghetti attorno alla forchetta per l'ennesima volta. Non riuscivo a sentire appetito. Non sapevo se stessi provando più angoscia o sensi di colpa. Non passava un minuto senza che non pensassi alla fossa che mi stavo scavando da sola. Billy si servì una porzione di spaghetti e così com'era venuto per cucinare se ne andò a sedere sul materasso per cenare. Non riuscivo a guardarlo troppo a lungo. Se lo facevo, la morsa allo stomaco diventava agonizzante. Avevo poco da lamentarmi: me l'ero cercata io. Ero io ad aver catalizzato questo distacco.

La TV era sintonizzata sul notiziario. L'investigazione sull'omicidio di Chrissy stava proseguendo. I giornalisti annunciarono che la polizia stava attualmente setacciando Hawkins e dintorni alla ricerca del sospettato. All'ennesimo menzionamento di un certo alunno dell'ultimo anno di Hawkins High, Billy spense la TV. 

-Guardare le news è solo peggio. - dissi, spezzando il silenzio pesante che regnava ormai da quando avevamo lasciato casa Wheeler nel pomeriggio.

Fui accolta dal silenzio. Azzardai un'occhiata nella sua direzione. Non potevo vedere la sua espressione perché mi dava la schiena. Continuò a prendere il piatto a forchettate come se effettivamente non avessi detto nulla.

-Grazie per la cena. Non volevo che facessi tutto questo.

-Non è un peso. – rispose infine, piatto.

La verità di quelle parole mi colpì in pieno viso come uno schiaffo. Sapevo bene quanto l'intera situazione lo turbasse anche se non lo dava a vedere.

-Sai che è per il meglio. 

Billy scosse la testa. -Per il meglio. – mormorò con voce quasi inaudibile.

Mi morsi il labbro per contrastare con la gola bruciante. Era difficile resister all'impulso di alzarmi e andare ad abbracciarlo, dirgli di dimentare tutto ciò che gli avevo detto e fare come se non fosse successo nulla. Guardai fuori dalla finestra, dove la luce dell'insegna del cinema brillava nel buio serale. Due auto della polizia sfrecciarono per la strada. Si trattava sicuramente delle pattuglie che erano alla ricerca di Eddie. Mi voltai al tintinnio del suo piatto con il piano di ceramica. Lo lasciò lì, mezzo pieno, poi attraversò nuovamente la stanza accendendo la sigaretta che era sospesa fra le sue labbra. Non l'avevo mai visto fumare tanto come in questi ultimi giorni. Allontanai il mio piatto. Più mi sforzavo di mangiare, più mi veniva il voltastomaco.

-Mi dispiace. - dissi. 

Esalò il fumo con il viso inclinato verso il soffitto, come se ci stesse rinunciando. Poi si voltò a guardarmi. -Sei qui, eppure ho l'impressione che sei così lontana.

Ruppi il contatto visivo, turbata. Tirai le maniche del maglione fino a nascondervi le mani. -Non è facile.

-Non ho mai detto che lo fosse.

-Allora cerca di capire.

Si passò stancamente una mano sul viso con un sorriso amaro. -Ci sto provando. Giuro che ci sto provando. Ma non ci riesco. Non capisco più niente.

Non risposi. Lasciai che il silenzio si allungasse fino a tendersi più di prima. Lasciai che Billy consumasse la sigaretta con tiri frequenti mentre teneva lo sguardo incollato alla finestra. 

-So che adesso non sembra così. – sussurrai, sperando di risultare convincente. -Ma sarà più facile per te in questo modo.

 Scosse la testa. -Parli già come se fosse già tutto perso. Come se sapessi già...

Good Girl | Billy HargroveWhere stories live. Discover now