Capitolo Speciale #5

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Passarono i giorni.. e le litigate. Non riuscivo a capire perché continuavo a litigarci quando avrei potuto ignorarla con facilità. Ma non volevo.

Quindi, la invitai (con forza) a casa mia. Inventando la scusa che mia madre aveva organizzato una cena ecc.. non era niente vero. La verità era che volevo stare con lei.

Mi sentivo così in ansia, quando andai a prenderla sotto casa.

Quando uscii dalla porta beh.. niente. Era bella e basta. Ma era incazzata a morte con me.

«Merda Bieber, potresti essere più puntuale la prossima volta?» Disse acida, cosa le avrei dovuto rispondere? "Stronza, ho pulito casa da cima a fondo solo per te!" Ma la ignorai, accesi il motore e andammo via.

La sua espressione sembrava meravigliata quando, le aprii la porta e la feci accomodare a casa mia. Quando notò che non c'era nessuno, mi inventai una scusa su mia madre che aveva fatto tardi. Lei ci credette,

mi tolsi la giacca. "Diamine che caldo!" Mi sentivo nervoso, "PERCHE'?" Avevo bisogno di bere, andai in cucina e mi versai del vino. C'era troppo silenzio, cazzo, quasi insopportabile.

Ritornai dove c'era lei.

«Tutto bene?» Cercai di non sembrare emozionato. Lei annuì, «non ti ho chiesto se ne volevi perché.. beh immagino che tu non beva.»

«Esatto.»

Era troppo per me. Eppure una piccola parte di me la voleva. Quindi senza farmi scrupoli posai il calice di vino, mi avvicinai a lei e la baciai. O almeno.. feci per farlo ma lei si scansò... «Vuoi baciarmi per caso?»

Rimasi spaesato per un po': «Non posso?»

«..non sono la tua bambola.» Ottima risposta, non sapevo che dire..

«Hai dimostrato di esserlo visto che sei qui.» Diamine si stava incazzando.. il suo sguardo era di fuoco. «Mi hai schifosamente ricattato.» Rispose calma anche se dentro stava esplodendo. "Un punto per te, tesoro." Pensai, fissandola per un po' poi presi una sigaretta e l'accesi. Mi sedetti su una poltrona, lontano da lei. A volte mi faceva paura.. lei aveva qualcosa che mi faceva perdere le staffe e farmele trovare subito dopo. Non so se rendevo l'idea.

Incominciai a parlare di mio padre, mi confessai a lei. Mi fidavo. Strano lo so, ma io mi fidavo. E per ironia della sorte lei aveva il mio stesso problema solo con la madre. Mi dispiaceva davvero.. la capivo.

«.. a volte mi sento così solo.» Mi lasciai sfuggire. Sì, anche con tutto quello che avevo io mi sentivo tragicamente solo.

Mi vergognai quasi della mia confessione.. sopratutto perché non ricevevo nessuna risposta da parte sua.. fino a quando:

«Io..» La guardai, quando finalmente aprì bocca. «Vorrei dirti che non sei solo, ma so che sarà inutile.» "Perchè?"

«Anche perché quando io considerò te qualcuno, tu scapperai o non mi cercherai proprio più, nemmeno per questa messa in scena, e a quel punto io avrò salvato te.. ma chi salverà?»

Rimasi quasi sconvolto da quelle parole. Così sincere e dette al momento giusto. Rimasi sconvolto perché erano bugie.. io non me ne sarei andato.

Come potevo lasciare andare via una cosa che mi faceva sentire così vivo?


Il ragazzo che aspettavo.Där berättelser lever. Upptäck nu