Libro 1: 14) Allenamento eccitatorio

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«Non credo che questo sia il modo migliore di studiare...», dissi grondante di sudore e con il cuore che batteva a mille.

«L'hai detto anche ieri, ma ti tocca. Chi è uscita dalla Cattolica all'età di sedici anni con centodieci e lode? Non vedo alcun pezzo di carta appeso in camera tua!», urlava Andrea incitandomi di andare sempre più veloce e mettere più foga in quello che facevo. Durante tutto ciò, lei girava le pagine al posto mio. Dato che avevo le mani occupate.

«Rimango perplesso...», provai a dire. Ero allo stremo e privo di forze. Era mezzora che facevo su e giù con il mio corpo dolorante. Ma Andrea mi costringeva a non mollare e cercava in tutti i modi di prolungare quel "momento" di studio.

«Sei debole e floscio! Si vede che non le facevi da tanto tempo!», le urla della ragazza dai capelli tinti continuavano a rompermi i timpani e ciò non aiutava affatto.

«Ci credo... Oltre a non farli da tanto tempo, non li avevo mai fatti così, questi "esercizi.»

Fare quel movimento con lei sopra di me e con un libro di biologia sotto la mia testa era molto strano. Fu abbastanza inquietante quando mi raccontò i suoi metodi di studiare. Il primo, molto strambo ma piacevole, era guardare una puntata di Scrubs dopo ogni capitolo imparato. Essendo un amante di Scrubs, sarebbe stato un onore adottare questo metodo di studio. Ma per Andrea non ero ancora pronto per questo rimedio... Il secondo, invece, era quello di studiare mentre si mangiava. Lei diceva che l'attenzione aumenta quando si ingerisce cibo e che studiare fa venire il desiderio di mangiare. In più fa dimagrire per lo stress. In effetti non aveva tutti i torti, dato che anche al liceo tenevo sempre qualche patatina o qualcosa da sgranocchiare tra un compito e l'altro. Ma, purtroppo, non si può mangiare sempre. Il terzo metodo era quello più faticoso e affaticante. Ed era quello che stavamo facendo noi. Farlo per un'ora al giorno così' da eccitare i neuroni dell'encefalo e aumentare l'adrenalina nel sangue mentre si studiava. Era un metodo estremo ma, devo dire, si ottenevano buoni risultati. Non sarei mai più riuscito a dimenticare il ciclo di Krebs grazie a tutto questo movimento.

«Posso cedere? Sono allo stremo...», dissi vedendo nero.

«Ok... Ma stasera ti tocca un'altra serie di flessioni.»

Sarebbe stato meno faticoso per le per mie povere braccia se avessimo davvero fatto sesso. L'attività fisica che Andrea mi faceva fare riguardava almeno una serie da trenta flessioni per ogni capitolo. E, dato che doveva essere anche divertente per lei, si era messa sopra la mia schiena per aumentare il peso e rendere il tutto più difficile. Mentre io mi ammazzavo nell'esercizio, lei giocava ad Animal Farm per Nintendo 3DS... Oltre il danno la beffa. Lei a giocare e io a studiare.

«Ho bisogno di una pausa...»

Completamente distrutto, mi accasciai al suolo privo di forza, guardando Andrea dal basso verso l'alto. Tutta l'eccitazione iniziale per avere il suo sedere sopra la mia schiena, era sparita dopo le prime dieci flessioni. Lì per lì, anche il piccolo Wolf ha dovuto cedere alla fatica delle braccia e dal dolore immenso provocato dall'acido lattico. Erano anni che non facevo flessioni... Beh, diciamo che non le avevo mai fatte seriamente. Per questo ero esile come un ramoscello.

«Quindici minuti e poi inizia il secondo tempo.»

Sembrava Conte, quando lo disse prima di andare in bagno. Era da una settimana che studiavamo insieme. O, per meglio dire, che ci allenavamo. Tutto ciò aumentò la mia conoscenza di biologia e chimica, ma mi procurò dolori lancinanti fino a tarda notte. Non uscivamo mai dalla stanza di Andrea e Linda la vedevo di sfuggita in qualche occasione o quando portava alla porta uno dei suoi tanti "amici". Non avevo ancora avuto l'occasione di conoscere Mary, dato che anche lei, quando tornava a casa, si defilava in camera sua per studiare. Quando chiesi di Mary ad Andrea, lei mi spiegò che usciva di rado e che aveva il bagno in camera sua, quindi usciva solo per prepararsi da mangiare la mattina per il pranzo o per mangiare fuori la sera. E, tra l'altro, disse le tre parole che un maschio single non vorrebbe mai sentire in vita sua.

«È già fidanzata.»

Ebbi un dolore lancinante al cuore. Era inevitabile, una ragazza carina come lei non poteva non esserlo. Non era una escort come Linda e non si chiudeva in casa come Andrea. Lei usciva, studiava e si divertiva fuori da quelle mura. Il suo fidanzamento era quotato a 1.01. Quasi quanto la vittoria del Real Madrid o del Barcellona contro qualunque altra squadra della Liga. E, ovvio, il ragazzo sarebbe stato come lei, amante dello studio e con tre dottorati di ricerca. Non sarebbe mai andata dietro uno scansafatiche come me.

«Pronto per il secondo round?»

Andrea era tornata, più agguerrita che mai e con i capelli bagnati, forse dopo una rapida doccia. Non mi ero goduto pienamente il momento di pausa e quindi i quindici minuti erano volati in un attimo.

«No...»

Provai a fare gli occhi dolci per evitare qualsiasi altro esercizio fisico o per scappare dallo studio per qualche ora. Ma non era semplice convincere qualcuno con due lauree e che adora controllare gli altri. Quando serve una palla ninja, per causare una cortina di fumo, non c'è mai a portata di mano.

«Non ci provare... Ora sotto con gli addominali!»

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