Not so Lovers Lake

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30 NOVEMBRE 1985

Max e Billy avevano abbandonato la strada principale per immettersi in una strada sterrata sulla quale evidentemente la neve non era stata sgombrata, e tantomeno ci avevano messo il sale. Max guardava la fila di alberi spogli che li circondava mentre la Camaro sussultava regolarmente sui dossi e buchi. Oltrepassarono un cartello con scritto "Lovers Lake" ed arrivarono in una sorta di spiazzo, o meglio radura, davanti alla quale si estendeva un ampio lago.

-Come conosci questo posto? Ci porti le tue conquiste? – lo istigò.

Da sotto le lunghe ciglia, Billy le lanciò un'occhiata di sbieco e fermò il motore lasciando le chiavi nell'ignizione perché potesse circolare l'aria calda.

-Ew, osceno.

-Non ho detto nulla. Hai fatto tutto da sola. Dai, passami il mio. – gli indicò i due sacchetti fra le sue gambe. Sbirciò nel primo controllando se ci fossero i due burger, e glielo passarono. Iniziarono a mangiare in silenzio, e nel frattempo si guardava un po' intorno. Uno strato fine di ghiaccio ricopriva l'acqua del lago, creando giochi d'ombra laddove i deboli raggi del sole non la toccavano. Si domandò se il ghiaccio fosse abbastanza spesso per pattinare, le era sempre piaciuta l'idea di farlo su una superficie naturale come si vede fare in alcuni film. Quando finì di mangiare i tre quarti del suo cheeseburger, si rese conto che era già più che sazia. Diede un'occhiata riluttante al contenuto del suo milkshake, almeno quello voleva finirlo. Colse Billy a guardarla, scuotendo la testa. Lui aveva già terminato i suoi due bacon cheeseburger e stava terminando le patatine rimanenti.

-Che c'è?

-Te l'avevo detto. Per te il Little basta e avanza.

Max sbuffò. -Non c'entra. Oggi a pranzo mi sono servita due volte con il polpettone.

Lui la ignorò e le prese l'hamburger dalle mani, ficcandoselo in bocca senza troppi complimenti. Max decise di fare uno sforzo e terminò il suo milkshake con un terribile rumore di risucchio che risuonò nell'abitacolo.

-Allora, ti hanno interrogata o no? – domandò, pulendosi le mani con i tovaglioli di carta.

Max storse il naso. -No. Per fortuna, perché so già che nessuna equazione mi è uscita correttamente.

Aveva ancora i fogli con sè. Li estrasse dallo zaino ai suoi piedi e li sfogliò finché non trovò la pagina maledetta. Non sapeva bene perché volesse mostrarglieli, non l'aveva mai fatto. D'altronde dubitava che lui ci capisse qualcosa. Billy, però non fece commenti a riguardo e afferrò i fogli appoggiandoli sul volante. Max nel frattempo si distrasse a guardare fuori dal finestrino. Tutto sommato, il posto in cui si trovavano era molto bello.

-Qui ci vuole "dx".

Si voltò a guardarlo, esterrefatta. -Come scusa?

Sospirò, spazientito. Le indicò l'inizio dell'equazione con l'indice. -Qui, Max. Qui ci vuole "dx". Per quello ti è uscito tutto sbagliato.

-Come fai a saperlo? – prese i fogli dalle sue mani e, fissando la zona che le aveva indicato, provò a discernere il senso di mettervi una "dx", invano. Incomprensibile. E lui come diavolo faceva a capirci qualcosa?

Billy le lanciò un'occhiata pigra, bevendo un sorso di Coca. -Per quanto possa sorprenderti, non sono stupido come ti appare.

-Non l'ho mai pensato. – si affrettò a rispondere. Sapeva che Billy non era stupido. Era lui a decidere di non impegnarsi a scuola. Fece spallucce. -Non ti facevo il tipo da quelle cose. Mi aiuterai, quindi?

-Mica lo faceva quell'idiota del tuo ragazzo?

-Lucas.

-Sì, come vuoi.

Good Girl | Billy HargroveWhere stories live. Discover now