3. ma vuoi guardare dove cavolo cammini?!

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<< ma vuoi guardare dove cavolo camini?! >> esclamo infuriata mentre mi allungo sul pavimento per rimettere in ordine la mia roba ormai sparsa ovunque.

<< non farne una tragedia, non ti ho vista >> alzo gli occhi indignata sull'imbecille che ha appena sparato questa misera scusa: Alto, capelli ricci e scuri un po' più corti ai lati, occhi verdi molto profondi, un po' di barbetta accennata sul mento. Indossa una felpa nera con cappuccio che ora tiene abbassato, sotto porta un paio di jeans chiari strappati su un ginocchio e delle scarpe da ginnastica bianche. Una cosa su cui mi soffermo particolarmente è la collana che porta al collo: una catenina argentata con un ciondolo a spirale, è particolare, non ne avevo mai vista una simile...

Insomma è il tipico ragazzo tutto muscoli e niente cervello con la variante di essere un po' dark, questo glielo concedo. Non l'ho mai visto qui a scuola e stando alle descrizioni di Cristina e al suo attuale sguardo, che fissa questo idiota in piedi di fronte a me come una tredicenne in balia della sua prima cotta, oserei dire che questo è il famoso ragazzo di cui mi parlava prima.

Mi alzo e lo guardo dritto negli occhi <<scusami? Non sto facendo una tragedia, se tu guardassi dove cammini invece di pensare a chissà cosa, si eviterebbero questi eventi spiacevoli>> ribatto tutto d'un fiato.

Mi guarda dall'alto in basso, come se fossi un insignificante formica che gli sbarra la strada facendogli perdere tempo quando ha cose ben più importanti da fare.

Si abbassa leggermente, mettendo i suoi occhi verdi all'altezza dei miei.

<<credi di sapere a cosa penso eh? Fammi indovinare, sei la tipica ragazza studiosa, con pochi amici, un rapporto bellissimo con la famiglia, sei una maniaca del controllo e se le cose non vanno come dici ti fai prendere da una crisi isterica, passi il tuo tempo a studiare pensando di riuscire ad ottenere il premio nobel per la pace grazie ai tuoi "innumerevoli sforzi" beh sorpresa, non accadrà mai quindi mettiti l'anima in pace >> dice prendendo uno dei libri che ancora non avevo raccolto e me porgendomelo, fatto questo si rialza e se ne va, passandomi affianco sbatte la spalla contro la mia di proposito.

Resto ferma e completamente scandalizzata, ma chi diavolo è questo tizio? E soprattutto chi diavolo si crede di essere?

Crede di conoscermi, si permette di giudicare e di sputare congetture su una persona che non ha mai visto in tutta la sua vita. Ma soprattutto era lui ad avere torto dannazione, lui è venuto addosso a me, non il contrario, talvolta un pò di umiltà rende onore, qualcuno dovrebbe insegnarglielo.

Rimetto l'ultimo libro nello zaino e me lo rimetto in spalla, dopodiché ricomincio ad incamminarmi a passo svelto verso l'aula di economia ignorando le persone che hanno assistito al mio scontro con quel tipo e che ora mi guardano ridacchiando e parlano fra loro.

Dire che ormai sono abituata a sentirli sparlare di me è poco: prima che morisse mia nonna io e Cristina avevamo fatto il provino per entrare nelle cheerleader, entrambe siamo riuscite ad entrare con sommo dispiacere di Elizabeth naturalmente. Dopo la morte di mia nonna ho lasciato la squadra, Cristina invece è rimasta e ne fa parte tuttora, dopo aver lasciato la squadra Elizabeth mi ha accusata di averlo fatto per sabotare la squadra, mi ha accusata di aver fatto in modo che la nuova coreografia fosse progettata per dieci ballerine e poi all'ultimo, poco prima della partita di football in cui avremmo dovuto esibirci di aver lasciato la squadra lasciandole con un membro in meno.

Ha avanzato questa accusa in mensa facendo una scenata difronte a tutti e per tutta risposta io le ho rovesciato il famoso minestrone di Greta in testa, da quel momento sono stata soprannominata "la tipa stramba" o "la pazza" ricordo che avevano inventato altri due soprannomi molto ingegnosi, ma in questo momento mi sfuggono. Sono stata accusata di sabotaggio, solo che il sabotaggio era l'ultimo dei miei pensieri, che erano totalmente concentrati sul come sopravvivere con me stessa e con il mio dolore.

Nulla è per caso (DA REVISIONARE/ COMPLETARE)Where stories live. Discover now