È ormai notte fonda. Tutti sono andati via da un po' e io sono rimasta in terrazza, seduta attorno al tavolo che ho appena sparecchiato. Guardo le stelle e mi perdo nei pensieri.
E' successo molte volte. Ogni tanto, quando non riesco a togliermi dalla mente i ricordi, vengo qui e mi godo il silenzio. Non so quante volte ho pensato ad Alec e al suo ritorno. Speravo che non sarebbe mai più tornato, che sarebbe sparito dalle nostre vite per sempre, ma non è così. Ma la domanda che mi assila è: perchè proprio adesso? Se voleva vendetta poteva averla subito. Ero debole nelle settimane dopo la guerra, avrebbe potuto sconfiggermi senza nemmeno sforzarsi più di tanto. Perchè aspettare tutto questo tempo?
Sento la porta della terrazza aprirsi. Mi volto e vedo Ruben già in pigiama. Viene vicino a me, mi prende in braccio e si siede sulla sedia dove fino a qualche secondo fa ero seduta io.
Affondo la testa sul suo petto e respiro il suo profumo così dolce. Non so cosa farei se non ci fosse lui.
<< Mi spieghi che succede? >> sussurra al mio orecchio mentre mi accarezza dolcemente i capelli.
<< Niente. >> dico con voce strozzata.
Non mi ero accorta del fatto che stavo piangendo, me ne rendo conto soltanto adesso.
<< Puoi dirmelo, qualunque cosa sia puoi dirmela. >>
Alzo la testa e lo guardo negli occhi. Io lo invidio. Invidio il fatto che nonostante tutto il dolore che ha provato nella sua vita, i suoi occhi risplendono ancora. I suoi occhi assomigliano a quelli dei neonati, occhi che non hanno ancora versato lacrime di dolore e delusione.
Io ogni mattina quando mi guardo allo specchio vedo che non ho più quella luce che c'era nei miei occhi quando ero ancora una semplice liceale umana. Io sono cambiata, e lui invece no.
Darei tutto per essere di nuovo quella semplice liceale, quando le mie uniche preoccupazioni erano le interrogazioni e i compiti in classe. Adesso devo pensare a mandare avanti una comunità intera di angeli e a proteggere la mia famiglia. La semplice liceale non immaginava una cosa del genere.
Con una mano Ruben asciuga le mie lacrime silenziose e mi guarda sorridendomi.
<< Sto bene. >> dico sorridendogli << Non ti capita mai di piangere senza motivo? >>
Con un dito accarezza le mie labbra e dice: << Ho già capito tutto. Fino a ieri non riuscivi nemmeno a pronunciare il nome di Alec, e pomeriggio lo hai gridato in faccia a Marcus e a Cat. So che non mi dirai niente, non ne hai parlato con Marcus in veste ufficiali, figuriamoci se ne parlerai con me. Devi sapere che ho capito. >>
Abbasso lo sguardo e dico: << Mi conosci benissimo. >>
<< Meglio delle mie tasche. >>
<< Ti prometto che quando sarà il momento sarai il primo con cui parlerò, ma adesso non posso parlarne. >>
<< Va bene. >> dice sbuffando << Perchè adesso non ci dimentichiamo di tutto? Solo per questa notte. >>
<< Non so se ci riesco, ma posso provarci. >> dico sorridendo.
Appoggio le mie labbra sulle sue. Lo stringo con forza fra le mie braccia, voglio farlo diventare una parte di me. Lui fa lo stesso, sento le sue mani ghiacciate sulla schiena.
Si stacca dalle mie labbra e dice: << Perchè domani non rimaniamo entrambi nel letto abbracciati? Io domani ho la giornata libera e tu hai detto che è tutto pronto per l'arrivo degli iniziati. Non hanno bisogno di te. >>
<< Non immagini quanto lo vorrei, ma non posso. Devo controllare di persona che tutto vada bene. Facciamo un altro giorno, proprio domani non posso. >>
Sbuffa e fa una cosa che non faceva da tempo. Si alza di scatto tenendomi in braccio e mi porta dentro casa. Io non posso fare a meno di sorridere.
Mi risveglio all'alba, dopo soltanto due ore di sonno. Appena apro gli occhi vedo il volto di Ruben. Quando dorme sembra sempre così felice e rilassato e forte. Vado in bagno e mi tolgo la camicia da notte.
Guardo il mio riflesso allo specchio. Con le punta delle dita accarezzo dolcemente le mie cicatrici. Ne ho diciassette sulla pancia e cinque sul petto, di cui due sul tatuaggio. Sono tante linee bianche che hanno invaso il mio corpo, linee di cui non mi disferò mai. Ho provato di tutto: vecchi rimedi, creme costose comprate in farmacia, incantesimi curativi di Lilia.
Io non ho mai tenuto al mio aspetto fisico, non mi importa se il mio corpo sia brutto, vorrei vederle sparire perchè vorrei che anche il ricordo di quella notte sparisse. Vorrei eliminare dalla mia mente quel dolore straziante, il rumore delle mie costole spezzarsi, l'orribile sensazione di non poter più comandare il tuo corpo.
Mi metto sotto la doccia e lascio che per l'ennesima volta l'acqua fredda scarichi via anche i pensieri. Mi vesto rapidamente e quando sono pronta vedo che ore sono: le sei del mattino.
È ancora molto presto, ma io non posso stare ancora con le mani in mano. Alec è tornato, devo parlargli, o almeno vedere di persona il primo indizio che ha lasciato per me.
Esco di casa facendo il meno rumore possibile e mi metto subito in volo verso la pianura. È dall'altra parte della citta, un quarto d'ora di volo circa.
Atterro nello stesso punto dove il nostro esercito è atterrato cinque anni fa.
Mi ricordo ancora la luna, il caldo dell'estate, solo il verde. Adesso questi alberi attorno alla pianura sono pieni di fiori di vari colori. Sembrerebbe un paesaggio bellissimo. Se solo questi alberi potessero parlare...
Abbasso leggermente la testa per passare sotto un ramo di un albero e mi ritrovo davanti alla pianura. Le croci di pietra sono sparse su tutta la pianura, in alcune ci sono scritti dei nomi, in altre no. Nell'aria sento un odore simile a quello che lascia un incantesimo di Lilia, un leggero profumo di cannella che solo un olfatto sensibile come il mio può sentirlo.
Respiro profondamente e cammino verso il centro della pianura. Guardo le croci, guardo per terra. Nonostante gli anni sento ancora l'odore che si lasciano dietro i vampiri, forse non se ne andrà mai. Questa è la loro tomba e le loro anime, se ne avevano una, rimarranno qui per l'eternità.
Ad un tratto sento un rumore. Qualcuno sta venendo qui, lo sento. Dopo qualche secondo Alec esce da dietro un albero e appoggia le mani sulla punta della croce di suo padre.
<< Ma che piacere rivederti. >> dice sorridendomi << Ho visto che i miei messaggi ti sono arrivati. Non ero tanto convinto che tu sapessi il latino, forse Google Traduttore ti ha aiutato. >>
<< Nonostante non sei più un vampiro non sei cambiato per niente, caratterialmente intendo. Come aspetto... beh, assomigli adesso molto di più a tuo padre. Preciso che non è un complimento. >> dico guardandolo dritto negli occhi.
<< Vedo con piacere che anche tu sei cambiata caratterialmente. In questo preciso momento cinque anni fa eri davanti allo specchio della tua stanza, tua madre che piangeva e ti teneva le mani sulle spalle. Ti eri svegliata da poco, avevi paura, ma avere due ali nere sulle spalle ti elettrizzava. Eri così insoddisfatta della tua vita umana che desideravi cambiarla. Forse adesso, se non ti fossi trasformata, tua madre sarebbe ancora al tuo fianco. >>
Cerca di farmi innervosire, ma non ci riuscirà. Usa gli stessi trucchetti del padre.
<< Si, è passato molto tempo. In quel periodo non sapevo realmente chi ero. Però sai, non me ne pento. Certo, vorrei avere mia madre al mio fianco in questo momento, ma i tuoi amichetti succhiasangue sarebbero ancora vivi. Uccidevate molte persone innocenti, è stato un bene eliminarvi. >>
<< La cosa che mi fa più ridere è che anche tu sei così. >> dice ridendo << Non vorrai negare che quando abbracci il mio fratellino minore Eliah una parte del tuo cervello non ti dice di uscire i canini e bere il suo sangue? Sei così ridicola. >>
Sento ogni muscolo del mio corpo irrigidirsi. È entrato nei miei pensieri, ma come avrà fatto?
<< Come lo sai? >> chiedo cercando di non far trasparire nessuna emozione.
Cammina verso di me e dice: << Dopo la guerra ho fatto un piano perfetto nella mia mente. Nel giorno del tuo matrimonio eri ancora debole e tutta la tua famiglia era raccolta in quel giardino della povera defunta Hazel. Dovrei chiamarla nonna adottiva? Comunque, non perdiamoci in chiacchere. Io ero lì al tuo matrimonio, avevo tutto pronto, ma poi ho visto qualcosa che forse non avrei dovuto vedere. Ho lasciato perdere il mio piano di vendetta e mi sono messo ad indagare. Non puoi immaginare quante cose ho scoperto. Così, ho aspettato. L'ultima prova che mi serviva era una goccia del tuo sangue per confermare le mie teorie e, guarda caso, due settimane fa ti sei fatta un piccolo taglietto al dito per colpa della prima rosa che è fiorita nel giardino di casa Peterson. Ovviamente avevo fatto un incantesimo su quella rosa, non so se è inutile dirlo. Prima che il tuo sangue da vampiro riemarginasse la ferita ti è caduta una goccia di sangue sulle foglie. Quando ho visto l'esito del test sono esploso di gioia. >>
<< Ma di che test stai parlando? >> dico un po' confusa.
Oramai Alec è ad un passo da me. Con un dito mi sfiora la guancia e mi sorride. Io mi trattengo da staccargli quel dito a morsi.
<< Per sapere chi era tua madre. >> dice sorridendomi.
<< Ma lo sai chi era mia madre! L'avete uccisa voi! >>
<< Noi vampiri conoscevamo la vita di tua madre da sedici anni in poi, ma prima chi era? >>
<< Stai solamente cercando di confondermi. >> dico girandomi per andare via da qui.
Alec mi afferra la spalla con forza e io mi giro di nuovo verso di lui.
Con tono di voce serio dice: << Tu hai scelto di stare con gli angeli e lo capisco. Tra loro c'era tuo padre, il tuo fidanzato e tutti i tuoi amici. Io avrei fatto la tua stessa scelta. Ma posso garantirti una cosa, i vampiri erano dei mostri spregevoli ma non mentivano mai ad altri vampiri. Mio padre mi ha sempre raccontato le mie origini, mi ha detto chi fosse mia madre, mi ha detto chi fosse mia sorella e mi ha detto che avrei potuto conoscerli. Noi vampiri dopo un anno di vita perdiamo la capacità di provare dei sentimenti, ma una cosa ci rimane: la lealtà verso la famiglia. Tra voi angeli questo non c'è. >>
<< Certo che c'è. >> dico arrabbiata << La mia famiglia è un unica forza. Siamo leali l'uno con l'altro perchè è l'amore che ci spinge ad esserlo. >>
<< Se siete leali fra di voi, perchè non ti hanno mai raccontato le tue vere origini? >>
<< Io le conosco le mie origini. >> dico urlando << So che mia madre ha tradito suo marito con un angelo e che da questo amore extraconiugale sono nata io. Lo so. >>
Scoppia a ridere. Mi mette una mano sul viso e mi dice: << Perchè non chiedi a tuo padre in che secolo ha conosciuto Virginia? Perchè non gli chiedi quanti anni aveva Virginia? >>
<< Ma che diamine stai dicendo! >> urlo scacciando via la sua mano << So chi era mia madre. Mia madre era un'infermiera prossima alla pensione e aveva cinquantanove anni quando è morta. So tutto di lei: a ventun'anni ha avuto mio fratello e dopo vent'anni ha avuto me. >>
<< Si, questo e vero. E quando si sono conosciuti Eliah e Virginia? >> mi chiede continuando a sorridere in un modo fastidioso.
<< Quando avevano sedici anni. >> urlo << Lo sanno tutti. >>
<< E chi era prima? >>
<< Una normale sedicenne dei suoi tempi. >> dico stufa.
<< Se posso darti un consiglio: cerca nei vecchi libri di storia. Credo che tua madre abbia qualche anno in più. >>
Stufa della situazione mi alzo in volo. Vuole solamente confondermi, è solo uno psicopatico come il padre.
Mentre volo verso la nuvola le sue parole mi echeggiano all'infinito nella mente. Perchè dovrei cercare nei libri di storia mia madre? E perchè mi ha chiesto in quale secolo Marcus ha conosciuto mia madre? E cosa ha visto al mio matrimonio per non vendicarsi?
Molto probabilmente tutte le cose che mi ha detto quel pazzo non sono vere. Ma qualcosa nel mio cervello mi dice di indagare, era troppo sicuro di quello che stava dicendo.
Se Alec ha ragione io non conosco per niente il mio passato. Quanti cambiamenti dovrà sopportare ancora la mia vita?