14. Tieniti vicini gli amici e i nemici ancora di più

226 59 21
                                    

È la prima volta in vita mia che vado in moto ma posso dire che è una sensazione stupenda, ammetto che il non reggermi ad Edoardo mi sta costando tanto sforzo, ho paura di cadere ad ogni curva, il mio orgoglio non mi permetterà mai di aggrapparmi a lui però, ma il vento nei capelli e la sensazione di libertà che provo mentre lui corre veloce ripaga tutta la fatica, gli ho chiesto più volte dove mi stesse portando ma non ha mai voluto rispondermi "lo vedrai quando arriveremo" mi ha detto, quindi dopo un po' ci ho rinunciato e mi sono rassegnata.

Dopo quaranta minuti abbondanti rallenta e si ferma, scendo dalla moto sfilandomi il casco e mi guardo intorno: oltre alla strada da dove siamo venuti vedo solo dei sentieri, e oltre solo un bosco.
Mi giro e guardo mr simpatia mentre si infila un giacchetto di pelle nera con tutti i capelli adscompigliati <<mi hai portata in un bosco per uccidermi e sperdere il mio cadavere?>> gli chiedo divertita e perplessa, fa una piccola risata <<oh no mi hai scoperto>> mi dice superandomi e avviandosi verso il sentiero per poi sparire in mezzo a gli alberi <<Edoardo aspetta!>> lo rincorro.

<<sei lenta!>> mi dice acido, stiamo camminando da due ore, due dannatissime ore e non mi sento più le gambe! Mi siedo per terra <<basta abbandonami qui>> dico con una finta voce melodrammatica, << sono davvero tentato, ma la mia lista di cose per cui andrò all'inferno è già abbastanza fitta e non la arricchirò per te, preferisco farlo per cose più divertenti>> e fa una tipica faccia da play boy che si vanta di essere un gran figo, per tutta risposta fingo di vomitare, strappandogli un sorriso, <<oh andiamo siamo quasi arrivati, alzati>> mi porge la mano e mi tira su.

Continuiamo a camminare per un'altra decina di minuti, <<ok chiudi gli occhi>> mi dice, lo guardo <<così puoi colpirmi in testa senza che faccia resistenza?>>
<<puoi smetterla di fare del sarcasmo per cinque minuti?>> mi domanda, sto per aprire bocca e rispondergli di no ma mi guarda dritto negli occhi in quel modo che non so spiegare, <<ok ok>> alzo le mani in segno di resa e chiudo gli occhi, <<bene, vai avanti>> mi dice, faccio il primo passo ma inciampo in qualcosa, sento in un nano secondo la sua presa salda sul mio braccio che mi impedisce di cadere, <<ok aspetta ti aiuto>> mi prende le mani con talmente tanta delicatezza che mi verrebbe quasi da pensare che abbiano appena rapito Edoardo il bifolco sostituendolo con un prototipo di ragazzo dolce.
Dopo qualche passo mi dice: <<bene, apri gli occhi>> in quell'istante li apro, e quello che vedo mi lascia senza fiato: siamo sopra ad una specie di montagna perché Miami vista da qui è talmente bella che sembra finta, la spiaggia con una distesa immensa d'acqua blu, la ruota panoramica, i palazzi altissimi... Da qui è tutto stupendo, Edoardo si siede per terra con le gambe che penzolano nel vuoto
<< vengo spesso qui per riflettere, la città da qui sembra così innocua, è come se potessi stoppare il mondo e vederlo al di fuori. Mi da un senso di tranquillità, per questo non ci ho mai portato nessuno>> mi siedo accanto a lui, <<e perché ci hai portato me?>> gli chiedo,
<<perché l'ho vista>>
<<hai visto cosa?>>
<<l'ombra che hai negli occhi, la stessa che ho io, l'ombra di chi ha smesso di credere che andrà tutto bene>> mi risponde, rimaniamo in silenzio per qualche minuto, ma non è uno di quei silenzi imbarazzanti, è quel silenzio che vale molto più di tante parole... È riuscito a leggermi, in tutto il tempo che abbiamo passato "insieme" fino a ieri sera lo abbiamo passato in silenzio, eppure è riuscito a capire cosa provo, non mi era mai successo prima, è l'ultima persona al mondo da cui mi sarei aspettata questo, sono sorpresa, piacevolmente ovviamente.
Ad interrompere questo silenzio è proprio lui <<e poi sai come si dice no? "Tieniti vicini gli amici e i nemici ancora di più">> scoppiamo entrambi a ridere e io gli do una gomitata.
Parliamo per qualche ora, finché il mio stomaco non inizia a brontolare <<dai andiamo a mangiare qualcosa>> mi dice.
Arrivati al parcheggio saliamo sulla moto e questa volta mi tengo a lui, non so dirvi perché, ma sento che ora posso farlo, quando inizia a prendere velocità sento di nuovo quella forte scarica di adrenalina, così alzo le braccia e urlo verso il cielo che ormai si è colorato di rosa, lo sento ridere e mi riaggrappo a lui.

Una mezzoretta dopo siamo seduti al tavolo di una tavola calda a tema anni ottanta, <<cosa posso portarvi?>> ci chiede la cameriera, <<ehm a me un hamburger con tanto bacon, patatine senza ketchup e maionese, ma con tanta salsa barbecue>> rispondo porgendole il menù, <<per me un hamburger con patatine normale>> dice Edoardo, la signorina appunta tutto e si allontana, <<come puoi sostituire il ketchup e la maionese con la salsa barbecue? è un delitto>> mi dice, alzo le spalle <<la salsa barbecue è molto più buona>> ridiamo.

<<facciamo un gioco>> gli dico, mi guarda alzando un sopracciglio <<senza offesa ma non sei il mio tipo>> mi dice, gli tiro una forchetta, sinceramente non mi fa ne caldo ne freddo che mi abbia detto che non sono il suo tipo, non mi importa giusto?
Inizio a spiegargli il gioco <<possiamo farci una domanda tra di noi, solamente una, però dobbiamo risponderci sinceramente>> lui mi guarda ma non risponde, sembra divertito, la cameriera ci porta i nostri hamburger e iniziamo a mangiare << ok inizio io, hai sempre quella collana a spirale,
che significa?>> gli chiedo indicando il ciondolo che porta al collo, lui lo prende tra le dita <<mi ricorda che tutto è in continuo mutamento, di non abituarmi a nulla, tutto inizia e tutto finisce, è un po' come se fosse sia il mio simbolo che un promemoria>> mi risponde, non mi aspettavo avesse un significato così importante per lui, dal primo giorno l'ho sempre giudicato uno stronzo superficiale, sul superficiale mi sbagliavo. <<Bene tocca a me>> mi dice, lo guardo negli occhi attendendo la sua domanda, <<prima ti ho detto che nei tuoi occhi vedo la stessa nebbia che vedo nei miei, quella di chi ha smesso di crederci>> abbasso la testa guardando il tavolo, so dove vuole arrivare, <<perché tu c'è l'hai? cos'è successo?>> rimetto nel piatto la patatina che stavo per mettere in bocca, << lunga storia e troppo poco tempo>> rispondo, non mi fa pesare di non aver risposto alla sua domanda, immagino abbia capito, non mi sento pronta a parlare di fatti personali, mi ci vuole tempo.

Continuiamo a parlare del più e del meno.
Mentre siamo di nuovo sulla sua moto diretti verso casa mia, il vento freddo della sera mi spettina i capelli e mi schiarisce le idee, questa giornata è stata strana, non mi aspettavo di poter passare del tempo piacevole con lui...
In un secondo mi accorgo di una cosa: io oggi gli ho parlato molto di me, tralasciando la domanda che mi ha fatto prima a cui ho preferito non rispondere, ma lui non mi ha detto assolutamente nulla di se, nulla che mi faccia capire chi è il vero Edoardo.
Arrivati fuori casa mia scendo dalla sua moto, mi tolgo il casco e glielo porgo, <<sono stata bene>> gli dico, lui mi fa un mezzo sorriso e guarda in basso, <<buonanotte cosina>>
<<smetterai mai di chiamarmi cosina?>> gli chiedo, << ti fa arrabbiare?>>
<<si>>
<<allora no>> mi fa l'occhiolino, accende il motore e parte ad alta velocità, non capirò mai quel ragazzo.
________________________________
angolo autrice:
ciaoooo! spero che la mia storia vi stia piacendo, se avete consigli, domande, curiosità o semplicemente volete darmi un parere fate pure! adoro sapere cosa ne pensate del mio lavoro!
un abbraccio
-Gio💙

Nulla è per caso (DA REVISIONARE/ COMPLETARE)Where stories live. Discover now