7. mi ricorda quasi la jeep di Stiles in Teen wolf

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La prima cosa che vedo davanti a me sono: Palme. Ed è strano per una che vive con la pioggia 365 giorni l'anno. Cavolo fa caldo, da Portland a qui la temperatura si è alzata di almeno venti gradi, e io ho ancora i pantaloni della tuta e una felpa pesantissima, mi scioglierò me lo sento. Mio padre ci informa che la macchina che abbiamo affittato per questi tre mesi è già qui nel parcheggio, la cosa non mi sorprende, l'avrà portata uno dei leccapiedi di John.
La macchina mi piace, è più sbarazzina della nostra solita vettura. È una jeep renegade, blu scuro, non male, mi ricorda quasi la jeep di Stiles in teen wolf.
Saliamo tutti a bordo, io davanti difianco a mio padre e mia madre ed Emma dietro. Appena papà ingrana la marcia, non mi metto le cuffie, ma decido di accendere la radio: A volte faccio un gioco, quando devo prendere una decisione, o semplicemente quando faccio qualcosa di nuovo, accendo la radio e in base alla canzone che parte, saprò che scelta fare o mi dirà come andrà la mia "impresa".
Vediamo come sarà la mia esperienza a Miami... parte Yellow dei Coldplay, è una canzone stupenda, una delle mie preferite, ma non è decisamente di buon auspicio per chi visita una città nuova... si inizia alla grande, fantastico.
"Look at the stars
Look how they shine for you
And everything you do
Yeah, they were all yellow
I came along
I wrote a song for you
And all the things you do"
E mentre ascolto queste parole, guardo fuori dal finestrino, guardo gli edifici perfettamente abbinati tra loro e un numero spropositato di palme che mi scorre a gran velocità davanti, mentre il vento mi scompiglia i capelli che ho sciolto poco fa.
Capisco che siamo arrivati quando papà parcheggia in un quartiere con tante villette, quella difronte a cui ci fermiamo, che suppongo sarà la nostra "casa"; Alla sinistra e alla destra del vialetto che conduce alla villa, c'è un prato molto curato, dove al lato destro ha anche la cassetta della posta, le mura della casa sono di mattoni beige con qualche finestra sparsa qua e là, il tetto a punta è di un rosso scuro, la porta è di legno con uno spioncino centrale, sotto la quale c'è un tappetino con su scritto "benvenuti". La villa è parecchio grande, me lo aspettavo, "John lo stronzo" punta sempre al top, come dice lui.
Appena entriamo la casa è accogliente: Il salotto ha un divano in pelle bianca con un tavolino dello stesso colore e una tv molto grande, la cucina non è enorme, ha l'essenziale, il che mi piace.
<<allora, la nostra camera è qui al piano terra in fondo il corridoio, con un bagno. Le vostre stanze ragazza sono di sopra con altri due bagni, anche se una delle camere ha il bagno in camera, poi decidete voi chi prende quale camera.>> ci informa, io e mia sorella ci guardiamo per un secondo con uno sguardo di intesa misto a sfida, e in un nano secondo iniziamo a correre verso le scale: Chi arriva prima vince la camera con il bagno. Corro più veloce, Emma ha provato anche a spingermi ma ovviamente l'ho evitata ed ha perso l'equilibrio, sono in vantaggio, salgo le scale più veloce che posso con satana alle calcagna, appena arrivo di sopra vedo che ci sono tre stanze: Una dev'essere il bagno, un'altra una camera e l'altra la camera con il bagno, qualè quella giusta?!?
Ok devo restare calma, apro la porta della prima stanza mentre Emma ne apre un'altra... apro la porta e... BINGO
<<SI! è mia, sorellina mi dispiace tanto. no in realtà non è vero, sono davvero felice!>> le urlo
<<ti odio, sappilo>> mi risponde dall'altra stanza, <<supererò questo trauma>> le grido di rimando e la sento ridere.
Poggio le mie cose sul letto, metterò a posto i vestiti dopo, ora voglio prendere familiarità con la zona. Guardo l'orologio, sono le quattro di pomeriggio, non ho pranzato ma non ho per niente fame, decido di fare una corsetta per vedere bene il quartiere. Così mi strucco, altrimenti alla fine della corsa sarò un panda, metto dei leggins lunghi traspiranti e attillati neri, il mio adorato paio di scarpe nere da corsa, un top sportivo visto che si muore di caldo e lego i capelli in una coda alta. Prendo il telefono, che metterò nella tasca del top e le cuffiette che con la giusta playlist mi caricheranno di energie. Un quarto d'ora più tardi sono pronta e scendo di sotto, dove trovo i miei genitori intenti a preparare dei toast, Emma non c'è, sarà sicuramente in camera sua.
Mi dirigo verso il frigorifero e prendo una bottiglietta d'acqua che finisco subito, <<tesoro vuoi un toast? lo so che è tardi ma visto che non abbiamo pranzato, pensavamo di fare uno spuntino.>> mi dice mia madre, <<no grazie non ho fame, vado a fare una corsa, ci vediamo dopo>>
<<a dopo>> mi rispondono, ed esco di casa.

Nulla è per caso (DA REVISIONARE/ COMPLETARE)Where stories live. Discover now