Capitolo 15

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Camminavamo a passi lenti lungo il corridoio per arrivare alla sua camera. Passammo per una camera dove c’era un pianoforte. 

  “Oh, lui suona il piano?” Improvvisamente nella mia mente immaginavo una scena di me e lui, magari dopo aver fatto l’amore, io appoggiata con la testa sulla sua spalla e lui che suonava qualche dolce melodia. Arrivammo alla sua camera. Lui aprì piano la porta, con la mano libera mentre con quell’altra teneva stretta la mia. Accese la bajour e la luce arancia illuminava gran parte della stanza. Il copri letto era dello stesso colore del mare, le pareti erano color panna. Rimanemmo per un po’ a fissarlo.. sentivo l’imbarazzo dipingermi il viso. Fra di noi c’era un silenzio che faceva rumore. Potevo sentire il mio stesso battito, pulsarmi nelle orecchie.
  Io non l’avevo mai fatto, Justin non lo sapeva.
Lui piano mi riprese a baciarmi, mentre con le mani mi accarezzò il viso. Sotto il suo tocco la mia pelle prese fuoco. “Oddio.” Cosa stava succedendo al mio corpo? Improvvisamente non lo sentivo più mio. Sembrava posseduto da queste nuove emozioni, sensazioni. La pelle delicata di Justin toccava la mia, e più lo faceva più dentro di me cresceva il desiderio di qualcosa. Qualcosa che avevo censurato. Nella mia mente si accese un vortice di domande. “Sono pronta davvero? Mi farà male? Dopo averlo fatto mi lascerà andare via?” Ero nel panico interione. Le sue mani mi tolsero lentamente la felpa, ed io gli sbottonai alcuni bottoni della camicia. Era come se fosse tutto al rallentatore, lui mi fece stendere piano sul letto. Non riuscivo ad aprire bocca, sembrava così dolce, così esperto. Mi tolse piano le scarpe e le calze. Poi ritornò a baciarmi. Le nostre labbra scocciavano ad ogni bacio leggero, sentivo il calore del suo corpo sopra al mio.
  “Non fare l’imbambolata!” Mi rimproverai mentalmente, quindi allungai le braccia verso di lui, finendo di sbottonare la camicia, facendola cadere lungo le braccia. Oddio, era meraviglioso, divino.
Di una bellezza unica. Sembrava un dio greco, qualcosa di perfetto, era bello come una vista mozzafiato sul mare, come una stella cadente, come un fiore appena sbocciato. Era bello. E in quel momento era mio. Le sue forti braccia, ricoperte di tatuaggi mi tenevano stretta a lui. Justin si tolse velocemente le scarpe e i calzini poi le sue mani arrivarono sul bordo della mia maglia sfilandomela dolcemente. Mi guardò il seno e sentii l’imbarazzo scoppiarmi dentro, lui sorrise. Se ne accorse.
  «Sei bellissima..» Sussurrò. La sua voce risuonò come una dolce melodia erotica che rivelata tutte le sfumature della lussuria. Mi sentivo desiderata e per la prima volta in vita mia, mi sentivo bene con me stessa. Era tutta una cosa nuova per me. Tutto. Mi sentivo così strana, in senso positivo, provavo una sensazione piacevole nel basso ventre. Nella parte più oscura di me, che nemmeno io conoscevo. Justin afferrò l’orlo della coperta e la tirò, infilò una mano sotto la mia schiena e mi alzò con un rapido gesto, adesso eravamo sotto le coperte. La schiena nuda al contatto con le lenzuola fresche mi fece rabbrividire. Lui sorrise ancora sulle mie labbra. Mi spogliò tutta, facendomi scivolare lentamente gli slip, lungo le cosce.
  Premette il suo ventre contro il mio, per farmi sentire quanto fosse già eccitato. I suoi occhi erano due pozze di caramello fuso, lucidi e pieni di carnalità. Con le mani gli toccai i fianchi, mentre lui avvolse le mani su entrambi i seni. Gemetti.
  Gli tolsi i boxer e dalla sua gola fuori uscì un gemito quando lo sfiorai con la mano. Oddio, sembrava metallo avvolto nella seta. Era duro ma contemporaneamente morbido. Ed era caldo. 
Mi morsi il labbro. “Perché improvvisamente desideravo tanto baciare tutto il suo copro?” Ogni centimetro, ogni angolo di pelle. Bello come il paradiso. La bocca di Justin passò dalle mie labbra a sotto il collo, fino ad arrivare fra i miei seni. Inalò forte.
  «Hai un profumo incredibile, Selena.» Mormorò e con le labbra mi fece il solletico. «Mi manda in estasi.»
  “Oh.” Era una cosa bella quella che aveva detto.
Mi sentivo amata, cazzo. Mi sentivo desiderata, come non mai.
Justin alzò il braccio e dal cassetto, vicino al letto, estrasse un preservativo. Sentivo l’ansia crescere dentro, man mano che le intenzioni erano più chiare. Guardai di nuovo fra le gambe di Justin.. era.. enorme.. come poteva .. “Calmati.” Mi urlai mentalmente, e riportai il mio guardo sul suo. Aveva le pupille dilatate, ed era estremamente attraente. I suoi occhi si mischiarono ai miei come se anche loro stessero facendo l’amore.
  «Sei. Così. Bella.» Enfatizzò ad ogni bacio sul mio collo. La sua bocca arrivò di nuovo fra i miei seni. Con una mano me lo stuzzicò e con la bocca lo lambiva e intanto una scossa di piacere impossessava del mio corpo, partendo dal seno e arrivando sotto l’ombelico, proprio . Le mie mani erano nei suoi capelli, li tirai appena un gemito non controllato fuoriuscì dalla mia gola. “Oddio.” Era divino. Lui ansimò quando gli tirai di nuovo leggermente i capelli, le sue mani scivolarono lungo i miei fianchi, con le dita fece cerchi attorno all’ombelico fino ad arrivare al pube. Mi paralizzai e lui sembrò notarlo. «Non avere vergogna..» Sussurrò, con la voce dolce come il miele. «Non avere vergogna.» Ripeté, avvolgendomi in un bacio lussurioso. Le sue dita arrivarono.. lì. Sul mio sesso.
  E piano scivolarono dentro. “Oh. Mio. Dio.”
Non trattenni un urlo e lui sorrise, mi faceva male un po’. Sentivo me.. pulsare attorno le sue dita.
 «Wow.» Mormorò lui con una strana espressione, muovendo le dita dentro e fuori. Le sensazioni erano troppo. Mi stavano assalendo, sentivo tutta la concentrazione del mio corpo proprio lì. Attorno alle sue dita, che si muovevano lente, impercettibilmente avanti e dietro.
  «Sei pronta..» Sussurrò, più a lui che a me.
 “E’ ora.” Pensai. Cazzo, lui era perfetto allo stato puro.
Soprattutto nudo, Justin era una visione angelica. Si posizionò dolcemente fra le mie gambe, dopo aver messo la protezione.
  «Alza le ginocchia.» Ordinò dolcemente.
  «Presto sarai mia.» Pronunciò quelle parole con così tanto desiderio nella voce e molto lentamente e dolcemente mi possedé. “Oddio!” Lanciai un gemito rumoroso, e chiusi di occhi godendomi quella sensazione di pienezza. Era come un invasore nel mio corpo. Era come una lama di lava che mi tagliava in due. Lui si spinse in profondità, dalla sua gola fuoriuscì un gemito rumoroso e violento, e questo fece aumentare l’eccitazione che era in me.
  «Sei strettissima..» Sussurrò, corrucciando la fronte. Lui indietreggiò ed io in quell’istante sentii una fitta fra le gambe, in quella parte profonda, lui spalancò gli occhi e si fermò all’istante.
Justin, con gli occhi ardenti e spalancati, guardò verso il basso e poi verso di me. Mi prese velocemente il visto fra le mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi. «Perché non me l’hai detto!?» Chiese alzando leggermente la voce, e intanto non si azzardava a muoversi da dentro di me.  «Non.. non volevo che ti fermassi.» Farfugliai, cercando di non piangere per le troppe emozioni. La sua espressione passò dall’essere preoccupato a rilassato e dolce. Rimase in silenzio per un po’. La sua mano addolcì la presa e mi accarezzò dolcemente la guancia. «Avrei fatto tutto diversamente..» Mormorò, la sua mano scese in basso, sfiorando con un dito l’interno della mia gamba. C’era del sangue.
   «Sarei stato più dolce.» Mormorò fra se e se.
Guardando le dita sporche.
 “Di più di così!?” Pensai. Era dolce allo stato estremo. Io non riuscivo a dire niente. Era come se avessi perso il contatto cervello-bocca. Lui si addolcì, baciandomi la fronte. Ed io sorrisi.
  «Vuoi continuare?» Chiese dopo un po’, annuii convinta.
 «Dimmelo se ti faccio male.» Disse e incominciò a muoversi molto lentamente, quasi impercettibile. Si poggiò con i gomiti a entrambi i lati della mia testa, come per fare possessivo. «Oh. Selena..»
Incominciai ad abituarmi a quelle spinte, lente e strazianti. Gli avvolsi, con una gamba, la vita, per farlo aumentare di velocità. Lui sorrise e incominciò a muoversi più veloce, fino a far diventare la cosa frenetica ed eccitante allo stato puro. I miei fianchi andarono in contro a quelle spinte in automatico e intanto, come una bolla dentro di me, sentivo gonfiare il piacere.
  Le spinte diventavano sempre più veloci e intense, Justin si spingeva sempre più in profondità, per poi riuscire e rientrare di nuovo, ancora. Non potevo non gemere, forte.
  Le labbra di Justin morsero le mie. Forte, quasi facendomi male.
I muscoli delle gambe fremettero, si irrigidirono e un esplosione di piacere arrivò ad ondate per tutto il mio copro. Arrivai.
E non potei non urlare. Così come Justin, che si bloccò dentro di me, urlando il mio nome e sprofondato sopra di me sfinito.
Mi sentii appagata e svuotata, rilassata e soddisfatta. Capii finalmente di cosa tutti parlavano. Di quale esperienza fantastica era sulla bocca di tutti.
  «Resta stasera.» Mormorò con il fiato corto, cullandomi per un po’ fra le sue braccia, con ancora l’affanno e la fronte imperlata di sudore. Scivolò lentamente fuori da me ed io trasalii a quel gesto. Lui si stese al mio fianco. Rimanemmo così, in silenzio, per un tempo indefinito, senza dire niente. La sua mano mi accarezzava il ventre, tracciando cerchi lenti. “Ti amo di più.” Pensai mentalmente, abbassando lo sguardo verso Justin. Aveva gli occhi chiusi, con un dolce sorriso sulle labbra, il viso rilassato, gli sfiorai dietro la nuca con la mano i morbidi capelli, lui alzò la testa e la poggiò sul mio petto. «Sento il tuo cuore..» sussurrò a voce bassa e quasi non udibile. Sorrisi fra me e me. “Che batte per te.” Avrei voluto dirgli. Ma mi trattenni, non avrei mai voluto rovinare quel momento.. con parole non adatte.
  «Era un sacco di tempo che non facevo l’amore..» Sussurrò, “Oh.” Justin aveva fatto l’amore con me.. forse mi amava? Per un momento pensai che stesse già dormendo e quindi quella frase l’aveva detto così.. in quella fase dormiveglia. Non risposi, mi rilassai con ancora il suo tocco dolce sulla mia pelle e ci addormentammo così, con i nostri corpi uno contro l’altro. Con ancora l’odore dell’amore appena fatto, i nostri respiri e le parole non pronunciate nell’aria.

Quando mi svegliai il sole non era ancora nel cielo. E Justin non era al mio fianco. Nel spostarmi sentii una leggera fitta nel basso ventre. Mi bloccai. E automaticamente la mia mente tornò a prima. Al modo in cui i nostri corpi si erano così deliziosamente uniti, in un modo così naturale ma a me sconosciuto. E poi.. dio, non avrei mai pensato che dopo questo mi sarei sentita così bene. Appagata, rilassata.. non l’avrei mai immaginato. MAI. E sinceramente non avevo mai pensato Justin in quel senso. Certo sentivo che lo volevo, ma non riuscivo a capire in che modo. Finché le sue parole al parco non uscirono dalla sua bocca in un modo così dolce e naturale.
  “Fai l’amore con me.” Inizialmente avevo pensato che fosse solamente un pazzo, un maniaco. Ma pian piano quella proposta si fece strada nella mia mente e analizzandola capii che forse non era una cosa brutta.
   Scesi piano dal letto, intenzionata a trovare Justin, e non fu difficile farlo. Dolci note provenivano dalla stanza del pianoforte. La porta era socchiusa e da quella piccola fessura fuori usciva una luce fioca. Presi la camicia di Justin a terra e la indossai, così come i miei slip. Da dietro il muro sbirciai un po’. E intanto quelle note stavolta diventarono un po’ più svelte. Vidi il profilo perfetto di Justin. Aveva gli occhi chiusi, e la testa rivolta verso i tasti. Con la fronte corrucciata e il ciuffo che gli ricadeva sugli occhi. Indossava solamente i boxer. Mi porsi più avanti, e nel farlo feci rumore vicino alla porta. Justin si bloccò subito, aprì gli occhi e mi guardò.
Mi sentii come una bambina scoperta a rubare caramelle. Mi sorrise dolcemente ed io piano entrai in stanza. «Non volevo svegliarti.» Sussurrò quasi, come per non distruggere il silenzio.
  «Non l’hai fatto..» Mormorai, arrivando accanto a lui, che mi fece cenno di sedermi al suo fianco. «Che stavi suonando?» Chiesi.
  «Comptine D' un Autre Ete  di Amelie.» Rispose lui dolce. Portandosi le mani in grembo.
  «Me la risuoni?»
Lui sorrise e annuì. Le sue dita ritornarono sui tasti. Wow. Che dolce sinfonia. Appoggiai la testa sulla sua spalla. Proprio come l’avevo immaginato prima. Chiusi gli occhi. Abbandonandomi a quelle dolci note che danzavano nel silenzio. Spostai un po’ la testa, con il naso sfiorai la pelle di Justin. Aspirai forte. Il suo profumo era inebriante.
La melodia finì e Justin si voltò verso di me con un leggero sorriso sulle labbra. «Prima.. è stato..» Farfugliò lui un po’ imbarazzato
 «Perfetto.» Conclusi io, sorridendo. Con le dita mi tracciò il labbro inferiore, poi abbassò la testa e mi baciò. La sua lingua cercò la mia, mentre le mani arrivarono sui miei fianchi, mi prese in braccio e mi fece sedere su di lui. Nel farlo la camicia si aprì rivelando il mio seno nudo. Mi coprii all’istante. Lui sorrise, ancora sulle mie labbra.
  «Non dei essere imbarazzata.. hai un corpo fantastico.» Mormorò sorridendo. Io risi. Era buffo come prima mi considerava un sacco della spazzatura, mentre adesso beh.. aveva fatto l’amore con me.
  «Ricordi cosa mi dicesti quando eravamo nella tua auto e mi hai chiesto di far finta di essere la tua ragazza?» Chiesi, ricordando la sua frase: “Non ti scoperei mai, al costo di farmi amputare il pisello.” Lui mi guardò per un istante e poi capì. 
  «Non lo pensavo davvero.» Mormorò in sua difesa.
 “Sì certo.. come no..” «Davvero.» Aggiunse.
  «Non devi scusarti per quello. È acqua passata.» Dissi, non rimuginandoci troppo. Lui annuì.
  «Selena.. promettimi una cosa.» Sospirò guardandomi, annuii sorridendo. «Quando usciremo da qui. Quando domani ti riaccompagnerò a casa, non far finta che non sia successo niente. Io ti voglio nella mia vita.»
Per poco non mi si fermò il cuore nel petto.
“Io ti voglio nella mia vita.” Quella frase mi era arrivata come una dolce carezza al cuore. “Oh, sì. Justin. Anch’io.” Avrei voluto dire. Ma ancora una volta non riuscivo a dire niente. Lo sorrisi, stringendolo in un dolce abbraccio e poi baciandolo dolcemente.
  “Sì. Justin. Anch’io.” Ripetei in mente.
  «Ritorniamo a letto?» Propose dopo un po’. Con un malizioso sorriso sulle labbra. “Oddio.” Quella proposta mi sapeva di un secondo round. Annuii mordendomi il labbro, già eccitata all’idea di lui, di nuovo, con me. Uniti. Nel vero senso della parola. Lui mi prese deliziosamente in braccio ed io ridacchiai come una bambina.
 E pochi minuti dopo lui era perso in me, di nuovo. 

Il ragazzo che aspettavo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora