Maxie

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7 FEBBRAIO 1986

BILLY

Non riuscivo a prendere sonno. Dovevano essere almeno un paio d'ore che guardavo Max, addormentata fra le mie braccia. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Ero consapevole di come l'impulso di guardarla dormire si inserisse in tutti gli stereotipi saccariferi che mi ero sempre vantato di sfidare. Le luci dei lampioni che attraversavano le persiane della finestra rendevano la sua figura – se possibile – ancora più pallida. Una bellezza eterea, una cosa rara. Mentre, inconsciamente, l'avvicinai di più a me respirando il suo profumo ora mischiato al mio, realizzai che ero spaventato. Era un tipo di paura totalmente diversa da quella che avevo provato quella sera.

Per la prima volta nella mia vita, sapevo che avevo qualcosa da perdere.

Non avevo mai sentito il bisogno di essere protettivo o dolce nei confronti delle ragazze che scopavo. Era quindi molto facile deridere le smancerie romantiche. Max suscitava qualcosa in me. Quando la guardavo, volevo proteggerla da tutto. Volevo vedere quegli occhi sorridere. Diavolo, non ero bravo in queste cose. Non sapevo se ne sarei stato capace. Non mi sentivo all'altezza. L'unica cosa che avevo provato finora, era la mia capacità di ferirla. Dopo tutto ciò che le avevo infierito, lei era venuta a cercarmi. Era ancora qui, nel mio stesso letto, stretta contro di me. Doveva significare pure qualcosa, no? Se fra tutti i posti del mondo, l'unico posto nel quale si sentiva protetta fosse questo. Le ero grato per non arrendersi, per non abbandonarmi quando era tutto ciò che meritavo. Volevo dimostrarle che questa volta non s'era sbagliata. Volevo provarci.

Consapevole che per il momento non sarei riuscito ad addormentarmi, mi alzai dal letto scivolando via da lei e facendo attenzione a non svegliarla. La coprii con il lenzuolo, senza riuscire a fermare il mio dito che le sfiorò il braccio nudo. Mi infilai un paio di boxer e mi avvicinai al davanzale della finestra, raccattando il pacchetto di sigarette al suolo. Aprii la finestra che si trovava dalla parte opposta della stanza, non volendo farle sentire il freddo. Appoggiando le braccia al davanzale, aspirai il primo tiro dalla sigaretta. La sua punta si illuminò di arancione acceso nel buio notturno. L'aria gelata fece rabbrividire il mio corpo intero, colpendo la mia pelle nuda. Mi fece sentire vivo. Non m'ero mai sentito vivo come questa notte. Senza che potessi controllarlo, un sorriso si formò sulle mie labbra. L'intera situazione era un disastro, ma cazzo se non mi sentivo felice in questo momento.

Tornai all'interno e andai a frugare fra i cassetti del mobile in salotto. Ne estrassi diverse cassette ed una cassetta vuota. La inserii nella piastra a cassette, assieme ad una cassetta contenente una canzone. Premetti contemporaneamente sul bottone della registrazione e della riproduzione, badando a tenere il volume basso. Registrai almeno dieci canzoni. In queste due settimane, avevo davvero avuto tempo per pensare a tante cose. La solitudine m'aveva in un certo senso aiutato. Avevo ascoltato tanta musica, generi che non erano normalmente il mio stile ma che mi ricordavano lei. Perché era l'unico modo per connettermi a lei. Mezz'ora dopo il mixtape era pronto. Estrassi la cassetta e stappai un pennarello indelebile con i denti, scrivendovi sopra.

Quando tornai nel letto Max stava dormendo profondamente. Ma non appena sollevai la coperta sdraiandomi accanto a lei, si accoccolò al mio fianco nascondendo il viso nell'incavo del mio collo. Il contatto con il suo corpo caldo e nudo mi fece rabbrividire, la strinsi contro di me e ci coprii entrambi con la coperta. Non appena il mio naso affondò fra i suoi capelli, un sospiro sollevato lasciò le mie labbra. Per la prima volta dopo tanto tempo, il sonno mi accolse fra le sue braccia in un battibaleno.

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MAX

Fu un tocco leggero come una piuma a farmi riemergere dal mio sonno. Un tocco caldo e attento che mi diede il buongiorno, spostandomi una ciocca di capelli dalla guancia. Mi stiracchiai lentamente, sentendo quel dito allontanarsi automaticamente.

Good Girl | Billy HargroveWhere stories live. Discover now