Capitolo 19

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Era lunedì mattina, quando mi svegliai alle 6 per andare a lavorare. Mi alzai e mi vestii velocemente dopo una doccia. Indossai un jeans comodo e una t-shirt nera. Misi le mie adorate converse e mi diedi un po’ al trucco, mettendo solamente un po’ di matita e mascara, mi pizzicai le guancie per darmi un po’ di colore. Inviai velocemente un messaggio a Justin.


  Sono andata a lavoro.
Buona giornata, Justin.
Tua S.

Scesi di sotto e feci colazione. Ariana dormiva e feci attenzione a non fare rumore mentre scendevo le scale. Presi le chiavi dell’auto e mi avviai in città. Arrivai fuori al risto-pub alle 7 in punto. Era ancora chiuso, quando uscii l’auto e mi avvicinai all’entrata il ragazzo dell’ultima volta aprì il locale e mi fece entrare.
  «Jamie arriverà oggi. Mi ha detto che sei in prova e devo insegnarti un po’ come muoverti qui.» Il ragazzo dai capelli neri si avvicinò ad un interruttore e accese le luci.
  «Jamie?» Mormorai, leggermente imbarazzata dalla situazione. Ero all’in piedi al centro della sala, fa i tavoli di legno laccato.
   «Il proprietario, mio fratello.» Disse lui. “Ah, il tipo che mi ha chiamato.” Pensai.
 Annuii. «Dai su a lavoro, al mattino andai al bar.» Indicò un punto del locale dove c’era un bancone. «Poi il pomeriggio prenderai le ordinazioni ai tavoli.» Spiegò lui. Mi girai attorno per contemplare il locale. Era grande, dall’altra parte della sala c’era un piccolo palcoscenico e altri tavoli. «Fra un po’ arriverà anche Ros. L’altra barista, lei ti spiegherà come muoverti.»

A metà mattinata la zona bar era piena zeppa di gente che chiedeva caffè in continuazione. Conoscevo già bene come farli, così come i cappuccini. Ros me l’aveva insegnato in 5 minuti. Ross aveva una cotta per Jamie, il proprietario. Lo si capiva dal modo in cui lo mangiava con gli occhi.  Ma come biasimarla. Era veramente un bel pezzo l’uomo. Aveva 25 anni.
  Muscoloso, altro, occhi grigi, capelli mossi. E labbra scolpite così come il naso all’insù. Era veramente bello.
E vogliamo parlare della sua voce? Era intensa e molto convincente.

Alla pausa pranzo chiamai Ariana.
 «Come va il lavoro?» Chiese, mentre la sentivo masticare qualcosa.
  «Va tutto bene, per il momento niente di anormale.» Mormorai, mangiando un biscotto.
 «Okay, adesso torno a preparare il programma.» Farfugliò lei.
  «Eh?»
 «Sai al college, sto scrivendo una lista su tutte le cose che devo fare, i corsi da frequentare, le persone che devo conoscere..»
  «E tu pensi che vada tutto secondo i piani?» Chiesi.
  «No. Niente va come te l’ho aspetti.»

Quella frase in qualche modo mi colpì, e infatti mi diede da pensare per tutto il tempo a lavoro. Come se in parte quella frase mi riguardasse. Come se stesse per succedere qualcosa.. la voce di Jamie, mi riportò alla realtà. Mi chiamò nel suo ‘ufficio’ che si trovava nel retro del risto-pub.
Era una semplice camera con una scrivania e un pc.
  «Mi piace come lavori.» Affermò lui, «Ti sono bastati 5 minuti per imparare ad adattarti. E questo è una cosa che ammiro nelle persone. Sei assunta. Domani alla stessa ora.» Disse secco.
  «Grazie..» farfugliai.
  «Ti vanno bene 350 dollari al mese?» Chiese.
Annuii. Lui prese un foglio dal cassetto. Wow tutto così velocemente. Mi porse la penna ed io firmai il foglio di assunzione.
  «Grazie ancora.» Mormorai.
Lui mi guardò da sotto le lunghe ciglia con i suoi occhi grigi.
  «E’ un piacere.»

Quando uscii dal lavoro i piedi praticamente non me li sentivo. Jamie, prima che andassi a casa, mi chiese e mi informò di alcune cose. Il mercoledì era festa, e il sabato mezza giornata. Poi mi chiese fotocopie dei miei documenti per completare l’assunzione a posto. Ogni giorno avrei avuto lo spacco di 4 ore, sufficienti per ritornare a casa fare una dormitina e ritornare a lavoro.
  Ritornai a casa alle 21, le ore di spacco le avevo passate nel risto-pub, facendomi spiegare da Ros altre cose che non avevo ancora capito.

Il ragazzo che aspettavo.Where stories live. Discover now