Capitolo 22

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Presi immediatamente lucidità con la mentre. Per cercare di capire cosa cazzo era successo la notte prima cercando di fare mente locale.

  «Okay: Lavoro, Ariana, festa e.. Jamie!» Scesi alzai dal letto, merda! La mia testa pulsava come se stesse ancora in quella discoteca, il mio vestitino era perfettamente piegato su una sedia all’angolo della camera, quindi io ero praticamente in intimo. “Merda, merda, merda!”
 Il mio cervello divenne un generatore di domande e parolacce.
 «Cosa cazzo è successo ieri notte?»
 «Chi cazzo mi ha portato qui?»
 «Dove cazzo Jamie?»
Ma la domanda più importante era:
  «Sono andata a letto con lui?»
Guardai l’orario, era tardi. Troppo tardi per andare a lavoro.
Vicino al comodino c’era un biglietto.

Grazie della bella serata, nel mobiletto del bagno troverai un aspirina, prendila pure se non riuscirai a sopportare il mal di testa dal post-sbornia al tuo risveglio.
- Jamie.

Perché questo biglietto mi faceva sentire una sgualdrina?
“’Bella serata’ Ma che cazzo ho fatto la notte scorsa?” Mi avvicinai alla borsetta che era vicino al vestitino, il mio cellulare era bombardato da messaggi e chiamate perse. Tra qui anche molti da parte di Justin. Mi vestii velocemente e andai a casa.

  «Porca troia Selena!» Ariana era sul divano. Sembrava in piena ansia, sorseggiava del te e aveva ancora del trucco sul volto, della sera prima. Ma nonostante tutto era bellissima.
  «Ieri sera sei scomparsa, mi hai fatto prendere uno spavento, ho saltato il college per trovarti, ho chiamato anche Justin, lui è furioso con te!» Esclamò lei.
  «Non gli avrai mica detto che non ho dormito qui!?» Urlai quasi, lei si accigliò per un momento.
  «Certo che no! Ma mi sono spaventata così come lui, gli ho spiegato che..» La fermai. Il mio mal di testa non riusciva a sopportare nient’altro. Mi accasciai a terra.
  «Oh Ariana..» sussurrai, prendendomi la testa fra le mani. Come potevo spiegare ad Ariana e a Justin una cosa che nemmeno io riuscivo a capire?
Il mio cervello era domato dalla fatidica domanda senza risposta.
  “Cos’ho fatto con Jamie? cos’ho fatto con Jamie? cos’ho fatto con Jamie? cos’ho fatto con Jamie?” Fra la disperazione totale e la paura dell’ignoto c’era anche rabbia. “Perché cazzo ho bevuto ieri sera? Perché cazzo ho accettato di ballare con Jamie!?”
  «Ti darò spiegazioni, quando anch’io saprò qualcosa perché Ariana, sinceramente non ricordo niente di ieri sera.» Spiegai, in quel momento ero solamente intenzionata ad andarmi a fare un bagno, mangiare, prendere qualcosa per il mal di testa e andare a parlare con Jamie.. anche se il pensiero che dovevo rincontrarlo e parlargli di ieri sera mi sapeva di un mix di ansia, paura e tristezza allo stesso tempo. Volevo sapere, ma contemporaneamente avevo una paura matta di farlo. “E se mi dice che abbiamo passato la notte insieme?”
  Merda, superai Ariana velocemente, che mi guardava con gli occhi di una che aveva pianto e che non aveva chiuso occhio, e mi diressi nel bagno.

Ero uscita dalla mia casa, come nuova, la medicina mi stava quasi facendo effetto, e il sandwich che avevo mangiato mi aveva anche dato un po’ più di forze. Mi avevo legato i capelli in uno chignon e avevo indossato una tuta comoda e le scarpe da ginnastica, nel caso sarei dovuta scappare dall’ufficio di Jamie. “Non si sa mai.”
  Accesi il motore, ma improvvisamente Justin entrò nella macchina.
Non aveva l’aria del Justin dolce, colui che faceva l’amore con me, aveva l’aria del Justin stronzo quello che mi picchiava e mi insultava ogni secondo. Ci mancava solamente che indossasse la sua giacca di pelle nera.
  «Dove credi di andare?» Il suo tono era serio, freddo. Talmente freddo che mi fece rabbrividire. Sentii l’impulso di mentire:
  «’giorno amore, cavoli ho avuto una serataccia, stavo andando a lavoro.» Sorrisi a finale per risultare più credibile.
  «A lavoro? a quest’ora?» “Wow quando mai Justin è stato così .. attento?” Mi guardava fisso, senza togliere quelle pozze da me, mi guardava e aspettava una risposa.
  «Ieri ho bevuto troppo, Jò. Mi sono svegliata tardi e stavo andando a lavoro per non fare arrabbiare Jamie e dargli spiegazioni.» Mentii di nuovo. “No, cazzo, stavo andando lì perché chiedergli se abbiamo scopato!!” Nel profondo del mio cuore sapevo che con lui non ci avevo fatto sesso, forse perché non ricordavo di averlo fatto quindi.. questo mi faceva sentire pulita.
  Justin continuò a pugnalarmi con quel suo sguardo ma poi si addolcì «Amore non bere, se poi devi stravolgerti la giornata.»
Tirai un sospiro di sollievo, era di nuovo il Justin dolce.

Non andai a lavoro, Jamie poteva aspettare. Adesso volevo solo stare con Justin e rilassarmi mentalmente e dimenticarmi solo almeno per un secondo che la notte scorsa mi ero ubriacata e avevo dormito con uno sconosciuto.. o quasi. Uff, com’era frustante non sapere niente. Fare le cose e non ricordarsele.
  Andammo a casa di Justin, aveva detto che mi doveva dire una cosa importante.
  «Ho incontrato mio padre.» Confessò, appena fummo sul suo divano abbracciati, a mangiare cioccolatini. Lo guardai come per farlo continuare. «E’.. come me. Ha anche lui dei tatuaggi.» Mormorò sorridendo a malapena.
  «Dove l’hai incontrato?»
 «Mi ha chiamato ieri per un appuntamento. Ricordi che te ne avevo già parlato?» Annuii, «Beh mi ha detto che ha anche ricominciato a parlare con mamma e riappacificare i rapporti. Sembra un tipo simpatico.. ha detto che non mi ha parlato per tutto questo tempo perché in parte era mia madre che non voleva e in parte era lui, che aveva paura di incontrarmi. Non era pronto..»

Il pomeriggio passò velocissimo, quando stavo con Justin il tempo sembrava scorrere più velocemente. Justin mi riaccompagnò a casa dopo aver pranzato da lui. Quando entrai dentro Ariana mi stava aspettando: «E’ arrivato un tipo che ti cercava..» Mormorò con uno strano tono. «Ha detto di chiamarsi Jamie..» aggiunse, e mi si congelò il sangue.  «Ha detto qualcosa?» Chiesi con la voce che lasciava trasparire ogni mia singola emozione.
 «Stai bene?» Chiese, scostai la testa. “No. Merda. Non è evidente?”
 «Mi spieghi vero cos’è successo adesso?» Disse, come se lei sapeva che le cose non andavano nel verso giusto.

Gli raccontai tutto, lasciandomi andare in un piano isterico pieno di paura, gli avevo detto che mi ero svegliata nel letto del mio capo, il mio 25enne capo, e che avevo bevuto troppo e non ricordavo se ci ero andata a letto o no. Lei aveva ascoltato tutto senza fermarmi. Annuiva e mi lasciava parlare.
  «Vorrei parlargli e chiedergli spiegazioni..» sussurrai.
  «Ma sei attratta da lui?» Chiese. Quella domanda mi rimase per qualche secondo sotto shock.
  «Beh.. è un bell’uomo l’hai visto con i tuoi occhi..» Mormorai.
Lei annuì per confermare. «Ma appunto è un uomo, è troppo grande.» Aggiunsi.
    «Vai da lui, parlagli. Chiarisci tutto. È la cosa migliore.»
  «E se mi dice che abbiamo passato la notte insieme?» Sbiancai al pensiero.
  «Troveremo una soluzione.»

Il ragazzo che aspettavo.Место, где живут истории. Откройте их для себя