Capitolo 12

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Quando mi svegliai il mio collo era dolorante così come la schiena. Ero rimasta tutta la nottata in ospedale, mi ero addormentata sulla sedia ed era stato orrendo. Non mi sentito più il culo. 

  Pattie e Sarah discutevano su cose personali, mio padre non c’era. «E’ andato a prendere la colazione.» Disse Sarah, rispondendo alla mia domanda inespressa. Justin dormiva ancora, con quella sua espressione angelica. Colsi l’occasione per analizzare meglio il suo profilo, così dannatamente perfetto. Il naso leggermente all’insù, le labbra carnose a cuore. Mi piaceva da morire.
Mi alzai ancora un po’ dolorante nella schiena e gli stampai un bacio. Chi se ne fregava se ero sotto gli occhi di Pattie e Sarah, chi se ne fregava se Justin si fosse svegliato proprio nel momento in cui lo stavo baciando. Ma lo volevo. Lo desideravo, anche se lui non desiderava me. «Selena stai bene?» Chiese Pattie, guardandomi con la fronte corrucciata.
  «Sto benissimo.» Mormorai, mordendomi il labbro e resistendo all’impulso di baciare di nuovo Justin.
  «Perché l’hai fatto?» Chiese ancora.
«Ecco la colazione tesoro.» Mio padre mi evitò la risposta a quella domanda «Grazie!» Sorrisi e presi il cornetto e il caffèlatte.
  «Papà io..»Volevo chiedergli scusa, per tutto ma lui non me lo permise. «Ne riparleremo più tardi tesoro.» Disse baciandomi la fronte, per poi andare verso Sarah.

Ritornammo a casa, Justin si era risvegliato e Pattie aveva insistito con il mandarmi a casa e lasciarli da soli, anche se desideravo rimanere con lui. Sarah e mio padre mi chiesero di sedermi sul divano perché era una cosa importante che dovevano dirmi.
  «Tesoro, come sai.. io e Sarah stiamo insieme da un bel po’..» mio padre strinse la mano di Sarah come per prendere forza, lei lo sorrise e lui continuò. Sapevo dove voleva arrivare, cose voleva dire.
  «Ok. Sono d’accordo.» Risposi subito,
  «Sai almeno cosa volevo dirti?» Mio padre ridacchiò.
 «Sì, Sarah viene a vivere da noi.» Dissi, alzandomi dal divano.
Mio padre mi fermò. «No. Siamo noi a cambiare casa.»
  «Cosa?! Che stai dicendo papà?» In quel momento diventai seria, serissima. «Ci trasferiamo a Londra!» Esclamò con un sorriso mentre io scoppiai a piangere.
  «Ma ti sei fottuto il cervello!?» Urlai in preda alle lacrime, io non potevo lasciare Los Angeles, la mia città, la mia scuola, la mia casa, la mia amica, il mio.. Justin! Io non potevo tutto quello che ero riuscita a crearmi. «Non parlarmi in questo modo Selena!» Urlò lui.
  «Quanto hai intenzione di partire?» Chiesi,
 «Fra due settimane.» Rispose lui. «Quando il liceo finisce.»
  «Non puoi costringermi a partire!» Risposi urlando. Sarah, andrò in cucina lasciandoci da soli. «Si che posso non sei ancora maggiorenne.»
  «Ti sei perso un dettaglio caro papà fra 2 giorni è il mio compleanno!» Sbottai, lui si grattò la tempia non sapendo che dire.
   «E comunque dove andresti a vivere?» Chiese.
  «Da sola? Qui?» Cercavo disperatamente una soluzione, anche se non sembrava così giusta.
  «Ne riparleremo più tardi tesoro, ho sparato il colpo grosso, sei confusa. Tranquilla le cose si risolveranno.» Fa per andare in cucina ma lo fermai. «Papà sappi che io da qui non mi muovo.»
Lui non rispose e andò in cucina.

La doccia dovrebbero classificarla come un’altra meraviglia del mondo, cazzo. La doccia è fantastica. Soprattutto quando sei stressata, entri nella doccia e l’acqua funge tipo da purificatore, ti lava di tutti i problemi almeno solo nell’arco in cui impieghi a fare la doccia. Infatti, quando uscii dalla doccia e mi vestii l’angoscia di tutto mi ritornò addosso. Io non volevo partire e non volevo nemmeno rimanere da sola qui, senza mio padre.
  “Le cose si risolveranno.” Aveva detto papà, lo speravo.
Mi avvicinai al calendario e contai i giorni. 14. Se mio padre ed io non saremmo arrivati a un compromesso entro questi giorni, sarei andata via con lui. Segnai una X sul giorno del trasferimento, sperando con tutto il cuore che per me quel giorno non sarebbe mai venuto.

Effetti collaterali.
Cercavo disperatamente quali erano gli effetti collaterali dell’amore. Cercai su internet. C’era scritto: “La delusione è uno dei tanti effetti collaterali dell’amore.” Infatti, un po’ ero delusa. Delusa da me stessa per non essere abbastanza per Justin. Mentre per me lui era troppo. Mi distesi sul letto e sprofondai il viso sul cuscino. Mi venne in mente il primo ‘appuntamento’ con Justin. Oddio, all’ora non provavo assolutamente niente per lui. Non sapevo nemmeno c’era l’amore. Anche se.. una leggera scossa mi percosse la schiena quando le nostre mani per la prima volta si toccarono. Ero così stupida.. non riuscivo dare un nome a quella cosa. Solo adesso, invece, capii il tutto. Io provavo qualcosa per lui, provavo qualcosa per lui sin dall’inizio. Solo che nemmeno io lo sapevo.
  Mi alzai dal letto e inviai un messaggio a Justin.
A Justin l’enigma:
Hey come stai?

Ricevetti risposta dopo 15 minuti di straziante attesa.
  Da Justin l’enigma:
Sto meglio, sono a casa.
Ti va di venire? Sono solo.

Infilai subito le scarpe, presi le chiavi della macchina e mi avviai.
  «Papà io vado da Justin.» Avvisai, uscendo prima che potesse dire qualcosa o fermarmi. Accesi il motore e mi avviai a casa sua.
Mi arrivò un altro messaggio.
Da Justin l’enigma:
Non bussare, non posso muovermi per venirti ad aprire.
Ci sono le chiavi sotto lo zerbino.

Le presi e aprii la porta. Salii velocemente le scale e andai in camera sua, dove c’era lui senza maglia sotto le lenzuola. La ferita aveva una fascia enorme.
  «Sei già qui?» Spuntò un sorriso.
 «In carne ed ossa.» Feci spallucce. Lui spostò il lenzuolo e mi fece gesto di stendermi accanto a lui. Esitai un po’.. ma poi mi tolsi le scarpe e mi stesi accanto a lui. Mi cinse un braccio attorno al collo cosicché adesso avevo la testa appoggiata sul suo petto. Sentivo il suo cuore. Aspirai forte il suo odore. Così naturale e delicato.
  «Non riesco a capire perché sei così disponibile nei miei confronti.» Mormorò accarezzandomi piano il capo. Quando avrei voluto dirgli la verità. Digli “Hey Justin, io provo qualcosa per te, ma no qualcosa da niente, qualcosa di forte. Più forte di me e te messi insieme.” Ma non ci riuscivo. Infatti ignorai la sua frase e sorrisi leggermente.
   «Ed io non riesco a capire perché prima mi ammazzavi di botte mentre adesso mi accarezzi dolce.» Dissi io. Lui si bloccò e tolse la mano. Me ne pentii subito delle mie parole.
  «Non capiresti..» sussurrò più a se stesso che a me.
  «Farò uno sforzo..» Lo incitai.
Non rispose. Mi portò una mano sul viso, con il pollice seguì la riga del mio profilo, fino ad arrivare alle labbra. Chiusi piano gli occhi, assaporando il suo tocco.
  «Selena..» mi chiamò lui.
«Sì?» Mugolii.
   «Sei bella.» Confessò.
E spalancai gli occhi velocemente. Lui sembrò spaventarsi, e infatti ritirò la mano. Non me l’aspettavo, per niente.
  “Ha detto che sono bella.” Pensai piangendo dentro.
  «G-grazie.» Balbettai. Lui sorrise. E mi uscì: «Anche tu.»
Lui ridacchiò: «Lo so grazie.» Scherzò.

Era ora di pranzo, mi alzai dal letto e mi misi le scarpe.
  «Vuoi che ti prepari qualcosa?» Domandai.
Lui scostò la testa in segno di negazione.
  «Mia madre arriverà a momenti.» Disse, annuii.
 «Allora io vado, per qualsiasi cosa devi chiamarmi, ok?» Dissi, prendendo le chiavi della macchina.
  «Suona come un ordine.» Rise lui.
  «O una minaccia.» Scherzai.
Mi avvicinai a lui nel letto con l’intenzione di stampargli un bel bacio sulla guancia. Ma mi girò violentemente il volto verso le sue labbra, e mi diede un sonoro bacio sulle labbra. Uno di quelli che fanno rumore, uno di quelli che non ti aspetti, uno di quelli che ti arrivano dritto al cuore. “Oh.” Lo guadai dritto negli occhi, mi specchiai in quelle due pozze profonde.
  «Grazie.» Sussurrò.
Sorrisi imbarazzata e andai via,
sentendo le guancie prendere fuoco. 

#SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti, come va?
Cosa ne pensate di come sta andando il libro?
Spero con tutto il cuore che vi stia trasmettendo tutte le emozioni che ci sto mettendo io nel scrivere ogni singola lettera.
So che forse può sembrare una storia banale, ma volevo farvi sapere che la sto scrivendo con il cuore.. quindi per me è importante. E devo ammettere che siete importanti anche voi, che state contribuendo con la vostra lettura a rendere me orgoliosa e ancora più felice di scrivere.
Grazie ancora,la vostra Giusi. 
Ps: Per chi ha consigliato questa storia alle sue amiche, cos'hanno detto? Susu, non mi offendo u.u 

Il ragazzo che aspettavo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora