Mi guardarono a occhi spalancati. Strinsi la mascella, frustrata, nel notare come le loro figure mi apparvero sfocate e come la mia voce si fosse incrinata verso la fine. -Non è mai vero. Sarebbe stato strano se lo stronzo non mi avesse maledetta. Me lo sarei dovuta aspettare. 

Guardai altrove, sentendo il peso del loro sguardo addosso. Presi un respiro profondo e tornai verso la scrivania appoggiandovi sopra le lettere rimaste. Picchiettai nervosamente le dita su di essa. Diverse volte. Mi diedi diversi secondi per darmi un contegno. Non volevo che mi vedessero fragile.

-Che diavolo è questa roba?

Mi voltai con uno scatto. Billy aveva la sua lettera in mano con aria sconcertata e adirata. La cosa mi mandò in escandescenza.

-Ti ho detto di non aprirla! Non volevo che l'aprissi!

Si alzò in piedi, lanciando la busta sul grembo di Steve. -Non mi frega niente di ciò che vuoi. Andiamo fuori.

Scansai la sua mano. -No.

-Max. – i suoi occhi mi diedero un chiaro segnale di avvertimento. Riuscì ad afferrarmi per il braccio, guidandomi un po' troppo bruscamente verso le scale del seminterrato. Non seppi se fosse una messinscena per non destare sospetti o se a quel punto fosse veramente arrabbiato, in ogni caso mi fece male. I ragazzi si drizzarono a sedere e guardarono la scena con sguardo apprensivo.

-Billy, forse non... 

-Gli affari tuoi, Harrington. – tagliò corto, trascinandomi su per le scale.

-Puoi finire di recitare adesso. – sputai, una volta al piano terra.

-Non sto recitando, cazzo.

Non appena fummo fuori casa Wheeler mi liberai con uno strattone. Billy si sbatté la porta alle spalle e aprì nuovamente la lettera. Feci per dire qualcosa, ma mi precedette.

–"Caro Billy," – iniziò a leggere con un tono di voce poco pacato. –"...quando leggerai questo probabilmente io non ci sarò più. D'altronde dovevamo aspettarcelo: ciò che c'era fra noi non era mai destinato a durare".

Incrociai le braccia al petto e guardai altrove. Sentii le mie barriere salire come recinti di metallo pronti a farmi da scudo.

-E questo. Questo: "Voglio che tu faccia una cosa per me, voglio che realizzi il sogno di entrambi e torni finalmente a Cali."

Scossi la testa, lasciandomi sfuggire una risata nervosa. -Non capisco cosa ci sia di così...-

-"Non lasciare che la mia mancanza ti faccia chiudere in te stesso. So che là fuori c'è la ragazza alla quale riuscirai ad aprire il tuo cuore." Cos'è 'sta roba?

Mi agitò la lettera davanti agli occhi. Gliela strappai di mano guardandolo in malo modo. -Non rispetti mai né le mie condizioni né i miei limiti. Sei incredibile.  

-Ti ho fatto una domanda.

-Okay, ecco la tua risposta: cerco di facilitare le cose va bene? – appallottolai rabbiosamente la lettera e la buttai a terra.

-Facilitare le cose? – sollevò le sopracciglia. -Sul serio?

-Mi rimangono a malapena tre giorni, Billy. Le possibilità che riusciamo ad uccidere Vecna prima che lui uccida me sono bassissime.

Si avvicinò a me. -Non è vero. Abbiamo fatto progressi, dobbiamo solo capire come arrivarci come si ha fatto tutte le altre volte. E non è mettendo i carri davanti ai buoi che si sistema le cose.

Ritornò. Quel fronte freddo. Dove lui ci andò ancora troppo forte e io mi congelai fino alle ossa, rinchiudendomi in me stessa.

Le sue parole schiette furono come uno schiaffo in faccia. -Non penso di poter continuare. – dissi infine.

Good Girl | Billy HargroveWhere stories live. Discover now