Libro 3: 19) Esonero immunitario

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Sapete l'ansia che vi prende quando siete consapevoli di fare una cazzata eppure la fate lo stesso nella speranza di avere un rarissimo caso di "botta di culo"? Bene... Questo era il mio pensiero il giorno dell'esonero di immunologia, materia che non avevo minimamente toccato e che non avevo alcuna intenzione di studiare in quel momento. Non fraintendetemi, l'avrei studiata lo stesso quella materia, ma ho preferito tralasciarla per studiare altri argomenti, per poi riprenderla durante l'esame di recupero di settembre. Così da non riempirmi di materie da studiare alla "cazzo di cane". Ma partiamo dal principio parlando di ciò che mi era accaduto fino a quel giorno, di com'era la professoressa e di come fosse strutturato l'esame. Sapete benissimo da che periodo arrivo: rottura definitiva con Andrea, ripresa della vita di tutti i giorni, studio per gli esami, lavoro a tirocinio, cene con i miei coinquilini e utilizzo sproporzionato di "Federica"... Diciamo che era un periodo stabile, sebbene ne avessi passate di tutti i colori. Per quanto riguarda la struttura di questo esame, invece, è un po' più complicato da spiegare. In passato vi avevo già accennato ai corsi integrati, ovvero esami con più materie al suo interno, e di come univano tutti i voti in un unico voto finale facendo la media di quelli che hai ottenuto. Inutile dire che, se non ne passavi uno, non concludevi l'esame, quindi potete capire l'ansia che poteva mettere agli studenti un'esame di questo tipo. La cosa buona era che potevi tenere i voti "congelati" fino all'appello di gennaio, quindi per circa altri due appelli. Questo corso in particolare era composto da: microbiologia, patologia clinica, patologia generale, fisiopatologia, immunologia e immunoematologia. Sei materie, sei esami orali, sei esoneri. Si, perché, per nostra fortuna, alcuni professori programmavano degli esoneri prima dei veri e propri appelli per poter "sfoltire" la rosa dei candidati e per potergli dare più chance di passare la materia. Quel giorno, io ed i miei compagni, dovevamo affrontare immunologia e la sua terribile professoressa. Volete sapere il perché ho usato la parola terribile? Semplice... Perché era pazza.

«Hooch è pazzo.»

Aveva un paio di problemi a controllare la rabbia e si "surriscaldava" molto facilmente. Inizio dicendovi che non abbiamo mai fatto una sola lezione con lei. Non perché inviasse degli assistenti come i suoi colleghi, ma perché arrivava nell'aula, accendeva il proiettore, sentiva delle voci provenire dagli ultimi banchi, gridava contro gli studenti di stare zitti, si indignava per quel comportamento e se ne andava via senza mai più tornare. Avevamo avuto sette sue lezione e per tutte e sette le volte questa professoressa se ne era andata incavolata dopo pochi minuti dall'inizio. E dire che quelli che parlavano in fondo alla classe erano tre o quattro ed anche a bassa voce... A nulla servirono le mie suppliche verso la bastarda nel tornare nell'aula e finire almeno una lezione. Non so voi, ma io un pizzico volevo sapere cosa fosse il sistema immunitario e come funzionasse. A nulla servirono anche le richieste alla segreteria ed al nostro direttore, questa non venne mai a fare lezione. Ora potete immaginare quanto mi stia cagando sotto nell'andare a fare un esonero con una professoressa del genere e senza sapere nulla dell'apparato immunitario.

«San Gastone di Paperopoli, salvaci tu!»

Fino a quel momento ero riuscito a passare tre esoneri su sei, levandomi di torno metà esame sin dalle prime settimane. I voti non erano altissimi, ma almeno avevo una buona media del 24 e quindi potevo sperare solo per il meglio. L'esonero di immunologia fu diviso in due parti: una del mattino e l'altra del pomeriggio. Eravamo cento studenti a volerlo affrontare, perciò la professoressa, che arrivò quella mattina con un po' di incazzatura in corpo, decise di dividerci in ordine alfabetico. Chiamandomi Lupo, per mia fortuna, riuscii a farmi mettere tra i primi candidati di quel pomeriggio, ma, per poter osservare meglio il suo modo di interrogare gli studenti, andai anche la mattina per segnarmi le domande che faceva e per capire cosa poterle dire per farla felice. Segnatevi questo metodo per il futuro, perché non immaginate nemmeno quanti esami potreste passare soltanto ascoltando le interrogazioni degli altri. Non era la prima volte che passavo un esame senza aver aperto libro e basandomi solo sulle domande dei professori agli altri studenti, quindi era una tattica ben oliata e sicura al 90%. Peccato che io mi debba sempre scontrare contro il 10% di sfiga...

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