Capitolo 10

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Non so se ero più scioccata per aver scoperto che Kristen era la sorella di Robert, e la mia sorellastra o perché la madre di Kristen era mia madre. Forse per entrambi. Mi paralizzai al suolo, il mio respiro era a mille e mi pizzicava la gola dalle lacrime che avrei voluto versare.

  «Cosa?» Mi uscì dalla gola. Lei si avvicinò a me, cercando di toccarmi il capo e accarezzarmi. Ma d’istinto mi scostai.
  «Selena..» Sussurrò dolce,
 «Mamma..» sputai acida.
«Mi dispiace.» Mormorò, portandosi le mani in grembo. «Ma con Eric non ero felice. Io non amo più tuo padre.» Confessò. Quelle parole risuonarono come coltelli che mi tagliarono a metà.
 «Mi hai abbandonata..» Sussurrai, abbassando lo sguardo. Avevo la vista offuscata a causa delle lacrime che minacciavano di scendere e rigarmi il viso. «Te ne sei andata via.. lasciandomi da sola.»
  «C’era tuo padre.» Difese lei.
 «Pensi che per me sia stato facile? Ritornare a casa e non trovare l’affetto di una madre. Eravamo famiglia a metà.»
  «Mi dispiace, ma io non ero felice.»
  «E così hai deciso di non far felice me per far felice te.» Dissi. Strinsi i pugni e ingoiai la bestemmia che avrei voluto dire.
  «Non dire niente a tuo padre.» Sussurrò.
  «Ma certo che no. Lo farei del male. Io non sono egoista come te.»
  «Adesso vai fuori di qui.» Disse piano, guardai Robert che era senza parole, Kristen che mi guardava senza proferire parola.
  «Ma ovvio. Tanto per me sei come morta.»

Uscii fuori da quella casa, aspirando forte e rigettando indietro le lacrime. Poco dopo venne Kristen e Robert.
  «Selena..» Mi chiamò lei.
  «Quindi sei mia sorella.» Enunciai con disgusto. Lei annuì grattandosi la tempia. «Beh, ci sentiamo allora.»
  «Aspetta..» Mi fermò prendendomi per un braccio. Mi guardò per un lungo istante e poi mi lasciò andare. La guardai andare via.
Un po’ mi assomigliava. Solo che lei aveva più autostima di me quindi sapeva gestire meglio la sua bellezza. Robert rimase con le mani in tasca a guardarmi.
 «Non vuoi uscire più con me?» Domandò. Ci pensai un po’.
  «No.» Confessai. Come potevo continuare a uscire con un tizio la cui madre era la mia? La cui sorella era la mia? Tecnicamente sarebbe stato come uscire con un fratellastro. Rabbrividii al pensiero.
 «Mi dispiace.» Aggiunsi, lui annuì.
  «Anche a me. Ma ti capisco, beh ci vediamo in palestra.» Mormorò andando via. Mi tolsi i tacchi, anche se ero in mezzo alla strada,
 “dannazione.” Non avevo il passaggio, era stato Robert ad accompagnarmi. Chiamai Ariana, ma non rispose. Quindi mi sedetti un po’ sul marciapiede.
  “Casino totale.”
Era il termine giusto e il primo che mi venne in mente.
La mia vita era ufficialmente una bomba nucleare per i neuroni. Il mio cervello, la mia mente era talmente incasinata che nemmeno i malati di ordine potevano mettere apposto.
 Mi arrivò un messaggio da Justin.
  Ti accompagno io a casa.
 
  Accettai, anche se questo significava restare a guardare fuori al finestrino tutto il tempo per non piangere e non pensarlo. Avevo avvisato Ariana con un messaggio, dicendole che stavo andando a casa. Justin era stato gentile ad offrirmi il passaggio.
  «Wow che casino.» Disse, mentre accese il motore.
 «Esattamente.» Mormorai. Mi sentivo in dovere di chiedergli scusa, di dirgli che mi dispiaceva per non averlo più calcolato, di averlo risposto male quando lui con me si comportava benissimo.
   «Ti chiedo scusa.» Sussurrai.
Lui mi guardò, «Mi sono comportata di merda con te. Quando non te lo meritavi nemmeno, solo che.. mi ha mandato su tutte le furie vederti con lei, di nuovo, dopo tutto il male che ti ha fatto.» Confessai.
  «Ti perdono.» Rispose semplicemente.
Arrivammo fuori casa ed io scesi dalla macchina.
  «Buona notte.» Mormorai, lui mi guardò e mi prese per un polso, attirandomi a se, facendomi ricadere di nuovo sul sedile dell’auto.
  «Non andare via da me.» Disse, per poi riaccendere il motore, facendomi uscire e andare via.
Rimasi senza parole. “Non andare via da me.” Che significava? Io non me ne stavo andando da nessuna parte, stavo semplicemente andando a casa. Perché ci teneva così tanto a me? Ogni volta che Justin mi confessava qualcosa scappava via, perché? Mi spogliai e mi struccai infilandomi nel letto.

Mi avevano assegnato il ruolo di narratrice. Avrei dovuto narrare vari frasi dal libro, mentre gli attori recitavano sul palco. Era una noia mortale passare il sabato pomeriggio a scuola, mentre avrei potuto passarlo a correre nel parco. Eravamo a finale delle prove, la scena dove i due innamorati si davano l’ultimo bacio prima di lasciare il mondo per sempre.
  «Avanti signorina Gomez.» La prof diede il via ed io lessi la prima frase.
  «Queste gioie violente hanno fini violente.
Muoiono nel loro trionfo, come la polvere da sparo e il fuoco,
Che si consumano al primo bacio
.» Narrai piano, alzai gli occhi e guardai la scena. Justin che si avvicinava piano a Kristen, la cingeva i fianchi, la guardava negli occhi, la piegava in un lato e la baciava piano. Distolsi immediatamente lo sguardo prima che le loro labbra si fossero toccate. Ariana mi venne vicino e sorrise piano.
  «Oddio, da come li guardi sembra che tu ci stia male.» Mormorò, rosicchiando un salatino.
 «Ma no, solo che la parte doveva essere mia.» Mentii, ma sì che ci stavo male, cazzo. Ci stavo da schifo.
  Le prove erano finite, Justin mi aveva salutato con un cenno del capo prima di andare via con Kristen. Ariana non sapeva niente di quello che era successo quella sera a casa di Robert. E non volevo nemmeno dirglielo, lei aveva già i suoi problemi non volevo aggiungere i miei. Entrai in macchina e mi diressi a casa.
  Mi chiamò Pattie: «Hey Pattie!» Misi il vivavoce mentre mi sistemavo la cintura.
  «Tesoro, come va? Ti sto disturbando?» Chiese dolce,
  «Assolutamente no. Sto bene, lei?» Chiesi, uscendo dal parcheggio della scuola.
  «Anch’io, mi stavo chiedendo. Domani sarà il compleanno di Justin, fa 19 anni. Volevo organizzargli una festa a sorpresa, mi stavo chiedendo.. tu sei la ragazza, no? Quindi ti va di aiutarmi?»
  Frenai al semaforo rosso. “Cazzo.”
 «Ma certo. L’aiuterò senz’altro.»

Il ragazzo che aspettavo.Where stories live. Discover now