Libro 2: 18) Cenone demoniaco

1.4K 115 65
                                    

La notte era passata veloce e tutti eravamo svegli dalle otto del mattino. Svegliarsi così presto, la vigilia di Natale, non era una novità in questa casa. Purtroppo... Come ho già detto in passato, tutti i giorni la mia famiglia si svegliava presto, a causa delle pulizie o del volume troppo alto della televisione, tralasciando il frastuono generato dalla lavatrice. Andrea si era svegliata intontita e confusa quella mattina. Pareva uno zombie perché la sera prima ci eravamo addormentati tardi solo per poter recuperare un paio di puntate di "Food Wars". Ma la cosa sembrò più complicata di quanto non doveva essere. Purtroppo la connessione a casa dei miei genitori era abbastanza lenta, ma non in tutte le parti della casa. Solo nella mia camera da letto il segnale del Wi-fi era debole e le le possibili spiegazioni per questa mancanza di segnale potevano essere solo due: o la mia camera da letto era così lontana dal router in soggiorno che riuscivo a malapena a percepire una tacca o le pareti della mia camera erano fatte di piombo.

« Abbiamo impiegato un'ora e mezza per vedere due episodi. »

Fece notare la rossa mentre inzuppava i Pan di stelle nel latte con gli occhi ancora socchiusi per il sonno. Non era per niente abituata a svegliarsi presto la mattina, al contrario mio che mi svegliavo tutti i giorni alle sei e mezza del mattino per raggiungere l'università. A proposito dell'università, avevo completamente scordato di aprire i libri in quei giorni e, presto, sarebbe giunta l'ora dello studio incessante per poter recuperare l'ozio dovuto alle vacanze. Però, quello studio, non sarebbe iniziato oggi.

« Pronti per la guerra? »

Chiese mia madre, togliendo la tazza di latte dalle mie mani per riempire la lavastoviglie. Manco avessi finito di fare colazione.

« Guerra? »

Domandò stupita la rossa, fissandomi e non capendo le parole di mia madre. In quei tre giorni di vacanza, era riuscita a sopportare l'aura negativa che emanava ed il terrore, che provava per lei, era diminuito gradualmente.

« Oggi andiamo a cena da mia nonna materna. »

Le risposi, ma ancora non capiva il perché chiamarla guerra.

« Dite "andare in guerra" quando andate a mangiare li? Posso capire che esiste la leggenda che narra di come le nonne ti riempiono come un tacchino. Ma non è un po' esagerato? »

In effetti non aveva torto. Mia nonna cucinava abbastanza per tutta la famiglia: sette tipi di antipasti, tre tipologie diverse di primi, tre di secondi e due dolci diversi, insieme alla frutta ed al caffè finale. Chi mangiava da lei, poi, poteva prepararsi per un digiuno di una settimana. Ma non era per quella ragione che usavamo il termine "guerra" ed Andrea se ne accorse quando varcammo la soglia dell'appartamento dei miei nonni.

« Leo! »

Mi saltarono addosso due demoni iperattivi ed incominciarono ad attaccarsi alle gambe con le loro piccole unghie affilate.

« Ti presento i miei cuginetti... »

Dissi cercando di scrollarmi le due scimmiette dalle gambe, ma senza avere alcun successo. Erano un maschietto di cinque anni ed una femminuccia di otto. Non mi vedevano da un paio di mesi, quindi questo voleva dire che avevano tre mesi di rabbia repressa, giochi non conclusi e una serie di mosse di wrestling da provare.

« Che carini! »

Esclamò la rossa nel vederli, ma più tardi si pentì di quell'affermazione.

« Fabio e Valeria, vi presento Andrea. Sapete che anche lei gioca ai videogiochi? »

Buttai l'esca apposta per poter sacrificare la mia ragazza e salvarmi dall'inferno che i due piccoli "bagarospi" avrebbero scatenato all'udire quella parola magica: videogiochi.

Uno VS TreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora