Capitolo 13

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«Buon compleanno!!» 

Mi svegliai di soprassalto. Mio padre aveva fatto irruzione nella mia camera con la colazione a letto.
  «Oh, cazzo.» Mi portai una mano al cuore, «Non si svegliano le persone così!» Dissi ridendo un po’ per la situazione.
  Lui mi stampò un bacio sulla fronte.
  «La mia donna.» Mormorò, porgendomi la colazione.
   «Ho solamente 18 anni.» Feci spallucce e addentai il cornetto.
Era il mio 18esimo compleanno eppure non avevo programmi per la giornata, non amavo festeggiare. Ma se fossi stata ‘costretta’ mi sarebbe piaciuto anche solo passarlo in famiglia. Beh, come ‘famiglia’ intendevo: Ariana, Sarah, Pattie, mio padre. Al massimo Josh. Mi alzai dal letto, dopo aver finito di mangiare e andai in bagno, facendomi un doccia e shampoo. Sarei dovuta andare lo stesso a scuola, anche se era il mio compleanno.
Mi preparai e scesi le scale.
 «Papà mi dai qualche soldo, devo fare benzina.» Sorrisi,
  «Stasera vuoi fare qualcosa in particolare?» Chiese, porgendomi i soli. «Non so.. ti farò sapere. Buona giornata a lavoro.» Mormorai e andai via. Mi fermai dal benzinaio.
  «Il pieno.» Enunciai al benzinaio.
  «Vieni qui a fare benzina?» La voce di Justin mi fece voltare di scatto. Lui entrò in macchina. «Sì.» mormorai. E lui sorrise compiaciuto. «Anche tu?» Domandai.
  «Io qui ci lavoro.. di solito dopo scuola.» Disse, «Beh mia madre è la proprietaria.» Aggiunse dopo un po’.
  «Ti sei ripreso vedo.» Notai contenta.
 «Sì adesso cammino!» Rise lui, alzando le mani.
  «Beh, non vieni a scuola?» Chiesi,
  «Mi daresti un passaggio?»

Spensi il motore una volta nel parcheggio della scuola ed io e Justin entrammo dentro all’istituto. Sotto lo sguardo di tutti.
  «Perché ci fissano?» Domandai, stringendomi al petto la cartella dall’imbarazzo. «Ignorali, come faccio io.»
Arrivammo al mio armadietto. Miley era lì.
  «Justin.» lo chiamò, lui era accanto a me.
 «Hey.» Fece cenno con la testa per salutarla.
  «Ho saputo cosa ti hanno fatto.» Disse lei con tono triste.
«Sto bene adesso.» Rispose subito lui come se non volesse più avere a che fare con lei. «Cosa fai ora mi eviti?»
  «Okay mi sento di troppo, Justin ci vediamo dopo.» Mormorai, lui mi sorrise. «Ma certo, ti messaggio dopo.» Rispose, accarezzandomi il capo. Sentii uno strano verso uscire dalla gola di Miley ma la ignorai e andai in classe. Non sapevo cosa c’era e c’è stato fra loro due e non volevo immischiarmi. Avevo ancora paura di Miley e le sue mani pesanti.

Era l’ultimo giorno delle prove, questo pomeriggio stesso la commedia sarebbe iniziata. Justin non mi aveva ancora massaggiato dall’incontro con Miley e questo mi rattristò un po’.
  Entrai nel teatro della scuola, pronta a posizionarmi con il microfono dietro le quinte e a partire con la frase di apertura.
  «Hey Sel.» Justin indossava il vestito di Romeo, aveva il ciuffo abbassato e stringeva fra le mani uno strano cappello.
  Non riuscii a trattenere una risata.
 «Stai ridendo di me?» Chiese lui leggermente divertito.
  «No, non mi permetterei mai.» Scherzai, lui fece il finto broncio.
 «Comunque la prof mi ha mandato a dirti che Kristen..» fa una strana smorfia «Non c’è. Quindi devi sostituirla tu.»
Mi paralizzai, cosa? «Hai seguito le prove, sai le battute e cosa devi fare in scena quindi..»

Mancavano 10 secondi all’apertura del sipario. Avevo mandato un veloce messaggio a mio padre per informargli della mia improvvisa recita. Avevo indossato un vestito antico, come lo portata Giulietta, mi avevano legato i capelli in una treccia e mi avevano truccato un po’. Ero in panico, fin dentro le ossa.
   La musica partì, il sipario si aprì. Era ora di andare in scena.

Ricordai fortunatamente tutte le battute, e ogni posizione. Justin era impeccabile mentre si muoveva in quel suo vestito e recitava la sua parte. Eravamo arrivati alla scena del bacio, quella fra i due innamorati prima di morire.
  Justin si avvicinò fingendosi addolorato: «..occhi prendete il vostro ultimo sguardo, braccia prendete il vostro ultimo abbraccio..» si fermò di fronte a me, i suoi occhi mi trapanarono il cuore, mi sfiorò il viso con una mano e per un momento pensai che non stia veramente recitando. Che l’amore di cui parlava veniva dal suo cuore e non da un copione. «..e voi labbra, voi che siete la porta del respiro. Suggellate un leale bacio, contratto con la morte che tutto rapisce.»
  Mi poggiò piano le labbra sull’angolo della bocca.
Un bacio finto, falso. Ma vero agli occhi del pubblico. Ci rimasi quasi male. Il pubblico scoppiò in un applauso e il sipario si chiuse.
  Le nostre labbra erano ancora incollate, il suo profumo era ancora nella mia bocca. Sentii sussurrare ‘scusami’ sulle mie labbra. E dopodiché la sua lingua entrò nella mia bocca, avvolgendosi alla mia, velocemente. Mi schizzò il sangue in testa.. “Oh. Justin.” Era capace di far andare in tilt il mio organismo.. le nostre labbra scocciarono, e lui mi guardò: «Non sono riuscito a resistere.»

Il ragazzo che aspettavo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora