Libro 3: 09) 13 o 17?

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Allora... Facciamo il punto della situazione... Sono single, ho passato metà anno rinchiuso in ospedale sei giorni su sette, senza ricevere nemmeno uno stipendio, e la mia vita sociale consiste nel andare a cantare in un coro di chiesa e dire "noob" nelle chat di League of Legends.

«Fossi almeno bravo... Bronzo IV.»

Non mi sembra il momento di infierire! In poche settimane sono riuscito ad uccidere ogni tipologia di relazione che avevo costruito a Roma nell'ultimo anno. L'unico momento di sfogo, in questo momento, risultava essere proprio il gruppo corale e si limita solamente all'uscire il venerdì e la domenica per un paio d'ore. Credo di aver tutto il diritto di lamentarmi!

«Ti sei autodistrutto da solo. Cosa vuoi ora? Un abbraccio? Prova ad andare in giro per le strade con un cartello con su scritto "Free hugs". Con le ragazze funziona.»

Peccato che io non abbia le qualità e le doti delle ragazze per ottenere abbracci in maniera così facile e veloce. Ci sono parecchie probabilità di ricevere degli schiaffi o dei pugni se solo provassi ad abbracciare uno sconosciuto in mezzo alla strada.

«Pura verità.»

E, come se non bastasse, mancavano pochi giorni al mio compleanno e, con molta probabilità, l'avrei passato senza alcun festeggiamento e senza alcun amico. In realtà, se devo essere sincero, ho sempre avuto delle brutte esperienze con il giorno del mio compleanno...

«Diciamo che non siamo partiti proprio benissimo... Siamo nati di venerdì 13 marzo. Quindi dovevamo aspettarcela una vita abbastanza sfigata.»

Nonostante in Italia si continui a pensare che il venerdì 13 sia un giorno fortunato, tutto il resto del mondo pensa che sia il giorno più scalognato del mondo. I primi dubbi, riguardanti la sfiga che attanaglia questa giornata, mi sono venuti quando vidi un episodio de "I due Fantagenitori". Fu quello il primo momento in cui pensai:

«Ma... Non era il venerdì 17 il giorno più sfigato di tutti?»

Crescendo in Italia, siamo portati a pensare a ciò. Ci hanno sempre insegnato nei programmi televisivi italiani che il numero 17 portasse iella. Ma in America non ne erano completamente convinti. Nell'episodio de "I due Fantagenitori" dedicato alla sfortuna, infatti, si parlava del venerdì 13. Negli aerei manca la fila numero 13, non la 17. Negli alberghi americani preferiscono non usare la camera numero 13, perché si pensa che sia posseduta o maledetta. "Shriek – Hai impegni per venerdì 17" è stato tradotto da "Shriek If You Know What I Did Last Friday the Thirteenth", altrimenti gli italiani non l'avrebbero capito il senso del titolo.

«Taglia corto... Abbiamo capito che soffri di triscaidecafobia.»

Per i più ignorantelli, la triscaidecafobia è la paura del numero 13 ed è legata alla superstizione per di più. Credo al karma, credo alla fortuna, perché mai non dovrei credere nell'esistenza della sfiga? Ne sono perseguitato fin dalla nascita e preferisco credere che ci sia una dea bendata che mi pisci sulla testa piuttosto che pensare che esista un piano già progettato per noi fin dalla nostra nascita e che non possa esser cambiato in alcun modo. Il "caso" è la miglior scusa di ogni studente ignorante.

«Come mai hai preso quattro all'interrogazione?»

«Era andato tutto bene ed ho risposto a tutte le domande. Ma, alla fine e per sfortuna, mi ha chiesto l'unico argomento che non ho studiato e che mi ha fatto prendere questo brutto voto. Posso giocare lo stesso alla Ps2 anche se non ho bei voti?»

Inutile dirvi la risposta che mia madre mi dava dopo questa mia domanda ed è anche inutile rievocare i vari traumi infantili ricevuti dopo aver visto volare fuori dalla mia finestra la Ps2, con tanto di controller, dal quarto piano. I debiti al terzo anno furono fatali per la mia console... Ma torniamo al mio compleanno. Potrei passare delle ore per raccontarvi delle feste di compleanno fatte in questa mia corta esistenza. Ma non posso mica annoiarvi in questo modo... Facciamo che vi dico i punti focali e poi torniamo alla storia principale. Facciamo che per i primi 11 anni di vita, mi sono ritrovato a festeggiare il compleanno da McDonald. Quante feste fatte a mangiare la merda che ci propinava il Clown dominatore del mondo... Eppure all'epoca non ci sembrava una cosa così malvagia. Ma, dopo aver visto il film "Super size me", ho completamente cambiato qualsiasi opinione che avevo in merito al cibo spazzatura ed ai fast food.

«Peccato che tu ancora pensi che le verdure contengano agenti chimici più velenosi del cianuro...»

Odio tutto ciò che è verde nel mondo alimentare. Ciò mi farà molto male quando avrò quarant'anni, ma è un problema per il Leo del futuro. Anche se il tempo scorre abbastanza velocemente e spesso rimpiangiamo le cose fatte in passato. Come il mio diciottesimo, per esempio... Partendo dal fatto che non volevo fare alcuna festa e che sono stato costretto da mia madre ad organizzarla, quell'anno ci fu un enorme numero di imbucati. Manco a dire che non li conoscessi tutti questi qui... Venivano nel mio stesso pullman per andare al liceo!

«Ciao Leo! Bella la festa, non credi?»

«Penso di si...»

Risposi sapendo bene che Asdrubale non era nella mia lista degli invitati. Ma in quella festa c'era un concentrato di figa inimmaginabile, quindi era normale che le mie "amiche" invitassero i loro "amici" che poi chiamavano i loro "conoscenti" per poter far baldoria... Manco avevo il coraggio di dirgli che la festa era la mia, altrimenti avrebbero fatto una figura di merda ancora più clamorosa. Ma, alla fine, la festa fu tutta una scusa per ricevere l'Xbox 360 dal mio gruppo e dalla mia classe. Avrei preferito avere una macchina al posto della festa, cosa che ho provato a chiedere ai miei genitori, ma ho dovuto accontentarmi di una Xbox 360 modificata e regalata da un gruppo di cinquanta invitati... Ed, all'epoca, la console costava trecento euro. Ora potete immaginare il livello di tirchiaggine dei miei amici di Taranto.

«Ehi sveglia! Hai parlato così tanto che è diventato per davvero il tuo compleanno.»

Il 13 marzo arrivò, stranamente, in fretta quell'anno. Il tempo scorreva troppo velocemente ed il tirocinio mi levava linfa vitale fondamentale per poter comprendere meglio lo scorrere delle giornate. Come ogni venerdì, dovevo dirigermi alle prove del coro con Mirtilla e con Mary, così da avere quelle due ore abbondanti di vita sociale che mi aspettavano dopo cinque giorni di agonia ospedaliera. Poco tempo, ma almeno mi evitavano l'impiccagione. Ero da poco all'interno del gruppo, quindi non mi aspettai di ricevere gli auguri da un grande numero di gente. Infatti solo in sei o sette persone me li diedero tramite Facebook. Anche Mary e Mirtilla non me li diedero quanto ci incontrammo per dirigerci alle prove e, devo ammettere, che ci rimasi un po' male, dato che, comunque, un pizzico di confidenza ce l'avevamo. Ma, a quanto pare, non se ne erano dimenticate.

«Sorpresa!»

Quando entrammo nella sala, vidi i coristi attorno a me con una grande torta di compleanno con il mio nome sopra ed una busta regalo.

«Spero che ti piaccia. L'ho fatta io.»

Mi disse Mirtilla non appena vide il mio viso imbarazzato e colto alla sprovvista. Mirtilla non mi aveva mai nascosto la sua passione per la cucina, ma, sinceramente, non mi sarei mai aspettato di ricevere una torta ed un regalo da parte di un gruppo che conoscevo veramente da troppo poco. E non avevo nemmeno organizzato nulla per poterlo festeggiare il mio compleanno, quindi non avevo panini, pizzette o bibite da offrire ai membri del coro. Per poco non mi commossi.

«Aprilo!»

Mary mi diede il regalo da parte del coro e, dalla forma, si poteva perfettamente intuire che era un libro. Scommetto che ora state pensando che abbia ricevuto il libro di qualche Youtubers come regalo o che sia un "Cinquanta sfumature di qualche colore a caso". Invece no. Era un libro di Licia Troisi che non avevo e che, sinceramente parlando, pensavo non avesse manco pubblicato. "I regni di Nashira". Il titolo non suonava male e, come sempre, c'era una donna come protagonista. Questa Troisi femminista...

«Grazie di cuore. Non me l'aspettavo tutto ciò.»

Finito lo scartaggio del regalo, l'organista del gruppo incitò tutti i presenti a mangiare una fetta di torta e poi ad iniziare le prove. Ma, proprio quando mi avvicinai al tavolo che reggeva la torta, mi accorsi di qualcosa di strano.

«Cos'è quello strato di bianco sopra la torta? Zucchero a velo?»

Chiesi a Mirtilla con paura. Sapevo già cos'era, ma era meglio chiedere prima di dovermi ricoverare in ospedale per shock anafilattico.

«No, è cocco. Perché?»

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