Libro 3: 12) Detto dentistico

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Il silenzio è uno stato di relativa o assoluta mancanza di suono o rumore. Infatti, un ambiente che produca suono inferiore ai 20 decibel viene solitamente considerato silenzioso. In senso figurato, può anche indicare l'astensione dalla parola o dal dialogo. In senso universale, invece, quando questo silenzio è posto tra due persone durante un dialogo di tipologia amorosa, il senso del silenzio viene trasformato, da una delle controparti, in:

«Quanto cazzo ci metti a rispondere? Ti basta un si e siamo tutti felici! Con un no ci rimaniamo male ed io sarò triste. Ma almeno essere triste è sempre meglio che rimanere in questo cazzo di limbo dantesco nella perenne attesa che mi arrivi la risposta della Madonna!»

Scusate lo sfogo... Purtroppo, quando si confessano i propri sentimenti ad un'altra persona con il nostro cuore pulsante in mano, ci si aspetta una risposta immediata affermativa del tipo:

«Si, anche tu mi piaci! Prendimi e portami sulla tua nave spaziale per poter investigare i misteri dell'universo in tua compagnia tra una trombata e l'altra!»

Oppure una negativa, come:

«Bleah!»

Breve, ma concisa. Dolorosa, ma sincera. Eppure il silenzio era più difficile da sopportare rispetto al rifiuto. Prima di tutto perché non sai cosa dire dopo esserti confessato e sarebbe da stupidi continuare a parlare dopo una dichiarazione. Poi perché, sebbene il momento di silenzio duri per pochi secondi, nella nostra testa dura secoli. In quei dieci secondi di silenzio, io sono riuscito a rivedermi, mentalmente, tutta la mia vita, tutto "Breaking Bad" ed anche "La grande bellezza". Quest'ultimo film era davvero troppo lungo e non sono riuscito a finirlo di vedere manco nelle proiezioni del mio cervello. Non che sia un film brutto... Ma che due palle! Bella la regia, ma la trama è una noia mortale e ti sembra che duri sei ore. "Il signore degli anelli" scorre molto più facilmente di questo film. Purtroppo, per me, "La grande bellezza" è uno di quei film che vanno visti una volta nella vita e che, quando lo passano per la televisione, tu devi essere già pronto con il telecomando in mano a cambiare canale per andare a vederti "Ciao Darwin". Sarà trash... Ma almeno due risate te le fa sempre fare.

«Oh...»

Dopo dieci secondi, quelle furono le uniche lettere che riuscì a pronunciare. Peccato che non riusciate a vedere il mio volto bianco o il mio cuore disintegrato o il mio cervello con una rivoltella sulla tempia.

«Ed allora?»

Sinceramente non sapevo cosa mi aspettavo di ottenere con quelle parole, diciamo che con quell'attesa, con quella risposta e con quello sguardo mezzo triste aveva già detto tutto.

«Non lo so.»

Mi rispose, lasciandomi più confuso di prima.

«In che senso non lo sai?»

Gli domandai cercando di non pensare a quale fosse il momento migliore per abbandonare tutto e scappare verso Honolulu.

«Leo... Tu mi piaci, ma non sono sicura che tu mi piaccia così tanto da iniziare una relazione sentimentale. Sei un ragazzo carino e simpatico, ma ci conosciamo da poco e non vorrei prendere una decisione così importante in maniera leggera.»

«Sai che, mentre stai dicendo queste frasi, due ragazzini delle medie stanno trombando in questo momento, in una non specificata zona del mondo, e senza che ci sia vero amore ma solo perché si trovano carini e va di moda perdere la propria verginità il più presto possibile?»

Sarebbe stata questa la frase che avrei voluto dirle, ma non ero un mostro e sarei stato dalla parte del torto se avessi esposto questo mio pensiero. Questa volta, fui io a rimanere in silenzio. Non sapevo come risponderle, dato che aveva detto qualcosa di umanamente sensato e di giusto. Non bisogna mettersi con il primo che passa e questa era una decisione da prendere molto attentamente, altrimenti ci sarebbe stato il rischio di svendere sé stessa. Sarà un pensiero antico ed obsoleto, date le nuove generazioni, ma il "mettersi insieme ad un ragazzo/a" è una cosa importante della vita degli esseri umani. Dobbiamo stare attenti a non sprecare le occasioni che abbiamo, ma anche di non usarle in malo modo. Ed era questo il pensiero di Mirtilla:

«Leo è quello giusto?»

Una domanda semplice per come era posta, ma che doveva essere vista attraverso vari punti. Bisognava evitare il punto sessuale, che doveva essere l'ultimo dei pensieri di un essere umano per iniziare una relazione. Non è con "Che ti frega che è stupida? Vedi che corpo!" che inizi bene una relazione. Poi bisognava studiare il lato sentimentale. Quello che proviamo per una persona è sola attrazione, sfizio, infatuazione o amore? Bisogna essere certi questo punto, altrimenti si creano casini. Ultimo punto, ma non il meno importante, era quello dell'amicizia. Se mi avesse rifiutato, saremmo rimasti ancora amici? Se ci fossimo messi insieme per poi lasciarci, saremmo stati in grado di rivederci per una semplice chiacchierata o al coro? Non è semplice pensare a tutte queste cose nello stesso momento e, purtroppo per me, Mirtilla era una ragazza davvero intelligente nell'aver pensato a ciò. Io, al contrario, sono alquanto stupido. Dopotutto mi baso sui miei istinti animaleschi.

«Se ti chiedessi di rispondermi ora, senza pensare alle conseguenze e vivendo il momento. Cosa mi diresti? Si o no?»

La domanda era diretta e solo con l'istinto del momento Mirtilla avrebbe potuto rispondere. L'avevo messa un po' alle strette, ma, se tenesse a me così tanto da volersi mettere insieme ad uno scemo come il sottoscritto, risponderebbe affermativamente dopo due millesimi di secondo. Lo so, sono un bastardo che voleva una risposta ora per poter evitare che lei avesse il tempo di ragionare sul un ipotetico futuro insieme e che potesse rifiutarmi quando, finalmente, aveva capito la risposta. Ma, dopotutto, certe volte il detto "via il dente, via il dolore" è la risposta migliore che un dentista ci si possa dare.

«No.»

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