I still want you girl

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6 FEBBRAIO 1986

Quella sera tornai da scuola all'orario di cena. Ero rimasta in biblioteca con l'intenzione di ritardare il più possibile il momento in cui sarei dovuta tornare a casa. Una volta aperta la porta, trovai Neil. Seduto sulla poltrona, ai suoi piedi erano disposte diverse lattine vuote di birra. Da quando Billy se n'era andato aveva aumentato la sua dose giornaliera di alcool e la spazzatura si riempiva molto più rapidamente. Era diventato più irritabile e la mia più grande paura era rimanere in casa sola con lui. Dopo aver testimoniato della sua violenza inconsiderata contro Billy, soprattutto l'ultima volta, non riuscivo più a sentirmi tranquilla in casa. Osservavo ogni piccolo suo gesto, ogni scatto delle sopracciglia o della mascella con il fiato sospeso, in attesa che alzasse le mani su mia madre.

-Sei tornata più tardi.

Mi tolsi le scarpe e appoggiai lo zaino contro il muro, dandogli la schiena per non mostrargli la mia smorfia disgustata. Sentivo la puzza di alcool da lì.

-Prendo il bus adesso.

Grugnì un assenso, con il rumore di lattina che veniva aperta. L'ennesima.

-Già, perché quel disgraziato di tuo fratello ha deciso di lavarsene le mani. E devo pure finire questa birra da due soldi.

Lo disse come se si trattasse attualmente di un sacrificio. Decisi di ignorarlo, perché altrimenti non avrei tenuto a freno la lingua. Mi diressi in cucina. Mi irrigidii quando sentii la poltrona scricchiolare. Neil mi raggiunse.

-Lo vedi il lavandino?

Aggrottai la fronte, appoggiando il bicchiere di latte che m'ero preparata sul piano di lavoro.

-Sì...

-Perché non hai messo a posto la ciotola e la tazza? 

Mi voltai a guardarlo, stralunata. Non era mai stato un problema. Appoggiato allo stipite della porta, mi fissava con quell'aria contrariata, in attesa che avessi una giustificazione plausibile per un simile errore.

Feci spallucce con fare esitante, dando un'occhiata agli oggetti in questione.

-Metto a posto quando arrivo da scuola.

-Voglio che lo metti a posto subito. Questa casa deve rimanere ordinata, non voglio vedere cose in giro.

Il mio essere ribelle fece sii che non riuscii a contenere il piccolo scatto del sopracciglio, segno del mio disaccordo. Per iniziare, Neil doveva essere il primo a non lasciare in giro per casa le bottiglie e le lattine.

Neil sollevò le sue, di sopracciglia, in un misto di incredulità e di seccatura. -C'è qualcosa che non va?

-No. Niente.

Annuì, staccandosi dalla porta e avvicinandosi al lavello. Mi feci da parte, mettendo più distanza possibile fra noi.

Spruzzò una quantità generosa di sapone sulla spugna e aprì il rubinetto. Iniziò a sfregare con vigore, troppo vigore. -Vedi? Non è dannatamente difficile. Basta solo lavare, - e sciacquò le stoviglie prima di sbatterle rumorosamente sullo scolapiatti.  -...e lasciare asciugare.

Sussultai.

-Tua madre è troppo occupata a pensare al suo lavoro invece che preoccuparsi della tua educazione. Ed ecco i risultati. – biascicò, alzando il tono di voce.

-Certo.

Mi uscì spontaneamente dalle labbra, in un sussurro appena pronunciato, perché Neil era proprio l'ultima persona a dover parlare. Si voltò a guardarmi, stringendo gli occhi.

Good Girl | Billy HargroveWhere stories live. Discover now