Capitolo 28

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 «Tesoro..» Mio padre, all’ora di spacco, era felice di sentirmi. L’avevo chiamato perché era l’unica persona con cui parlare, visto che con Justin erano praticamente 72 ore che non lo sentivo, e Ariana era a scuola.. mentre Jamie.. beh lui volevo evitarlo. 

  «Papà.» Mormorai, poggiandomi con la testa contro il muro del bagno del locale.
  «Come va a lavoro? che stai facendo?» Chiese,
 «Sono nelle ore di spacco..» Farfugliai.
  «Allora ci hai pensato?» Chiese riferendomi alla sua offerta di andare via da qui per due mesi. L’offerta era così allettante.
  Dovevo solo parlarne con Ariana.
 «Sì.» Mormorai..
   «Allora?» Chiese.

  «Due mesi?» Jamie sgranò il occhi. Ero sulla soglia del suo ufficio, gli avevo chiesto il permesso di andare via per due mesi, volevo andare da mio padre.. e stare lontano.. da Justin e da lui.
  Annuii per confermare. «Sì, due mesi.»
  «Sono tanti.. beh, nel frattempo farò occupare il tuo posto.» Disse. Annuii. «E’ giusto.» Confermai.
  Improvvisamente  lui cambiò di nuovo, il suo tono di voce cambiò, il suo sguardo cambiò. Si alzò dalla sedia e chiuse la porta, trascinandomi dentro il suo ufficio. “Oh no.”
  Mi prese violentemente il volto fra le mani e mi guardò negli occhi:
  «Non puoi scappare da me.. non puoi, io ti troverò.»
  «E’ una minaccia?» Risposi, con al voce tremante e incapace di muovermi. Le sue labbra formarono una curva.
  «No.» Il suo pollice mi accarezzò il labbro inferiore, che stavo accidentalmente azzannando quasi, dal nervosismo che emanava questa situazione. Lui me lo tolse dalla presa.
  «Sei così bella, ed io ti amo.» Sussurrò.
Chiusi gli occhi. Quelle parole se dette dalla persona giusta potevano farmi fare i salti di gioia. Ma in quel momento, volevo solamente cacciarle via. Era veleno per me.

 Jamie, oh Jamie.
Come dovevo fare con lui? Forse dovevo dargli veramente un'altra possibilità? Forse.. o forse no. Cosa dovevo fare? Cosa? Cosa? Cosa? Riaprii gli occhi, lui mi stava scrutando, con una strana luce dei suoi occhi. ‘Merda’. Mi amava veramente. 

  Mi liberai di lui, lentamente, togliendogli le mani dal mio volto.
Lui in silenzio mi guardò uscire dalla porta. Lo sentii sbuffare. Stava soffrendo. E faceva male sapere che ero io la causa.

Ritornai a casa, Ariana prima di aprire la porta mi trattenne in salone.
  «Ariana cosa c’è?» Chiesi. Era nervosa, si capiva dal modo in cui agitava in continuazione l’anello che aveva al dito. E girava per la stanza.
 «C’è Justin di sopra che ti sta aspettando.» Disse tutto di un fiato, velocemente. Mi si bloccò il respiro in gola.
  «Che ci fa qui?» Chiesi.
 «Ha detto che vuole parlarti, forse sa che l’hai tradito.» Mormorò. Sbiancai. Salii le scale velocemente, con il cuore in gola e le gambe di gelatina. Quando aprii la porta della mia camera lui era lì. Sul letto, aveva una maglietta nera e i jeans. I capelli ben fonati e lo sguardo fisso sul pavimento. Sembrava molto nervoso e teso.. quando entrai in camera il suo sguardo si posò su di me.
  “Cristo.”
I suoi occhi, quei due occhi.
Erano la mia morte.
  «Justin.» Sussurrai, con l’incredulità nella mia voce.
Lo sentii respirare rumorosamente, le sue mani arrivarono al suo ciuffo, tirandolo dal nervosismo. Imprecò sottovoce.
  «E’ più difficile di quanto pensassi..» Sussurrò. Si alzò dal letto,
  «Cosa ci fai qui?» La mia voce era un misto di odio e amore.
Sentivo la repulsione, nel ricordare il suo tradimento.
Sentivo l’amore, che mi scoppiava forte in petto.
  Solo adesso notai che con sé aveva un pacchetto. Era blu scuro.
  «Questo è per te..» Disse, arrivando a passo lento vicino alla scrivania e poggiarcelo sopra. Poi notò sul comò più in la, la famosa rosa che mi regalò ormai tutta secca e rovinata..
  “Proprio come in nostro amore.” Mi venne da pensare, ma respinsi via il pianto isterico che aveva accompagnato quel pensiero.
 Non dissi niente, rimasi in silenzio a guardarlo, aspettando che fosse lui quello a parlare di tutto. Toccò anche il bracciale, vicino alla rosa, nel farlo fece tintinnare i campanellini e lo sentii soffocare una risata nervosa e malinconica. Poi riportò il suo sguardo a me.
  «Perché non ci siamo sentiti più?» Chiese.
E quella domanda mi spiazzò.
  “Perché tu mi hai tradito.. perché ti ho tradito.”
  «Non lo so..» Mormorai.. e intanto l’atmosfera della stanza stava cambiando. Stavo trovando difficile respirare. Oddio, Justin si avvicinò un po’ e fece un movimento con il braccio, per passarsi una mano fra i capelli, e nel farlo sentii il suo profumo.
 Oddio. “Non piangere.” Mi dicevo, “Non piangere.” Mi ripetevo.
Ma più guardavo quel principe azzurro-principe nero, più volevo scoppiare in lacrime. Perché l’avevo tradito? Perché lui mi aveva tradito? Oh.. dio, solo in quel momento riuscii a capire che avevo sbagliato.. di brutto. Avevo perso qualcosa di veramente speciale. Qualcosa di veramente unico. Dio, quanto l’amavo.
Più lo guardavo e più mi rendevo conto che lui, per me, era l’amore in persona. Il mio amore.. perduto.
 «Mi sei mancata..» Sussurrò. Chiudendo per un momento gli occhi.
   «Sì.. sì che mi sei mancata..» sussurrò con la voce più bassa stavolta. Come per rispondere ad un suo pensiero. Quando riaprì gli occhi.. erano lucidi.. “Oh no.”
  Forse anche lui era stato male quanto me.
Forse mi amava ancora..
  «Justin io.. mi dispiace.» Farfugliai, con la voce che risultò troppo stridula a causa del nodo in cola. Quel dannato nodo di lacrime.
  «Dispiace anche a me.» Disse, guardandomi. «Tutti commettono errori no?» Chiese, annuii.
  «So che lo sai.. so che mi hai visto..» Sussurrò ancora.
  «Justin io..» Mi morivano le parole in gola.
Ma sapeva che l’avevo tradito? Sì o no?
Ariana aveva detto che lo sapeva, ma come faceva?
  «Sshh..» Mi azzittì alzando un dito. «Non so cosa mi sia successo, mi ha tentato, mi ha sfidato e siamo andati a letto, solo una volta!» Alzò le mani, poi richiuse gli occhi e fece una strana smorfia, e respirò a fondo. Come se stesse cacciando via un brutto pensiero.
Ed io in quel momento mi sentivo male, più di prima, sentirmi dire direttamente, letteralmente, che ero stata tradita, faceva più male. Faceva male, male. Tanto male.
  «Io volevo chiamarti.. ma non sapevo che dire. Volevo parlarti ma non sapevo da dove iniziare, quali parole usare. So che ti ho fatto del male di nuovo, come sempre..» Disse.
 “Come sempre..” Ripetei, mentalmente. E intanto mi pizzicava la gola per le lacrime trattenute, mi faceva male il petto per la voragine che si stava aprendo. Mi faceva male tutto. Anche l’anima.
  Forse andare da mio padre, mi avrebbe fatto bene.
  «Selena, ho sofferto ogni secondo. Non pensavo ne sarei stato capace. Non pensavo che l’amore avesse questo potere...»
  Si avvicinò. Ed io sussultai.
Lui lo notò, ma ignorò la mia reazione. Mi sfiorò con le dita calde la mia pelle. “No.. no..” Mi addentai il labbro, per non piangere.
  Il suo tocco.. era tanto tempo che.. “Oh.” Mi sfiorò le labbra, le sue dita si muovevano sulla mia pelle. Come se stesse tracciando una mappa, passarono al collo, dietro al collo, alle orecchie.. poi di nuovo sulle labbra. Lasciando una scia di fuoco, chiusi gli occhi.
Sì, mi stavo abbandonando a lui, al suo tocco, stavo deponendo le mie forze, mi stavo lasciando andare. Tutto per Justin. Per il mio amore. Le sue dita arrivarono sull’orlo della mia camicetta.
Sbottonò i primi due bottoni e poi si fermò. Ed io aprii gli occhi.
Mi stava fissando. Con  le labbra socchiuse e rosse, gli occhi che inspiravano lussuria.
  «Anche tu mi sei mancato.» Mormorai. Lui piegò la testa di lato, sorridendo leggermente. «Tanto anche.. e mi è mancato questo..» indicai le sue mani. «Questo.» Sfiorai con indice le sue labbra.. adesso la sua bocca stava sorridendo. Un sorriso che non coinvolse gli occhi. Gli occhi ardevano di passione.
Questo per lui era il suo modo di farsi perdonare.. forse poco adatto, forse efficace.
  «Sì?» Propose in un sussurro. Chiedendomi il permesso se continuare o no. Lanciando quella proposta in aria. I suoi occhi erano due pozze scure. Un po’ mettevano i brividi..
  “Sì?” La risposta sembrava così semplice eppure la più difficile.

Il ragazzo che aspettavo.Where stories live. Discover now