43: Verità e rivelazione.

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~Baciami e bruciati~
Pov's Alexander.
***

"Quindi lui ti ha portato in quel posto?" Mi chiede Jennifer quando ho finito di raccontare ciò che è successo ieri. Lei, io ed Harry siamo in camera sua di pomeriggio.
"Si, perché?" Chiedo.
Noto che abbassa lo sguardo e non risponde, io ed Harry ci lanciamo uno sguardo interrogativo.
"Perché non rispondi?" Continuo a chiedere ma niente, noto solo che ha gli occhi lucidi.
"Se non vuoi rispondere, non fa niente, tranquill-..." cerco di continuare ma "Questo posto, sua madre" mi interrompe.
"Cosa, sua madre?"
"Era il posto loro, di Christian e di sua madre. Almeno una volta ogni tot ci andavano insieme, era il loro preferito. Così per anni, fin quando lei non decise di... Lo sai. Lui dopo questo non ci ritornò facilmente, solo per motivi importanti. Se voleva scappare dal mondo, se aveva qualche problema grave che voleva risolvere da solo."

"Probabilmente lo conosce anche Ash e gli è piaciuta l'idea di stare lì, alla fine non è tanto difficile da trovare, abitiamo tutti nella stessa città"
"Grande* città, vorrei aggiungere" Risponde Harry.

"è riuscita a condizionarti con questa storia, non ci credo ci sei cascato" rispondo con una mezza risatina, più isterica che altro.

"No Alexander, sei tu che non vuoi aprire né le orecchie e nemmeno gli occhi, a questo punto direi che è palese"

"I telefoni dell'altra sera dicono il contrario, vi state concentrando più sulla vostra teoria che sulla mia"

"Siamo stanchi di ripeterti sempre le stesse cose solo perché sei testarda, io ci rinuncio ufficialmente" conclude Harry
"Se fosse come dite voi, allora perché ha deciso di portare proprio me? In fondo, non sa nemmeno chi sono."
"Mi ricordo che da piccolo sua madre gli diceva 'Se mai dovessi portare una ragazza qui, potrai farlo solo ad una condizione: lei sarà quella giusta. Ma resterà sempre e solo il nostro posto'. Forse per lui tu sei quella 'giusta' di cui gli parlava. Mi ricordo anche che da piccolo amava particolarmente i capelli di sua madre. Erano come i tuoi: lunghi, ondulati e castani."
"Se non ci fosse il particolare che lui non ha mai visto i miei capelli, sotto al casco"
"Forse sarà stato il fisico o la voce, anche se si capisce poco, il modo di camminare o altro, non lo so. Se magari ti potesse essere utile, so che ha una foto incorniciata su uno scaffale di camera sua. Con loro che sorridono e questo posto come sfondo dietro. La tiene sempre abbassata perché non la vuole vedere, ma non la leva perché vuole tenerla." Spiega e noto che presta molta attenzione nel darmi i dettagli e mi guarda negli occhi fissi. So perfettamente di cosa sta parlando, purtroppo, ma mi rifiuto di continuare a farmi influenzare dalle loro sciocchezze.
"Finalmente ci credi quando ti diciamo di stare attenta e avere dei sospetti?" Chiede Harry.
"Spero con tutta me stessa che vi sbagliate" ed invece...

***

"Brianna, tocca a te." Annuncia Jennifer.
Io e la mia compagnia ci troviamo in un locale di sera tardi con sottofondo di musica e stiamo giocando.
"Si, io sto pensando a, mh... Una cosa morbida, con delle gambe ed una schiena. Contiene altre cose e possono tutte essere decorate. La persona che la compra può scegliere diversi modelli. Si usa spesso, costa un bel po', non è piccola." Le risponde.
"Sono io, vero?" Chiede Alex e lei nega ridendo.
"È un posto in cui ama stare Alexander" continua Bri.
"Il letto" risponde secco Christian e Brianna annuisce sorridendo mentre partono gli applausi.

Dentro la compagnia dovreste avere dai diciassette ai diciannove anni, eppure tutti insieme arrivate a massimo otto di testa.

Siamo messi a cerchio su delle scomode sedie, io e lui uno di fronte all'altro.
"Bene, tocca a me. Sto pensando ad una cosa che abbiamo quasi tutti in comune." Spiega lui.
"La classe? I social? Le foto?" Chiede Patrick e nega.
"Tutti tranne me e Alexander, o forse anche lei, chi lo sa." continua.
"Le motocross." Rispondo secca. Azzardato, fin troppo.

Noto subito gli occhi sgranati di Annabelle.
"Brava, come hai fatto a capirlo?" Chiede con un sopracciglio alzato.
"Era facile pensandoci bene, io non uso le moto ma mi piacciono, ora tocca a me." Rispondo velocemente.

"Mh, il tuo ragionamento non fa una piega, ma passiamo avanti" risponde lentamente.

Siete così tanto diversi.
"Sto pensando ad una cosa, o anche più di una... che io e Christian abbiamo in comune."
"L'essere testardi e menefreghisti? Belli e stupidi?" Risponde Alex.
"Io sono molto più bella di lui, e non sono stupida."
"Forse" sussurra Chri.

"Sono sia cose materiali che non, ma estremamente personali. Oltre a noi non lo potrebbe sapere nessuno." Continuo alzando il tono.
"Come facciamo ad indovinare delle cose che non sono materiali?" Chiede Annabelle.
"Vi do degli esempi non materiali: inganni, bugie, strategie. E di materiale, altri esempi: un posto, una foto o... Un casco." Rispondo e vedo che lui è totalmente calmo. Il mio piano non sta funzionand-...
"Avere un'altra identità per partecipare alle gare clandestine? È questo, Sasha?" Risponde duro ed io rimango di stucco, letteralmente.

Deglutisco a fatica la saliva, ma la sua risposta non riesco a mandarla giù. Gli altri attorno a noi sono spariti, siamo rimasti solo io e lui, il tempo si è fermato, la musica ha smesso di funzionare, non capisco nemmeno se sto respirando. Mi passano infinite immagini davanti agli occhi, mi sento così stupida.

Allora anche lui sa tutto. Dovevo io scoprire lui, non lui me. Perché non mi ha detto niente? E perché la mia migliore amica, nonché sua cugina, non mi ha detto chiare come stanno le cose?

Sono andata avanti con la mia testardaggine solo per non causarmi un altro dolore al cuore, eppure non ha funzionato. Io ci ho provato in ogni modo, eppure non ha funzionato. Sento di nuovo quel fastidio al petto, esattamente quello che non volevo mai più provare, me l'ero promessa. Inizio a provare rabbia, delusione, stupore e vorrei solo urlargli contro ma mi trattengo a stento. Non è né il posto, né il momento adatto. E mai lo sarà.
"Si, Ash, hai indovinato, bravo." Dico fredda alzandomi di colpo ed uscendo dal locale, dopo avergli lanciato uno sguardo che spero gli sia arrivato dritto al petto.

Fuori sta piovendo, io non ho nemmeno un cappuccio ma inizio lo stesso a correre.
Sento le urla dei miei migliori amici dietro, ma non quelle sue.

Forse starò esagerando, ma per ora la testa mi dice di fare così. Scoprire due cose del genere, soprattutto in questo stupido modo, non è molto facile da accettare.

Corro senza meta, per poco, fin quando non lo sento. Il rombo di un motore e la sua voce che mi urla "Ferma Alexander, parliamone!".
Ma esattamente, di cosa dovremmo parlare, Ash?

Continuo...

Night or Day?Donde viven las historias. Descúbrelo ahora