Mentre cammino verso le bare sulla riva del lago mi rendo conto di quanto io sia stanca. Tutta la stanchezza degli ultimi cinque anni mi sta cadendo addosso tutto in un colpo. Sono così stanca che non riesco nemmeno a respirare.
Mia madre mi fa stendere per terra e mi fa un incantesimo per farmi addormentare. Assorbirà il mio potere e quando mi sveglierò tutti vivranno di nuovo. Mio padre, Cat e David torneranno a respirare. Mi chiedo quando porteranno in vita me.
La vita è un incubo, la mia vita è un incubo. Non doveva andare così, io non dovevo essere questa persona. Io dovevo essere Aria Fell, una normale studentessa e una normale moglie.
Mi chiedo in quale razza di mondo ho messo alla luce mia figlia. Lei è speciale, più speciale di me. E' nata già trasformata, è più rara della ragazza alata. Lei ha il destino del mondo intero tra le mani. Un giorno, quando lei sarà grande, sarà costretta a combattere, come sono stata costretta io. Spero solo che lei diventi una guerriera e non una macchina da guerra.
Vedo quello che sta succedendo come se fossi lontana. Vedo mia madre aprire un varco tra il tunnel e il campo di grano. Vedo uscire prima Lilia, la parte che è morta durante la trasformazione, poi vedo mio padre, poi David, poi Cat. Si tengono tutti per mano. Sorridono, stanno tornando in vita. Hanno una seconda possibilità. Cat potrà stare di nuovo con Marcus, David potrà conoscere sua figlia e mio padre potrà stare di nuovo con mia madre. Tutto si sta risolvendo per il meglio.
Ho la certezza che sono usciti. Sono tornati in vita. Ma io non voglio svegliarmi. Voglio restare qui, in questo sonno magico, almeno per un altro po'.
Io non voglio una vita senza fine se tutta la mia vita sarà così. Continuamente tradita, continuamente in guerra. Ho un brutto presagio, uno di quelli che poi si avverano.
Nonna Aria è ancora viva. I licantropi non possono essere uccisi in nessun modo. Jago è dalla sua parte. La guerra non è ancora finita. Siamo arrivati alla vera fine.
Dopo cinque anni la fine si sta avvicinando e io non voglio aprire gli occhi. Non voglio combattere ancora. Sono devastata, distrutta, senza più motivazioni. Io sono sempre stata l'arma, la ragazza alata. Che nome stupido poi, "ragazza alata". Potevano scegliere qualcosa di più... adatto alla situazione, come ad esempio "la ragazza dannata" o "la ragazza nata per soffrire".
Cavolo, ecco cosa si ottiene illudendo la morte. Io sono morta cinque anni fa. Io ero nata per morire, dovevo morire. Adesso ho una povera piccola che dovrà sopportare tutto quello che ho subito io, non so più chi mi ama davvero, non so più chi sono. Forse non l'ho mai saputo. Chi è Aria Fell? Chi è Aria Blackwell? Chi è Aria Peterson?
Non posso scoprirlo rimanendo addormentata. Devo aprire gli occhi e combattere contro tutti solo per un altro po', poi prenderò la mia bambina e andremo via. Ci lasceremo tutto e tutti alle spalle. Alcune volte è più coraggioso e saggio andarsene che restare.
Apro gli occhi. Non vedo il cielo come mi aspettavo, vedo un tetto fatto di vecchie pietre grigie.
Sento un po' di trambusto attorno a me. Non il trambusto che mi aspettavo però, non sento lacrime e gioia nell'aria, sento solo rumore e una neonata che urla.
Mi metto seduta e mi guardo attorno spaesata. Sono stesa per terra, in un angolo del corridoio d'entrata del castello. Tutti corrono da destra a sinistra, confusi. Dalle persone che corrono intuisco che tutti gli angeli sono venuti qui.
Mi metto all'impiedi e urlo a squarciagola: << Mi potete spiegare che diamine sta succedendo? >>
Marcus si avvicina a me e dice: << Non abbiamo molto tempo. Luce è con Ruben. >>
<< Ma perchè sono tutti qui? >>
<< Qualcuno ci ha traditi. >> dice con sguardo triste << Ha disattivato le difese della nuvola. La nuvola è distrutta, non rimane nulla. >>
<< C'è tua madre dietro a tutto questo? >> chiedo.
<< Aria, ascoltami perchè non c'è tempo. >> dice guardandomi dritta negli occhi << Appena Virginia ha aperto il portale si è scatenato l'inferno. Non so come, sono riusciti ad attraversare il corpo di tua madre e sono ritornati. Hanno formato un esercito. Tutti i vampiri che sono stati uccisi negli ultimi mille anni, Vivian, Ezra, John, tutti quanti. >>
<< Oh mio dio. >> dico senza fiato.
<< Aria, moriremo tutti. >>
E' agitato. Gli prendo il viso tra le mani e dico: << Ehi, tu sei un ibrido, non morirai. >>
<< Aria, sono entrati nel regno. >> dice spaventato << Hanno portato in vita un mio antenato, un'altra chiave e hanno usato mia madre come sciamano. Hanno una spada che cattura la tua anima e la fa riposare in pace. Non come il campo di grano. Quella spada da l'eterno riposo a chiunque. Anche a chi non può essere ucciso. >>
Mi ci vuole un attimo per assimilare tutto quello che sta succedendo.
<< E adesso che si fa? >> chiedo.
<< Molti angeli si daranno alla latitanza. Molti stanno tornando umani. >>
<< E noi che facciamo? Siamo tutti in pericolo! >>
<< Dobbiamo rimanere e combattere, non possiamo scappare. >>
Respiro profondamente e dico: << Dov'è Ruben? >>
<< In biblioteca. >>
Senza pensarci un attimo corro verso l'ultima stanza del corridoio. Ruben sta cullando Luce, cerca di farla calmare. Questa stanza è vuota.
Appena mi vede alza la testa e dice: << Dobbiamo mettere nostra figlia al sicuro. >>
Prendo Luce tra le braccia e dico: << E' quello che faremo. >>
Prendo la mano di Ruben e faccio un incantesimo di trasporto.
Appena ci teletrasportiamo busso alla portone. Lilia ha passato tutta la sua infanzia qui, in orfanotrofio. Non voglio che mia figlia faccia la sua stessa fine, ma devo proteggerla.
Dopo qualche secondo mi apre una suora anziana che conosco, l'unica che sa dell'esistenza degli angeli.
<< Aria. >> dice vedendomi << Che ci fai qui? >>
Con le lacrime agli occhi dico: << Devi tenere mia figlia al sicuro. E' un angelo, ha le ali, sono occultate da questa collanina magica. Proteggila a costo della tua vita. Se io o Ruben o qualcun'altro della mia famiglia non dovesse venire a riprenderla... raccontale di me e di noi. Dille chi è, dille che è speciale e che le volevamo tanto bene. >>
Non riesco a smettere di piangere, Ruben lo stesso. Guardo Luce. I suoi capelli rossi, i suoi occhi azzurri e le sue lentiggini. Io e suo padre le diamo un bacio sulla testa e poi la lasciamo tra le braccia della suora.
Prima che possa pentirmene afferro la mano di Ruben e mi teletrasporto di nuovo nella biblioteca del castello.
Appena arriviamo stringo forte Ruben tra le mie braccia.
<< Devi promettermi una cosa. >> sussurra singhiozzando << Devi promettermi che questa volta tu non ti sacrificherai per il bene comune. Questa volta tocca a me. >>
Mi stacco da lui e dico: << Ma di che stai parlando. >>
<< L'hanno detto. >> dice << Vogliono me. Se mi trafiggono con quella spada nessun umano morirà perchè tecnicamente io non sarò morto, la mia anima si. Devi lasciarmi andare. >>
<< No! >> urlo guardandolo << Io oggi ti ho odiato più di quanto abbia mai odiato in tutta la mia vita, ma non permetterò che tu muoia perchè io ti amo troppo per lasciarti andare. >>
Mi accarezza dolcemente il viso e dice: << Io, cinque anni fa l'ho fatto. Ti ho lasciata andare. Sei morta. Adesso lascia andare me. >>
Sto per ribattere quando Ariel spalanca la porta piangendo e dice: << Sono tutti qui. Dobbiamo andare. >>
Mi avvicino ad Ariel, le afferro le mani e dico: << Tu rimani nascosta qui. Quando tutto sarà finito vai a prendere Luce all'orfanotrofio. Ti prego. >>
<< Aria, che hai intenzione di fare? >>
Respiro profondamente e dico: << Mettere fine a tutto questo. >>