37- Cosa posso fare io?

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Scusate ma voglio informarvi in anticipo che questo capitolo è leggermente differente dai precedenti. Qui scriverò cosa proverà Luca dal momento in cui Jessica gli rivela che è un giocattolo,anche se è per non fargli del male, fino a quando qualcuno gli dirà che sempre lei partirà per l'estate. Come reagirà a tutto ciò? Cercherà anche lui di far cambiare idea a Jessica o farà finta di nulla?

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Siamo qui in un corridoio deserto che ho appena finito di fare il solletico a Jessica. La sto stringendo ancora tra le mie braccia sapendo perfettamente che se la liberassi ora cadrebbe a terra a causa dalle troppe risate di poco fa. Il suo respiro irregolare si infrange sul mio petto scatenando dei leggeri brividi lungo la mia colonna vertebrale. Abbasso lo sguardo su di lei proprio mentre lei alza il suo incastonandoli in qualcosa di magico.

"Sei bellissima" gli sussurro con voce così flebile che potrebbe nemmeno averle sentite. Molto lentamente avvicino il suo viso al mio facendo in modo che lo desideri. I nostri nasi si stanno sfiorando e proprio mentre sto per baciarla posa i suoi palmi delicati sul mio petto facendomi una leggera pressione. Mi sta respingendo perché? Allontano il viso da lei e credo proprio che sul mio viso sia dipinta un espressione stranita mentre lei non vuole guardarmi come se avesse paura.

"Scusa" sussurra per poi incrociare, finalmente, il suo sguardo al mio. Inutile dire che sono ancora più confuso di prima. Jessica non ha fatto nulla di male.

"Per cosa?" gli domando con lo sguardo di chi non sta capendo nulla.

"Per averti fatto credere che m'importi qualcosa di te." dice guardandomi dritto negli occhi con menefreghismo. Che cosa? ma che sta succedendo perché Jessica mi sta dicendo questo? Ho fatto qualcosa di sbagliato?

"Che stai dicendo Jessica?" gli chiedo con voce ormai spezzata. Sento una brutta sensazione alla bocca dello stomaco come se dalla sua risposta non arriverà nulla di buono.

"Ah ah ah... cosa credevi? che m'importasse qualcosa di te?" Mi ride praticamente in faccia. Non riesco capire cosa sta succedendo intorno a me. Sento Jessica infetire contro di me. Ma io sono in silenzio fino a quando con tono confuso gli chiedo speranzoso che smentisca ciò che ha appena detto.

"Tu mi vuoi dire che per tutti questi mesi a te non è importato niente di me ma era soltanto finzione? Che tutte quelle emozioni che hai provato erano soltanto finzione?" Le domando sapendo, appena ho finito di dire e visto la sua espressione divertita, che la risposta mi provocherà soltanto altro dolore e delle lacrime traditrici mi solcano indisturbate le guance.

"Si è quello che ti sto dicendo, a me non me ne frega niente di te, che ho mentito fino ad ora e che ora mi sono stufata di te. Sei un giocattolo per me ed ora mi sono stufata di giocarci assieme quindi ti abbandono in una parte abbandonata della stanza assieme agli altri giocattoli vecchi." Lo dice con così tanta sicurezza che mi spiazza. In questo mio momento di debolezza lei si libera dalla mia presa e se ne va lasciandomi solo in questo corridoio deserto con i miei pensieri.

Mentre torno a casa la mia mente ripete con monotonia Sei solo un giocattolo per me procurandomi soltanto altro dolore. Non ci credo che per lei sono stato solo un passatempo. Non può aver recitato fino ad ora, non può aver recitato l'emozioni che gli ho visto sul letto mentre abbiamo fatto l'amore, almeno per me lo era, per ben tre volte. Non può; è impossibile. Appena sono difronte all'immobile corro al suo interno e mi rifugio in camera mia. Quando sono all'interno vengo avvolto dalla rabbia per ciò che m'ha fatto Jessica, come cazzo può una persona far provare dei sentimenti verso essa e poi dirti che per lei  sei solo un passatempo. Preso da un scatto d'ira tiro un pugno sulla scrivania incrinandola leggermente verso destra. Vengo invaso da un leggero dolore alle nocche ma la rabbia che provo lo sovrasta così prendo il portatile che si trovava sul letto e lo scaravento a terra per poi fare la stessa fine alla lampada del comodino, al Tablet e al mio adorato ipod. Poco dopo la rabbia diminuisce lasciando il posto al dolore, mi siedo al bordo del letto, le mie mani avvolgono il mio viso raccogliendo le gocce salate che solcano i miei occhi.

Dietro La MascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora