Capitolo 7

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«Hey, Selena apri gli occhi, svegliati!» Leggeri schiaffi mi fecero aprire gli occhi. Ero a casa di Justin, sul suo divano con addosso la sua giacca. Mi strinse forte con le braccia, per non farmi cadere dopo il mio veloce movimento, pensando di essere ancora legata lì. Ci misi un po’ per riprendere lucidità e ricominciare a parlare. 

  «Cos’è successo?» Domandai, lui mi guardò e mi tolse una ciocca di capelli dalla fronte.
  «Li ho sedati.. credo.. gli ho sparato nelle vene due belle siringe piene di quella roba.» Confessò con disprezzo, aveva del sangue nel lato della bocca, e un graffio sulla guancia. Dopo quel piccolo silenzio mi resi conto che ero fra le sue braccia e mi allontanai subito, coprendomi istintivamente il corpo.
  «Non posso credere che ti abbia toccata..» Sussurrò con voce tremante, portandosi le mani al viso.
   «Justin..» Richiamai la sua attenzione, accarezzandogli piano dietro al collo, il suo sguardo mi accarezzava quasi:
   «Lui non mi ha proprio toccato.» Confessai. E lo sentii visibilmente riprendersi.
  «Sul serio? Pensavo che..»
  «Ha mentito, voleva provocarti.» Dissi.
  «Mi dispiace così tanto.» Mormorò, «E’ colpa mia, non avrei mai voluto mischiarti in questi affari.» Confessò.
  «In questi affari? Mi spieghi cosa voleva?»
  «Prima ti serve un bel bagno caldo per riprenderti del tutto.» Disse alzandomi dolcemente dal divano, «Ti presto una mia tuta e una maglia.» Disse. Dov’era finito lo stronzo che conoscevo? Adesso c’era un dolce ragazzo, bello da far schifo, anche  con i vestiti sporchi e del sangue sulla faccia, adesso c’era un ragazzo in grado di proteggermi. Mi alzai e barcollai un po’.. ma annuii alla sua proposta allettante. Aveva ragione un bel bagno caldo mi ci voleva proprio.

  «Ho chiamato mia madre, le ho detto di chiamare tuo padre e di avvisarti che resti qui a dormire.» Disse Justin, mentre era fuori alla porta e aspettava che finissi di vestirmi. Indossai velocemente il suo pantaloncino e aprii la porta.
  «Cosa!?» Sbottai, lui rimase in silenzio. «Non posso rimanere qui!» “Oddio mio padre mi ammazzerà.”
  «Sono le 3 del mattino, e non ho benzina in macchina non posso accompagnarti.» Disse lui,
   «Vado a piedi.» Mi affettai a dire.
  Lui mi fermò all’istante. «Per una volta nella tua vita puoi non essere così tragicamente testarda e starmi a sentire?»
  «L’ultima volta che l’ho fatto mi sono ritrovata a farti da finta fidanzata, legata ad un letto di un pazzo psicopatico e mezza nuda.» Mi pentii immediatamente delle mie parole, dopo aver notato la sua espressione rattristarsi. «No, ok, ho esagerato.» Mi sedetti sul letto.
 «E comunque non potresti mai farti vedere così da tuo padre.» Disse dopo un po’, «Hai i miei abiti e delle occhiaie da paura. Si spaventerebbe e vorrebbe delle spiegazioni.» Mi diedi un occhiata allo specchio, aveva ragione cazzo. Mi arresi e sprofondai nel letto. Si stese accanto a me, reggendo la testa con una mano, e restò a guardarmi. Oh, cavoli come era difficile stargli dietro. Cambiava umore al scrocchiar di dita.
   «Perché.. cambi così all’improvviso?» Chiesi, non resistendo più.
   «Come?» Chiese confuso, corrucciando la fronte.
  «Prima sei tutto un odio, hai voglia di uccidermi e lo capisco sai.. poi invece mi salvi e sei dolce. E mi tratti beh.. bene.» Farfugliai, insicura delle mie stesse parole.
  «Ti ricordo che ho un cuore.. sai? Anche se non sembra..» Farfugliò. «Mi ha fatto male.. vederti.. in quel modo.» Confessò, sentendo un suo sospiro subito dopo.
  «Perché?»
  «Oh Selena, sto provando a capirlo anch’io..» Si alzò dal letto. «Ci sono tantissime cose che vorrei dirti. Ma che ancora non ho capito.» Confessò, mi alzai anch’io con lui. «Per adesso meglio non sapere niente. È meglio per me e per te..»
  “Merda. MA IO VOGLIO SAPERE!”
  «Posso abbracciarti?» Chiese. Ed io sbiancai a quella richiesta, ma annuii piano. Uff, Justin l’enigma. Si, questo nome era fantastico per lui. L’avrei chiamato così anche sul mio cellulare..
 «Ma ti sei drogato anche tu per caso?» Scherzai, lui rise e mi tirò nel suo improvviso abbraccio. Mi strinse forte contro il suo petto come se avesse paura che da un momento all’altro qualcuno avrebbe potuto portarmi via di nuovo. Sentii che ai suoi abbracci mi ci potevo abituare, sentii anche i battiti del suo cuore, rincorrere i miei, poi i nostri respiri, che si sovrapposero, così lentamente, come se fosse una cosa dannatamente normale, le sue labbra morbide accarezzavano le mie, e fu in quell’attimo che ebbi come l’impressione che qualcosa stava cambiando.
Non sapevo dove, non sapevo come, non sapevo perché.  
  Non riuscivo a spiegarlo. Ma sentivo il cuore accelerare come se stessi facendo una corsa velocissima. Non sapevo cosa stava succedendo dentro di me e nessuno poteva spiegarlo. Nemmeno io. Ci staccammo piano, come in un film, i suoi occhi mi fissano, increduli. E come sempre, quei due occhi mi bloccarono al suolo.
  «Io.. scusa.» Sussurrò.
Non lo risposi e piano sentii la mia bocca sorridere, così come lui.
Mi stesi sul letto, infilandomi sotto le lenzuola che profumavano di fresco e di lui. Sentii il suo profumo avvolgermi e abbracciarmi.
Justin mi guardò per un lungo istante. Si alzò e andò in bagno, per poi aprire la doccia e lavarsi. Sprofondai il viso nel cuscino.
Mi venne in mente una poesia di Catullo.

Il ragazzo che aspettavo.Where stories live. Discover now