Capitolo 21

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«Quando torni da lavoro, ti racconterò tutto.» Mi aveva urlato Ariana dalla sua camera, quando mi aveva sentito uscire per andare a lavoro. Erano passate due settimane, da quando avevo incominciato a lavorare. Con Justin sembrava funzionare, Ariana si portava dal college, iniziato ormai da una settimana, ogni ragazzo diverso ogni sera. Si divertiva un mondo. 

  «Ma certo!» Sorrisi, sgattaiolando in macchina. Ero in ritardo, non mi capitava mai. Ma fortunatamente Jamie arrivava sempre ore dopo all’apertura, lui era il proprietario.
  Mi alzai i capelli nella mia solita coda e mi misi il grembiule.
  «Oh Sel, devo dirti una cosa importantissima!!» Esclamò Ros, appena mi aveva visto entrare dietro il bancone dal bar.
  «Sono tutte orecchie!» Scherzai, lei sorrise.. e prese un respiro profondo. Poi alzò lo guardo e mi guardò:
  «Sono incinta!» sorrise. “Wow!”
  «Oddio, che bella cosa!!» L’abbracciai. Lei mi strinse forse, e tirò su col naso. «E’ di Jamie?» Le feci l’occhiolino.
Lei fece no, con il capo. «Ma pensavo gli avessi chiesto di uscire la settimana scorsa.» Mormorai.
  «L’ho fatto, infatti. Ma non ha accettato.» Farfugliò con un mo di tristezza nella voce. «Subito dopo quella sera ho conosciuto un ragazzo, Chris, oddio mi ha fatto dimenticare di Jamie in un secondo.. e poi.. beh..» Sorrise e si toccò la pancia.
 «Come sono felice per te!» Esclamai, «Però mi dispiace che con Jamie non sia andata bene..»
  «Non era destino.» Rispose semplicemente.

All’ora di pranzo, non smettevo di essere felice per Ros, aveva un aria diversa. Sembrava rilassata e felice per la prima volta.
  “Merda, dovrei andare a farmi una visita ginecologia..” Pensai, il ciclo mi veniva regolarmente, ma una visita non faceva male a nessuno. Quindi frugai nell’agenda del cellulare e chiamai il medico per fissarmi un appuntamento con una ginecologa privata.
  «Va bene questo mercoledì?» Chiese il medico,
  «Va benissimo.» Risposi, era anche il mio giorno libero quindi sarebbe stato perfetto. Avrei chiesto a Justin di accompagnarmi.

Dopo il lavoro, ritornai a casa.
La mia giornata era diventata dannatamente motoria.. sempre le stesse cose. Lavoro-Cibo-Justin(sesso)-Ariana-Letto. Era da un po’ che non andavo a correre.
  Infilai le chiavi nella serratura e entrai dentro. Ariana era sul divano, stava studiando.
  «’sera.» La salutai, andando dritto in cucina per preparare la cena.
  «Ciao, Sel. Ho già cucinato, ho messo sotto al forno il polpettone.» Mormorò.
  «Grazie.» Farfugliai, addentando il cibo in un secondo. Era squisito, Ariana cucinava benissimo.
  «Studi?» Chiesi, lei annuì.
  «Ma ho quasi finito.. fra un po’ ci sarà una festa al locale qui in città avevo intenzione di andarci..» Disse, e poi mi guardò.
 Oh no.
  «Conosco quello sguardo..» Mormorai, lei sorrise. «Non verrò alla festa, scordatelo.» Lei mise il broncio.

Non sapevo come mi avevo fatto strascinare fino a quel dannato locale. Avevo chiamato Justin e non sapevo nemmeno lui perché aveva accettato.
  «Amore, tranquilla. Lavori sempre, ti meriti una serata tutta per te fra amiche.» Aveva detto. Anche lui era stanco del lavoro, e a volte mi chiamava per dirmi che andava con i suoi amici a giocare.
  Quindi, io e Ariana camminavamo suoi tacchi alti avvolte nei nostri vestitini attillati. Pronte a far baldoria.. o meglio,lei era pronta.
Ci sedemmo al bar.
  «Due tequila!» Urlò lei a causa della musica. Il locale si chiamava, ‘Shades’. Era bello. Con le luce soffiate e tavoli disposti a cerchio, nel mezzo un enorme spazio per ballare. In un angolo c’era un dj che ci dava dentro con la musica house.
  Il barman ci porse le ordinazioni e la tracannai senza pensarci, non avrei dovuto pensare. Sennò me ne sarei andata direttamente a casa, visto che io non bevevo e soprattutto non frequentavo feste.
  «Ariana!!» Un giovane ragazzo tutto jeans e camicia arrivò al bancone e abbracciò la mia coinquilina.
  «Luke!» Sorrise, ricambiando l’abbraccio.
  «Sei bellissima come sempre.» La fece scendere dallo sgabello e la fece dare un giro su se stessa, Ariana sembrava lusingata dalla sua attenzione. «Sei qui da sola?» Chiese, e mi sentii in dovere di agitare la mano avanti a i suoi occhi, che non smettevano di fissare la scollatura di Ariana.
  «No, è con me.» Farfugliai, lui mi guardò.
  «E’ la mia coinquilina, Selena.» Spiegò Ariana, lui annuì.
E mi strinse la mano. «Tu noi vai al college?» Chiese.
  «No, io lavoro.» Spiegai. Lui annuì nuovamente.
  «Beh, ti va di ballare?» Chiese ad Ariana, che ovviamente accettò senza battere ciglio. E mi ritrovai così, da sola.


  «E il tuo ragazzo? L’hai lasciato a casa?» Una voce familiare attirò la mia attenzione. In un primo momento pensai che a farmi sentire quella voce fossero la tequila e i due shot di vodka alla fragola subito dopo. Mi sentivo un po’ brilla.
Girai la testa e vidi Jamie, in piedi con le mani in tasca vicino al bancone. Aveva l’aria di uno straricco dentro i suoi pantaloni e la sua camicia di lino bianca.
  «Oh.. ciao,Jamie.» Farfugliai, tentando di riprendere lucidità.
  «Allora? Non hai risposto alla mia domanda.» Replicò gentile.
  «Emh.. no.. sono qui con un’amica.» Spiegai, rispondendo alla sua domanda. Lui annuì e si sedette accanto a me. Mentre io con lo sguardo cercavo di trovare Ariana nella folla.
  «Che c’è.. ti stai dando all’alcool?» Scherzò, ridacchiai. E la mia risata mi sembrò perfettamente di una qualche ubriaca di strada. Terrificante. «Emh. No, mi annoio semplicemente.» Farfugliai, lo sentii sorridere.
  «Beh, se accetterai di ballare con me, ti leverò la noia da dosso.» Propose serio ma allo stesso tempo dolce. «Sempre se il tuo ragazzo me lo permette.» Aggiunse subito.
  «O-okay.» Sorrisi. E presi la sua mano che era tesa e attendeva la mia. Quella sua proposta era sembrata così allettante.
Jamie mi trascinò sulla pista da ballo.. e incominciammo a ballare.
  «Allora che ci fai qui?» Chiesi,
  «Qui? Ballando con te? o in questo locale?» Scherzò,
  «Andiamo.. in questo locale, no?» Ridacchiai.
  «Beh. Il locale è mio. Sono venuto a dare un occhiata e puff, eccoti qua.» Disse. “Ah, anche questo e suo!? Big money Jamie eh?”
  «Capisco..»
L’odore di Jamie era forte, profumava di un qualche dopobarba costoso. Era fresco e mi arrivava dritto nel naso. Lo guardavo e ammiravo il mento con un accenno di barba, il naso dritto un po’ all’insù, le labbra sottili, e quei occhi grigi che facevano paura.
  Però sembrava gentile, almeno con me.
Non dimostrava i suoi 25 anni, sembrava un giovincello con i soldi che si godeva la vita. Anche se da come me ne aveva parlato Ros durante il lavoro, Jamie si era fatto in quattro per aprire questi risto-pub e locali in città.
  «Sei sposato?» Chiesi per distruggere il silenzio, anche se non ce n’era a causa della musica forte.
  «No, sono solo.» Mormorò con un leggero sorriso sulle labbra. Mi fece girare su me stessa e ritornò poi a muoversi a ritmo di musica e io lo seguivo.
  «Con Justin? La cosa funziona?» Domandò, annuii sorridendo.
Paragonai mentalmente Justin e Jamie. Due uomini completamente diversi. A partire dall’età. Jò 19 e Jamie 25.. nel pensare tutte quelle cose capii che nel profondo.. ero io quella attratta da Jamie.. forse Ros intendeva anche questo. Ovviamente non avrei mai tradito Justin, mai. Solo che quando stavo con Jamie mi sentivo sotto una luce diversa. Mi sentivo osservata da dentro.

Non avevo mai bevuto così tanto in vita mia, oltre alla tequila e alla vodka si aggiunsero anche vari cocktel con dentro alcolici con il nome sconosciuto. Beh, io non li conoscevo.
  Mi girava pienamente la testa, anche Jamie aveva bevuto ma lui sembrava reggere l’alcool molto meglio di me. Lui era perfettamente in grado di restare in piedi per più di 10 minuti, io al 3 minuto dovevo già sedermi per riprendere fiato. Lo sento farfugliare qualcosa al telefono, dopodiché mi prese la mano e mi trascinò fuori dal locale. Non riuscivo nemmeno a formulare una frase, vidi una macchina arrivare. “Ah, mi sta accompagnando a casa.”

Mi svegliai con il ronzio del mio cellulare nella borsa. Mi svegliai a malapena, soffocandomi con il cuscino. “No, mi fa male la testa!” Urlai mentalmente, come se quel pensiero potesse far smettere al mio cellulare di squillare. Mi alzai mantenendomi suoi gomiti, con ancora gli occhi chiusi. “Uff.”
  La testa mi pulsava da far schifo e mi sentivo lo stomaco sotto sopra. Non avrei dovuto mai bere in quel modo.
 “Maledetta Ariana!” Pensai, appena sentii il vomito salire lungo la gola. Lei era la causa di tutto quel mio malessere. Presi una bella boccata d’aria. “Non devo vomitare, non devo vomitare.” Mi ripetevo mentalmente, massaggiandomi la pancia, il ronzio del cellulare smise e io tirai un sospiro di sollievo. Non volevo alzarmi dal letto. “Niente lavoro, oggi. Jamie si fotte.” Pensai.. “..oh cazzo,  Jamie!”  Spalancai gli occhi, ricordando lui la sera prima.
  “Merda!” Mi alzai di botto dal letto, notando una cosa sconvolgente..
  «Oh cazzo..» Sussurrai, i miei occhi erano ben spalancati.. e addirittura il vomito era scomparso..
   «Questa non è la mia camera!» 

Il ragazzo che aspettavo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora