Libro 2: 24) Rimorchio fatato

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Dopo aver promesso a me stesso di riprendere in mano la mia passione principale, cercando di mantenere stabile sia la mia relazione che lo studio, continuai a passare la serata con il gruppo. Le ragazze continuarono a bere ed a chiacchierare fino alle due di notte e diciamo che potevano concludere la serata in una maniera migliore. Fabiola e Silvia, al momento dei saluti, si distaccarono dal gruppo, volendo continuare la serata insieme a due amici di Fabiola incontrati quella sera a Ciamarra, anche se avrei preferito consigliare a Silvia di tornare a casa, dato il fatto che non si reggeva in piedi a causa di tutto il vino bevuto. Rimanemmo solo io, Daniela, Mirtilla e Mary e, da buon cavaliere, avevo l'arduo compito di riaccompagnare tutte a casa. La prima fu Mary, dato che abitavamo molto vicino alla fermata dell'autobus e dato che, anche lei, era un po' alticcia. Nell'ultima ora, il vino l'aveva aiutata ad aprire la bocca ed a farle uscire fuori qualche argomento riguardante le sue passioni ed il nuovo telefilm che aveva incominciato una settimana prima: Game of thrones. Devo dire che vedere Mary così aperta e così socievole, non era per niente male. Era simpatica, solare ed aveva un bellissimo sorriso che le illuminava il volto. Ero molto contento di sentirle dire che le piaceva vedere alcune serie televisive, sebbene non le fosse piaciuto Scrubs...

« Sono gusti... Non puoi pretendere che tutti amino la serie televisiva migliore al mondo insieme a Friends e Modern Family. »

Il piccolo Wolf aveva ragione e, solo per questo motivo, tentai di non farle spoiler su Game of thrones. Si... All'inizio avevo in mente di parlarle delle "Nozze rosse" quando mi definì "noioso" Scrubs. Ma il pensiero di vendetta è passato pochi secondi dopo. Dopo aver accompagnato Mary a casa, fu il turno di Daniela, anche lei abbastanza brilla e con ancora una bottiglia di vino in mano da finire.

« Non pensavo che reggessi così poco l'alcol. »

Le confessai, ridendo della sua camminata storta e delle frasi senza senso che diceva.

« Pure tu sei messo male. Quindi non ridere. »

Mentiva per nascondere il fatto che si era ubriacata da sola e con due bicchieri di vino. Infatti la bottiglia che aveva in mano era ancora mezza piena. Io, invece, non avevo bevuto molto, dato che il vino e la birra non mi piacevano particolarmente. Sono più il tipo da cocktail o da amari, ma non disdegno nemmeno qualche liquore o qualche birra chiara. Per tutta la serata rimasi abbastanza sobrio ed avevo bevuto solo due pinte di Moretti, quindi non accusai per niente gli effetti dell'alcol, anche perché avevo l'intenzione di godermi la scena delle ragazze che andavano a rimorchiare i maschi, nominata da me con l'appellativo di "Teatro delle lucciole". A tutti i miei lettori maschi, vi consiglio di non vedere mai ciò che ho visto io. Non è bello sentir parlare le ragazze di rimorchio o sentirle dire:

« Che ne dici di quelli li? Ci buttiamo? »

È traumatico e fa male all'orgoglio, dato che vengono rimorchiati solo i ragazzi alti e pieno di muscoli. Ma non vi preoccupate miei cari nerd rachitici, voi rimorchiate facilmente alle fiere dei fumetti. Soprattutto se siete dei gamer. Quelli sono, inspiegabilmente, pieni di soldi e figa...

« Dove abiti? »

Chiesi a Mirtilla, cercando di orientarmi per la Tuscolana, cosa abbastanza facile dato che era una strada completamente dritta.

« Più o meno a dieci minuti dal cinema Atlantic, verso la zona del Quadraro. »

Ammetto che sentii un brivido percorrere la mia flebile schiena quando mi disse la zona. Era una delle zone meno tranquille della Tuscolana e, specialmente di notte, c'era abbastanza movimento in quel quartiere: qualche rissa, due o tre spacciatori che si facevano delle passeggiate lungo il parco degli Acquedotti o vicino ai campi da calcio e qualche collega di Linda che cercava di arrotondare lo stipendio sotto i pochi lampioni che c'erano.

« Non è proprio il posto migliore per scegliere di prendere una casa. »

Dissi cercando di vedere bene il percorso da prendere al ritorno, dato che stavamo camminando in un paio di vie interne del quartiere.

« Forse si, ma per ora è il meglio che sono riuscita a trovare. L'anno prossimo, forse, cercherò di meglio. »

Non ci volle molto ad arrivare sotto casa sua, per mia fortuna, e la strada per tornare a casa non era nemmeno troppo complicata per uno che non ha senso dell'orientamento come me.

« Allora ci si vede in futuro. »

La salutai cercando di baciarla sulla guancia per poi dileguarmi nell'oscurità della notte. Cavolo! Potevano metterli dei lampioni in più!

« Senti... Ti va se ci scambiamo i numeri? »

Ovviamente si riferiva ai numeri di telefono e ciò mi causò un po' di nostalgia. Ormai, al giorno d'oggi, non ci si scambia più il numero di telefono, ma ci si chiede direttamente il contatto di Facebook. Non so il perché, ma, la nuova generazione, preferisce aggiungere la gente sui social piuttosto che chiamarla al telefono per provarci. E devo dire che Mirtilla mi faceva venire tanta nostalgia. Nostalgia verso un mondo privo del web e basato solo sulla semplice e pura comunicazione. Dove gli argomenti principali erano rivolti verso i passatempi o gli hobbies e non alle serie televisive che vedevamo, ai videogiochi che amavamo, ai cartoni che idolatravamo. Faceva parte di un mondo diverso dal mio o da quello di Andrea. Un mondo antico, fantastico ed immaginario dove dimoravano draghi, cavalieri, principesse e fate. Chissà... Magari è del Molise e quindi queste cose le ha davvero nella sua terra natia. Ma, in un certo senso, lei mi ricordava una fata. Forse a causa di quegli occhi così luminosi e della luce gialla del lampione che l'avvolgeva. Non so il perché, ma mi venne in mente Trilly di Peter Pan nel vederla negli occhi. Sarebbe stato carino come soprannome.

« Certamente. »

Risposi ingenuamente, non vedendoci nulla di male in una cosa del genere, dato che avevamo parlato di Andrea quella sera, perciò sapeva che ero fidanzato e che non ci poteva provare.

« Bene! Così un giorno ci possiamo vedere per un caffè o per studiare insieme in biblioteca. »

Cavolo questa ci sta provando lo stesso!

« Si, magari un giorno. »

Ci scambiammo i numeri e mi diressi verso casa, pensando al momento imbarazzante di pochi secondi prima ed al tentativo di rimorchio.

« Però... Faccio ancora colpo. »

« Vedrai Andrea che colpo ti darà in fronte se lo scopre. »

Il piccolo Wolf, purtroppo, non aveva tutti i torti.

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