Dietro La Maschera

By rosadidiamante

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Jessica è una ragazza con un passato difficile. Ha un carattere molto chiuso, stronzo, inespressivo e tosto... More

1 - fine vacanze
2- inizia la tortura
3- Inatteso
4- di bene in peggio
5 - giudicata dalla copertina
6- pomeriggio inidimenticabile
7- solo l'inizio
8- Non è ancora finita
9 - quasi uscita la verità
10 - Sono fottuta.
11 - cosa mi aspetta?
12 - proposta...
13 - Accetto o no?
14 - ora si ricambia
15- Attenzione alla bomba J
16- Piccolo inprevisto
17 - Festa a sorpresa
18 - scappata
19 - Natale
20 - Papà?!
21 - Tattoo
22 - Matrimonio con sorpresa
23 - Dopo tutto
24 - Chiock
25 - scomparse?
26- perché?
27 - errore dopo errore
28 - amicizia profonda
29- sei ancora vivo?
30- sentirsi indesiderati
31- inizio convivenza
32- Rientro anticipato
33- Cerchio senza fine
34- Nonna!!
36- Di nuovo
37- Cosa posso fare io?
38- Si parte

35- Teresa

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By rosadidiamante

- Angelica-

Ormai è maggio e sono passate due settimane dalla morte della madre di Elia. Non ci credo ancora che sia morta. Ho ancora impressa l'immagine di mia figlia quando tornò a casa quel maledetto giovedì pomeriggio.

* inizio flashback*

Sono qui tranquilla in cucina, assieme a mio marito e Francesco, che stiamo aspettando che arrivi Jessica. È sempre l'ultima ad arrivare a casa mi domando cosa faccia sempre per metterci sempre così tanto tempo per arrivare.

"Angelica lo sai che domani sera l'orchestra della scuola terrà un concerto all'interno della palestra e il professore ha detto che alla fine potrò esibire uno dei miei brani!?" mi dice sorridente Francesco, lui fa parte della squadra di basket della scuola e suona anche la chitarra acustica nell'orchestra scolastica. Lui ha sempre amato suonare la chitarra e spesso prima di andare a dormire ci suona alcune melodie da lui composte, un giorno potrebbe essere un ottimo cantautore.

"Congratulazioni! sono felicissima per te! e dimmi hai già in mente che brano vorrai esibire?" Gli domando entusiasta della notizia che mi ha appena dato. so perfettamente quanto lui ci tenga a far conoscere la sua musica e questo potrebbe essere un inizio di qualcosa.

"No, sono ancora indeciso su due brani ma per domani avrò scelto quale suonare." mi confessa e sulle sue labbra si stampa un sorriso a trentadue denti. La sua allegria mi contagia e fa sorridere anche me. Improvvisamente sentiamo un giro di chiavi provenire dalla porta principale. Mi alzo di scatto e mi dirigo subito di là per accertarmi che sia arrivata mia figlia.

Appena arrivo difronte alla porta principale e noto subito che è Jessica mi sta dando ancora le spalle, è come se si fosse incantata a fissare il legno della porta. Dopo pochissimo si gira di scatto come se si fosse appena svegliata da un sogno. I miei occhi cadono subito sulla sua maglia e i pantaloni pieni di sangue, oddio cosa le è successo? appena alzo lo sguardo sul suo viso noto che il trucco è tutto colato simbolo che ha pianto, ma i suoi occhi in questo momento non trasmettono nulla come se all'interno fossero vuoti.

"Oddio Jessica cosa ti è successo!?" urlo correndo verso mia figlia con la paura che possa crollare a momenti. Sento delle sedie cadere dalla cucina e subito dopo vedo sbucare dalla stanza Francesco e Ferruccio con uno sguardo spaventato e appena vedono come è ridotta Jessica si trasforma in terrore.

"Niente." dice mia figlia con un tono di voce così gelido che mi ha fatto venire i brividi. i suoi occhi si incastonano nei miei e mentre rimango li a fissare noto che dietro quel velo inespressivo si nasconde un dolore così grande che non riesco nemmeno ad immaginarlo.

"Chiamo subito l'ambulanza." dice Ferruccio ma prima che Lui possa andare a prendere il telefono che avrà sicuramente dimenticato sul tavolo in cucina mia figlia risponde con una risposta che mi fa gelare il sangue.

"Non serve a niente un ambulanza, il sangue che è sui miei vestiti non è il mio." Dice mia figlia con così tanta freddezza e dolore che avessi paura che tra un momento e l'altro avrebbe potuto sparire nel nulla, che un mio semplice respiro avrebbe potuto crepare il fragile ghiaccio e si fosse rotto in una miriade di frammenti impossibile da ripoter assemblare.

"In che senso quello non è il tuo sangue?" domanda ancor più terrorizzato Francesco a mia figlia e lo posso capire. l'unica domanda che frulla nella mente è di chi è allora il sangue sui vestiti di mia figlia? sul viso di Jessica appare un ghigno maligno come se aspettasse soltanto il tempo di questa domanda. Ma rimase in silenzio e se ne andò in camera sua come se niente fosse successo.

fine flashback *

Lo scoprì qualche minuto più tardi quando Riccardo busso alla porta di casa disperato chiedendo di Jessica. Vedendomi disorientata lui mi disse che Ivana era mancata difronte a Jessica.

Io lentamente mi sto riprendendo dal dolore mentre mia figlia ogni giorno è sempre peggio. È sempre in camera sua, non parla con nessuno ogni giorno mangia sempre di meno di conseguenza è sempre più pallida e magra. Esce soltanto per andare a Scuola, Francesco mi dice che allontana chiunque le si avvicini, non parla nemmeno lì e si fa sempre i fatti suoi. Ha persino allontanato da lei Luca e ciò mi fa paura, ho paura che se continua così possa finire veramente male sta volta. Sento il telefono squillare in cucina e decido di raggiungerlo. Appena noto che sullo schermo c'è il nome di mia nipote Teresa rimango un po' impedita. Teresa è la figlia di bonanima mia sorella gemella Lucia e si è trasferita un anno fa a Princeton perché gli avevano offerto un ottimo lavoro come avvocato lei accettò e partì per l'America. è molto graziosa, ha gli occhi di un verde salvia, che ha preso da suo padre, di un intensità immensa, ha i capelli di un rosso così chiaro che sembrano quasi arancioni, presi da sua madre e da me, che allora erano lunghi, il suo viso è ricoperto da delle lentiggini che gli danno un tocco di delicatezza e i suoi lineamenti così delicati che sembrano quasi dipinti a mano da Giotto.

Rispondo alla sua chiamata e vengo travolta da un'allegria che in questa casa manca da settimane.

"Ciao zia come stai? È da tanto che non ci sentiamo." dice Teresa con una voce squillante

"Ciao Teresa sto bene e te come stai? come ti trovi? e il lavoro di là?" gli domando curiosa di sapere come sta andando in America.

"Bene bene, il lavoro va alla grande infatti mi hanno già dato una promozione e ho anche già risolto alcuni casi di alta importanza, se continuo così tra qualche anno potrò crearmi un ufficio tutto mio." dice la piccola Teresa euforica. sono contenta che di là sta andando bene e si trovi meglio che qui.

"Congratulazione per la promozione, sono felicissima che tu finalmente ti sei trovata un posto dove ti senti a casa." dico felice a mia nipote e immagino che dall'altra estremità ci sia Teresa che sta sorridendo ripensando a qualcosa che abbia combinato di là

"Si anche io, ma Jessica come sta? è da quando me ne sono andata che non mi cerca più e se devo essere sincera mi manca sentire la voce della mia cuginetta." dice l'ultima frase con tristezza. Teresa e Jessica sono sempre state molto unite fra di loro, ho sempre pensato che ciò fosse dovuto al fatto che sono nate lo stesso giorno ma con cinque anni di differenza. mi ricordo ancora il giorno che Jessica era nata e mia sorella era venuta a farmi visita con Teresa e la piccola quando vide per la prima volta la mia bambina mi disse che era il più bel regalo che gli avrei potuto fare. Quando gli chiesi il perché sul suo volto si dipinse un sorriso meraviglioso e mi rispose che da quel giorno non doveva più festeggiare i suoi compleanni da sola. Non so se dirgli la verità o lasciar stare.

"Jessica da quando te ne sei andata si è ancora depressa di più ma se ne è fatta una ragione ed è tornata per un breve periodo quella sorridente e allegra Jessica che ormai ho solo nei ricordi ma purtroppo poche settimane fa è mancata Ivana e Jessica non si riesce più a riprendersi, è sempre chiusa in camera, non parla e mangia poco niente e se mangia poco di più va a vomitare. Non so più che fare." gli dico infine la verità anche perché l'unica che può capire cosa prova veramente Jessica in sto momento è proprio Teresa che due anni fa si è vista portare via da sotto gli occhi sua madre a causa di un tumore al pancreas.

"Capisco perfettamente cosa sta provando ora Jessica e mi dispiace tantissimo per lei, so perfettamente quanto era legata a sua nonna Ivana ed è normale che ora si comporti così ma vedrai che prima o poi tutto passerà." mi rincuora mia nipote dopo un attimo di silenzio. Sta volta il suo tono di voce è molto più basso, capisco che ciò che gli ho detto gli ha portato alla mente delle immagini dolorose di sua madre, e per questo mi do della stupida.

"Ascolta zia io all'inizio ti avevo chiamato per chiederti se secondo te Jessica avrebbe voluto passare l'estate a casa mia e tornare poi a casa qualche giorno prima che inizi la scuola ma da come sono andate le cose credo che non abbia voglia di venire." mi confessa Teresa con rammarico sapendo perfettamente che mia figlia quando sta male vuole solo rimanere da sola.

"Teresa non è detta l'ultima parola, forse hai ragione subito non vorrà venire da te, ma forse se provo a chiederglielo alcune volte alla fine verrà da te e vi divertirete un sacco. che ne pensi se io glielo chiedo e poi ti invio la risposta?" gli propongo cercando di rallegrare un attimo Teresa e poi siccome loro due sono molto legate forse Jessica sarà disposta a passare le vacanze estive da lei soprattutto ora che qui, da ciò che ho capito, non ha nessun legame affettivo con nessuno. Mia figlia quando decide di allontanare qualcuno da sè è come se verso di lui staccasse qualsiasi legame affettivo che prova verso di lui per non provare alcun tipo di dolore, l'ho notato più volte questo suo comportamento e un mio amico m'ha detto che questa specie di 'spegnere i sentimenti' verso una persona è un meccanismo che ha creato il suo corpo per difendersi dal troppo dolore che ha provato una volta e si vede che non lo vuole più riprovare.

"scusa zia ma devo andare perché sono appena arrivata al lavoro. Comunque aspetto un tuo messaggio ciao zia" la saluto e chiudo la chiamata. bene ora l'unico problema è come chiederlo a Jessica.

Sento aprirsi il portone principale, non sento quasi nessun passo quindi intuisco che sia arrivata Jessica. Esco dalla cucina ma vengo subito travolta dalle possenti braccia di Ferruccio, rivolgo subito lo sguardo verso le scale e vedo il corpo minuto di mia figlia salirle con una lentezza assurda. distolgo subito lo sguardo, mi fa troppo male vedere mia figlia ridotta così quando in realtà lei è sempre stata piena di energia e la irradiava ovunque anche se spesso cercava di nasconderla, lo rivolgo al viso di mio marito mi sorride e gli sorrido anch'io ma con un sorriso falso, la mia mente è ancora invasa dall'immagine di mia figlia che sale le scale come un fantasma.

"Hei amore, tranquilla passerà anche questa e Jessica tornerà di nuovo quella di prima, allegra, solare e con la sua sbadataggine ci regalerà delle risate." mi sussurra dolcemente per poi darmi un bacio soffice sulle labbra, io sorrido sinceramente, non so veramente cosa farei nei momenti difficili se non ci fosse lui al mio fianco.

"Si forse hai ragione" mi sciolgo dalle sue braccia e mi dirigo al piano superiore con l'intento di chiedere a mia figlia se vuole andare quest'estate da Teresa. Sento la voce di Ferruccio domandarmi dove vado ma faccio finta di nulla e continuo imperterrita il mio cammino.

Busso alla porta della stanza di mia figlia e con mia sorpresa mi apre subito la porta e mi fa cenno di entrare. Si siede sulla sedia girevole vicino alla scrivania e mi rivolge un sorriso vuoto; vuoto, come se dentro non ci fosse nulla. Mi dirigo verso il letto mi ci siedo sopra delicatamente sapendo quanto Jessica detesta che le coperte prendono forma di chi ci si è seduto sopra.

"Piccola mia come stai oggi?" lo so benissimo che è una domanda banale e che si sa già che sta male ma ho paura che se fossi partita con una domanda un po' più personale mi avrebbe cacciato subito dalla stanza. Mi fissa con uno sguardo un po' incavolato e ciò mi fa intuire che ho sbagliato comunque domanda.

"Sto bene mamma tranquilla, si forse ora sembro uno zombie ma devo solo riprendermi dalla batosta poi ritornerà tutto come prima." Mi sembra che lo dica soprattutto per se stessa, come per convincersene che prima o poi sarebbe riuscita a passarci sopra ma qualcos'altro mi diceva che dentro di lei non è soltanto la mancanza di Ivana causando la mia preoccupazione.

"Lo sai che oggi mi ha chiamato Teresa?" okay ora ho sganciato la bomba, il suo sguardo si fa misto di emozioni subito sorpresa, gioia ma subito dopo, rabbia, dolore e tristezza. Non credo che abbia ancora superato il fatto che Teresa se ne sia andata via e glielo abbia comunicato la stessa sera della partenza.

"Ah si? di cosa avete parlato?" mi domanda con finto menefreghismo anche se so perfettamente che in fondo è curiosa di sapere come si trova nella nuova città e che gli manca da morire. Il legame che c'è tra loro è così forte che quello che avevano Jessica e Anne comparandoli sembrava quasi dissolversi nel nulla.

"Lei si trova bene A Princeton (New Jercey). ha avuto una promozione, m'ha chiesto come stavi e se volevi passare l'estate da lei. Io, ovviamente, gli ho detto la verità. Da quando è mancata la nonna Ivana, stai male." rispondo alla sua domanda. Il suo viso si dipinge di un tono di rosso così oscuro che mi fa paura.

"E tu che ne sai? che ne sai che sto male solo da quando la nonna è mancata tu che ne sai? Mi sei sempre stata lontana ti avvicini solo quando io te lo acconsento, quindi che cazzo vuoi sapere di come mi sento? Non sai nemmeno dove sparisco quasi tutte le sere da ormai due anni e credi veramente di sapere cosa provo? che cosa passa nella mia mente? Tu non sai niente di me." mi urla contro con così tanta collera che sbianco, ho paura che da un momento o l'altro possa prendere qualcosa e scagliarla da qualche parte della stanza e ne sarebbe altamente capace. Si alza dalla sedia con una velocità assurda apre la porta con una tranquillità altrettanto assurda, come se non avesse appena fatto una sfuriata degna di nome ed essere corsa alla porta dando l'idea che dipendesse la sua vita se non lo avesse fatto al più presto possibile "Esci - gli rivolgo uno sguardo pieno di domande ma lei indica il corridoio e ripete la stessa parola di prima - Esci dalla mia stanza." rassegnata mi alzo dal suo letto ed esco senza proferire parola sapendo che tutto quello che avrei detto in questo momento avrebbe soltanto aumentato il dolore o la rabbia di mia figlia.

Scendo di sotto in cucina sapendo perfettamente che Jessica non sarebbe scesa a mangiare. Appena entro il mio sguardo incontra quello di Francesco che era perso nel vuoto, come se avesse visto un fantasma.

"Francesco, tutto bene?" Gli domando preoccupata

"Si tranquilla ero solo perso nei miei pensieri" mi sorride spensierato ma c'è qualcosa che mi dice che non è proprio così ma non me la sento di investigare di più, potrebbe essere anche soltanto che abbia litigato con Anne e ora si senta in colpa per qualcosa. La mia mente ritorna alle parole che m'ha detto prima Jessica, mi ha ricordato che anche se io mi dico che conosco mia figlia in realtà non è così ed ha ragione non so nulla di lei, non so nemmeno dove vada praticamente tutte le sere.

-Jessica-

Sono qui, da sola, nella mia stanza che guardo la galassia sul soffitto, da me dipinta, che penso alla tranquilla discussione avuta con mia mamma subito diventata uno sfogo. Mi da fastidio che mia mamma abbia detto a Teresa che da quando mia nonna non c'è più io stia male perché in realtà è da molto più tempo che soffro. Mi fa saltare i nervi quando mia mamma risponde per me dando ovvio che lei sappia cosa provo in quel momento. Lei è una di quelle persone che sa meno di me, soprattutto quando si è allontanata da me quasi definitivamente dopo la morte di zia Lucia. Capisco cosa ha provato e per questo non gli do nessuna colpa, soltanto che se probabilmente non mi avrebbe trascurato ora non mi starei auto-distruggendo assieme a coloro che mi stanno vicino. Come oggi in mensa con Anne. Mi si era seduta accanto con la scusa di volersi, ancora una volta, scusare per la volta in cui mi diede una puttana. In se il fatto che mi abbia dato della puttana non mi fa ne caldo ne freddo, mi ha fatto male che lei pensi che io abbia fatto sesso con Francesco mentre lei sta con lui, è questo che mi fa veramente male. Il suo discorso, già programmato, stava andando benissimo, fino a quando, di punto in bianco, scarica la colpa sull'alcool, al fatto che avesse bevuto troppo. Mi sono voltata verso di lei con una rapidità che la veci saltare per aria, l'ho mandata a quel paese, che deve prendere le sue colpe e non scaricare su altro e infine concludere dicendogli che è una vera idiota se crede che Francesco la possa tradire e soprattutto con una ragazza che la considera come una sorella. Peccato che mio 'fratello' si sia avvicinato a noi proprio quando ho detto l'ultima frase, dalla faccia che fece dedussi che Anne non gli aveva detto nulla. Ovviamente Francesco chiese spiegazioni ed Anne gli confessò tutto, inutile dire che France ci stò male e che da lì iniziò una discussione che fini quando di lasciarono. Ed ecco un altro esempio che la mia lingua lunga ha fatto stare male altre persone a cui voglio bene. Sono un disastro ogni volta che tocco qualcosa, prima o dopo, si rompe in mille pezzi.

Poco dopo mi tornano in mente le parole che ha detto mia mamma prima di pronunciare quelle che hanno scatenato la tempesta. Teresa le ha proposto se mi sarebbe interessato passare l'estate da lei a Princeton. Mi manca tantissimo mia cugina e non nego che quando se n'è andata ho sofferto tantissimo. Siamo sempre state unite, un salvagente su cui aggrapparti per non affondare nel oceano, infatti quando mi hanno dimessa dall'ospedale dopo la sera dello stupro Teresa è mi è stata molto vicina, l'unica, che fin da subito, ha saputo cosa sia realmente accaduto. Anne sapeva che ero stata stuprata ma non era a conoscenza del perché lo avessero fatto. Io ho fatto la stessa cosa con lei quando è mancata zia Lucia. Non l'ho mai trattata diversamente o guardata con pena, come facevano tutti gli altri compresa mia madre, ma come ho sempre fatto. So quanto lei detestava, e detesta tuttora, quei sguardi pieni di compassione e la capisco li ho odiati anche io quando a scuola tutti mi rivolsero quello sguardo quando mancò mio padre e che molti continuano tutt'ora a rivolgermi. Però quando era giù di morale e sentiva la sua mancanza cercavo in qualsiasi modo di farle tornare il sorrisi e ci riusci, sempre. Quando decise di andarsene ne fui distrutta ma sapevo perfettamente che stare qui per lei era diventato ormai stretto, quindi ho dovuto abitarmi all'odiosa sensazione della sua mancanza. Mi lieta sapere che, come lei manca a me, io manco a lei e che vorrebbe perfino che andassi a passare l'estate da lei. Dentro di me in mezzo a tutta questa allegria sta silenziosamente albergando la paura che se vado da lei, porto con me anche il pericolo che porto dietro e sinceramente non voglio fare del male anche a Teresa. In un angolo dimenticato della mia testa frulla ancora la domanda di come abbia fatto sapere Logan che mia nonna fosse venuta a farmi visita a scuola proprio quel giorno? Forse potrebbe essere stato qualcuno a me vicino che gli ha detto che io non avevo chiuso i miei rapporti con mia nonna? no è impossibile chi mai lo farebbe? Sembra impossibile che le persone accanto a me vogliano il mio dolore ma qualcosa mi dice che non tutti sono veritieri quindi mi sa che se voglio veramente andare da Teresa devo ideare bene il mio piano.

MI alzo spedita dal letto e vado a sedermi sulla sedia davanti alla scrivania, aziono il PC e apro una pagina web per ordinare un biglietto aereo per Princeton con volo diretto delle ore 19.35 a nome di mia madre e subito dopo uno del giorno seguente per Sydney sempre volo diretto delle ore 20.45 ma a nome mio in modo tale che se mai qualcuno acherasse il portatile non riuscirebbe a intercettare il mio volo.

Inavvertitamente vengo posseduta da un colpo di sonno e così mi ridirigo verso il letto e inizio a fare sogni beati.

Quando mi sveglio la finestra viene attraversata da alcuni raggi lunari facendomi intuire che ho dormito troppo e la risposta positiva mi arriva quando osservo la svegli che segna le 23:09, ciò significa che a Sydney sono le 07:09 e quindi i signori Woods saranno già svegli.

I signori Woods sono degli amici di vecchia data di mia mamma. I Woods sono due signori, con precisione Matteo Woods e Luisa Holms, che ha sposato Matteo, ed entrambi abitavano in questo paesino sperduto e sono cresciuti insieme a mia mamma. sono così legati fra loro che mia mamma al ringraziamento gli invita sempre e loro con la scusa di venire a trovare vecchi amici e parenti vengono a farci visita. Anche loro hanno dei figli per l'esattezza due gemelli, Giacomo e Luca, che hanno soltanto un anno in più di me e andiamo d'accordo per quei pochi giorni che ci vediamo.

all'improvviso mi vengono alcuni crampi alla pancia perché ho fame quindi decido di andare di sotto e mettere qualcosa sotto i denti da sola essendo sicura che a quell'ora tutti fossero già a letto.

Quando sono sulla soglia della cucina le mie narici vengono invase dal profumo alla tisana di gelsomino, la preferita di mia madre, volto il mio sguardo verso il tavolo e la trovo lì seduta immobile,illuminata appena dalla luce proveniente dai fornelli, con lo sguardo fisso all'interno della tazza tenendo con la mano sinistra la tazza mentre con la destra tiene il piccolo filo che rende possibile tenere la bustina della tisana, fa alzare leggermente la mano per poi abbassarla di nuovo, come se quel gesto avesse velocizzato l'infusione.

"Anche tu ancora sveglia?" gli domando quando gli sono vicina. Sobbalza dallo spavento per poi spostare le sue iridi chiare sulle mie scure.

"Jessica credevo stessi dormendo." Afferma mia madre per poi tornare a fissare la tazza con attenzione come se per quei semplici movimenti ci volesse una folle concentrazione. l'ha praticamente sussurrato con un tono di voce afflitto e ciò mi fa star male ma io non posso far nulla per farla sorridere.

"Mi sono svegliata poco con un po' di fame così ho deciso di fare un piccolo assalto alla dispensa della cucina" affermo mentre prendo l'occorrente per mangiare e sistemandolo sulla tavola. Successivamente mi dirigo verso la dispensa e prendo il baratto contente le olive e i filetti di sgombro entrambi sottolio. MI siedo difronte a mia mamma e apro con fatica i vasetti.

"Mamma come mai non riesci a dormire?" Non è la prima volta in questi giorni che quando entro in cucina di notte vengo invasa dal profumo di gelsomino facendomi intuire che mia mamma non è da molto che se ne sia andata. Sento il suo sguardo puntato addosso come se non si aspettasse che io glielo chiedessi.

"Niente piccola stai tranquilla è soltanto che non ho sonno tutto qua." mi rivolge un sorriso finto, l'ho capito subito che c'è qualcosa che non va, che c'è qualcosa che gli provoca la mancanza di sonno ma non so cosa possa essere. Non posso obbligarla a dirmi ciò che non va deve essere lei non io.

" va bene, Sai ho pensato alla proposta che mi ha fatto Teresa. se voglio passare l'estate da lei." Confesso a mia madre dopo aver mangiato un boccone di sgombro. gli occhi sono di nuovo su di me ma stavolta sul suo volto è dipinta la curiosità in persona.

"Ah si? cosa hai deciso di fare? andrai da lei o rimarrai qui st'estate?" dalla sua voce ho la conferma che è curiosa. e ciò mi provoca una leggera risata che cerco di trattenere

"Andrò da lei ma nessuno deve sapere che sono da lei chiaro? nemmeno Ferruccio." dico seria mia madre che mi guarda con uno sguardo da chi non sta capendo un fico secco.

"Mamma dirò a tutti che passerò l'estate a Sydney dai Woods e che partirò la sera dopo la fine della scuola, ma solo tu ed io sapremo che invece andrò da Teresa okay?" Mia mamma mi fissa sempre con fare da interdetta

"Ma perché? perché vuoi mentire a tutti persino a Ferruccio?" mi domanda stranita mia madre e io la capisco perfettamente.

"Perché se ci tieni a Teresa ci conviene mentire a tutti. Fidati di me mamma, lo faccio per il bene di mia cugina, sono per non portare dolore ad altra gente." gli dico tristemente. Vedo che mia mamma vorrebbe farmi altre mille domande ma lascia perdere, preferendo di dedicarsi alla sua tisana ormai fredda, annuisce rassegnata prima di darmi la buonanotte e dirigersi verso la sua stanza da letto. Io sono ancora qui, in cucina a mangiare la mia cena che dopo averla finita lavo il coperto e i due barattoli ormai vuoti. Guardo l'ora sull'orologio appeso alla parete difronte ai fornelli e noto con mio disappunto che si sono già falle le 00:15, decido di salire le scale e di chiamare i Woods per metterli a corrente del mio piano e sperando che accettino.

Ciao ragazze/i,

volevo chiedervi se è di vostro gradimento questa storia o se vorreste consigliarmi qualcosa d'aggiungere.

Secondo voi, le paure di Jessica che qualcuno la stia tradendo sono fondate? o è solo una sua immaginazione?

I Woods accetteranno di partecipare al piano di Jessica?

E il piano, del finto viaggio a Sydney, che ha costruito in modo che sembri reale, potrà veramente funzionare?

A Presto.

RosaBianca🌹

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