Capitolo 11. "Ospiti indiscreti."

13 3 0
                                    

Era così tremendamente buio.
I raggi lunari si confondevano tra la fitta selva.
Ricordo di essermi fatta così tante domande alle quali non ero in grado di rispondere.
Jane, che camminava silenziosamente al mio fianco, tremava per la paura di essere trovata da Victor.
Mi era parso una brava persona quando lo avevo incontrato per la prima volta, nonostante il suo comportamento nei miei confronti.
Quando gli parlai delle mie intenzioni riguardo la Laguna mi trattò come una bambolina indifesa, cose se avessi la necessità di un uomo accanto per ogni evenienza.

"Siamo quasi arrivate alla piazza principale."

Guardai difronte a me, Jane aveva ragione. Continuammo a camminare rallentando, mano a mano che avanzavamo, il passo in modo da non dare nell'occhio.
Vidi in lontananza il vestito di Dumitra e mi fermai di scatto:stava parlando con Victor, sembravano intimi amici o forse, persino qualcosa di più.

"Dumitra conosce Victor."

Jane aveva un'aria di dubbio.

"Certo che lo conosce, sono molto amici da sempre!"

Non appena notò la mia espressione si mise sulla difensiva e cominciò a raccontare.

"Oh, giusto, non lo dire in giro, né tantomeno a Dumitra. La signora stoica non approva, lo so solo dal momento che una volta insieme a Victor,a bussare alla porta di mia zia, c'era anche lei."

Perciò Victor aveva presentato Dumitra a Helena.
Avrei voluto chiederle perché sua zia era perseguitata dalla presenza di quel ragazzo ma Jane mi sorrise sussurrandomi parole incomprensibili e raggiunse i suoi genitori in negozio.
Mi trovai nuovamente sola tra completi sconosciuti e una coppia dalla intenzione poco chiare.
Fortunatamente furono in molti ad avvicinarsi per complimentarsi con me per l'abito, in particolare i cittadini del villaggio, e il resto della serata volò via senza ulteriori complicanze, o almeno così pareva.

I giorni a venire furono particolarmente oziosi, non ho nulla da riportare a riguardo.
Tenni le lezioni di tedesco come era stato detto, restituì l'abito che avevo usato in occasione della fiera solo dopo averlo pulito con cura.
Dumitra non notò nulla di diverso nell'aspetto del vestito o perlomeno non lo diede a vedere.
Era una ragazza dalle caratteristiche controverse, misteriose, e forse, qualche segreto lo nascondeva per davvero.
Le notti erano diventate fredde e rumorose per via dei troppi temporali che peraltro mettevano a dura prova il sonno leggero di Dumitra.
Ogni volta che scendevo in salotto nel cuore della notte trovavo la ragazza intenta a passare il tempo con qualche libro.

Un lunedì mattina, proprio mentre la mia mente divagava trai sogni più bizzarri e disparati, un corvo molto grande si poggiò su un ramo giungendo sino quasi alla mia finestra e prese a gracchiare con insistenza.
Mi lamentai rigirandomi tra le coperte finché il fastidio non si tramutò in rabbia e mi decisi a balzare fuori dal mio caldo nascondiglio.
L'autunno si faceva sentire.
Quando scesi per la colazione Oana mi fermò a metà corridoio, era visceralmente emozionata per qualcosa, lo percepivo da tempo.

"Dimmi Oana, cosa è successo di così speciale?"

La bambina fu felice della mia domanda, sono certa tuttavia che me lo avrebbe raccontato ugualmente.

"Oggi in città arriva il circo! Ti va di venire?"

Esitai di fronte alla sua proposta, si trattava di una bambina, non sapevo se i genitori sarebbero stati d'accordo.

"Ne parlerò con i tuoi genitori e Dumitra, mi piacerebbe tanto!"

Oana sbatté i piedi facendo il broncio.

"Che succede Oana?"

Eliana giunse alle nostre spalle con autorevolezza ma sentendo la dolce proposta della figlia si intenerì all'istante.

"Saremmo onorati di averti con noi per la  nostra piccola gita di famiglia!"

Allora era deciso, dopo pranzo saremmo partiti e saremmo tornati soltanto in tarda serata.
Dumitra a tavola non fece altro che raccontare aneddoti divertenti sulle loro esperienze precedenti al circo.

"Mi raccomando Elvira, vestiti normalmente, non abbiamo ospiti e curiosi da impressionare in città."

Poi mi fece L'occhiolino e corse, nel senso proprio della parola, a prepararsi.
Per la prima volta vidi la famiglia in abiti adatti al contesto storico di quel periodo.
Dumitra mi fece entrare inoltre nella sua stanza da letto e mi mostrò tutti i suoi vestiti affinché potessi scegliere qualcosa di adatto.
Rimasi affascinata dalla quantità di abiti estremamente costosi che possedeva.
A sorprendermi ancor di più fu la semplicità e umiltà  con la quale mi prestò dei capi d'abbigliamento di sartoria senza raccomandazioni o accenni di vanto.
Il circo romeno fu una novità piacevole, si esibirono numerosi acrobati e giocolieri appartenenti a importanti famiglie di circensi, così mi spiegò Eliana.
Mangiammo in un ristorante rinomato e di classe, per quanto riguarda il loro stile di vita, quella fu un'esperienza come le altre, ma per una me ragazzina e che di costoso in casa aveva avuto solo il televisore fu tutto nuovo.
Quando tornammo a casa ero stremata,mi addormentai persino in macchina come una bambina.
Una volta nella mia camera mi stravaccai sul letto e mi sforzai di togliere e ripiegare ciò che indossavo, di modo che la mattina successiva li avrei riportati a Dumitra senza pieghe o macchie.
Era una notte fredda, il cielo venne illuminato più volte da lampi luminosi ma neanche una goccia di pioggia sbatté contro la mia finestra.
Mi voltai sul fianco socchiudendo gli occhi ma non riuscì a dormire in nessun caso.
Un frastuono proveniente dal piano inferiore mi risuonava nelle orecchie.
Sembravano passi di un gigante, regolari e tanto pesanti da far tremare il terreno.
Decisi di restare nel mio letto al caldo, ignorai il rumore finché non dovetti coprire le orecchie con il cuscino.
Ad ogni minuto che trascorreva tutto ciò si faceva più insopportabile.
Accesi la luce e controllai l'ora sul mio orologio: segnava le 3:47.
A quel punto, per la disperazione, mi infilai una felpa che profumava ancora di Germania e di casa e balzai giù dal letto.
Non appena scesi le scale mi accorsi di essere sola.
Villa Stoica aveva due piani, il pianoterra, dove si trovavano la sala da pranzo, la cucina, un salotto e un bagno; e il piano superiore ove invece erano situate le camere da letto, bagno personali e stanze private.
Mi trovato al pianoterra, mi sedetti sul divano, eppure ero certa che il rumore provenisse da sotto il pavimento, rimbombava rumorosamente sotto i miei piedi.
Perciò mi accovacciai e accostai l'orecchio al pavimento per origliare.
Sentì chiari passi, mi sembrò che qualcuno stesse salendo scale e che stesse giungendo sempre più vicino, finché una mano non si poggiò sulla mia spalla.
Non avevo udito nessuno scendere le scale e questo in quel momento mi portò ad un'unica conclusione.
Sussultai e il respiro mi si spezzò.
La mano si spostò di riflesso e pur essendo raggomitolata a terra vidi la figura indietreggiare nella penombra.

"Elvira, calmati, sono Dumitra! Cosa fai ancora sveglia?"

If I Was Your VampireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora