27: Parte due.

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"Perché non ti ha salutato?" Domanda Harry.

"Mh? Ah, bho." Decido di non rispondere nei minimi dettagli.

Se per te emettere dei brevi suoni significa rispondere...

Per via del compleanno di Jennifer non gli ho ancora potuto raccontare della vicenda dietro la scuola di ieri.
"Meglio che lasci perdere."
Eh no Harry, io ti amo lo sai, però su questo non andiamo d'accordo.
"A te fa solo piacere, tanto lo odi."
A me non fa piacere.
"Io non lo odio ma non mi fa nemmeno simpatia"
Talmente vero quanto la sufficienza che prenderà Alex nel compito dell'ora seguente.
Compito? Quale compito?
Scienze.
Ah va bene, è l'unica materia che mi piace.
Lo spero, come spero che andrai a parlare con Christian.
Nella prima cosa okay, nella seconda no, non ci andrò mai.

***

"Perché mi ignori?" Domando, "Non ti ignoro" risponde.
Si, ci sono andata a parlare, maledetta me e il mio essere testarda e curiosa. Appena è suonata la campanella della seconda ricreazione sono uscita subito e corsa a cercarlo, per fortuna l'ho trovato subito. Era con un gruppetto dei suoi amici mentre fumava una sigaretta e l'ho trascinato, letteralmente, nel dietro della scuola. Il tutto sotto lo sguardo divertito di Patrick. Ci ritroviamo di nuovo qui ma con i ruoli inversi.

"Mi hai vista e mi hai lanciato uno sguardo d'odio."
"Non ti ho guardata con odio"
"Allora lo ammetti che mi hai guardata, ho ragione"
"Devi dire altro o me ne posso beatamente andare a vivere e non sentire le tue stupide lamentele?"
Appunto Alex, facci sentire altri bei rumori che escono dalla tua bocca.
"Non sono stupide lamentele, voglio solo capire Christian"

"Capire, cosa Alexander?" Domanda, è da tutto il tempo che ci guardiamo fissi negli occhi.
Tanto bello quanto scemo, te li trovi sempre tu.
Era una frecciatina verso quel ragazzo del mio passato?
Probabile.

Stavo dicendo che, fidati non è scemo, è furbo e vuole sentir dire le cose da me.
Mh, giusto.

"Cosa? Ti facevo più intelligente, sai?"

"Ed anche meno bello?" Dice, il solito presuntuoso, con un ghigno.
No, li non ci siamo sbagliate, avevamo detto che sei bello ed infatti è così.
"Non è questo il punto." Dico incrociando le braccia.

"E qual è?" Domanda distogliendo lo sguardo.
"Quasi ti auto inviti a cena a casa mia, ti presenti alla mia famiglia, mi presti i tuoi vestiti, mi baci, fai il geloso, mi inviti a casa tua, mi cerchi per chiarire, mi difendi, ti metti contro la tua fidanzata per me e poi da un giorno all'altro mi ignori, fai lo stronzo, il cretino, il menefreghista, mi passi davanti come nulla fosse e ritorni ad essere quell'odioso di sempre" sbotto allargando le braccia.
Dopo questa spiegazione...
Aggressione*
...decide di riguardarmi negli occhi.

"Sono e faccio così, non pensare che l'ho fatto perché volevo dimostrarti qualcosa, perché io con te non c'entro niente. Non mi interessa di averti nella mia vita, sto bene così. Non ci potrà mai essere qualcosa fra noi, volevo solo passarmi il tempo. Non sei speciale, sei uguale."
Può dire tutto ciò che vuole ma l'ultima frase no. Decisamente e seriamente, no.

Ci ho messo anni per eliminare i ricordi di quel dannato ragazzo ed ora stanno tornando per colpa sua e mi colpiscono nel petto come schegge. Schegge di un vaso che porta il mio nome in cui è servito proprio questa goccia finale che porta il suo di nome per farlo traboccare. Un vaso che non ho deciso io di avere.
Mi avvicino a lui, gli giro leggermente il viso per avere l'assoluto contatto visivo e gli parlo con una calma che non pensavo mi appartenesse:

"Non c'è bisogno che me lo dica un ragazzo se sono o non sono speciale, perché so di esserlo. Come non c'è bisogno che qualcuno mi dica la stronzata che sono uguale alle altre, perché proprio non c'è paragone e lo sappiamo entrambi ma ti costa fatica ammetterlo. La tua reputazione da ragazzo solitario non può di certo essere infangata da una ragazzina come me. Chri-Chri ricorda che con le altre ci puoi giocare, ma con me no, non ho mai ceduto alle tue tentazioni e non sono mai cascata nei tuoi tranelli. Quindi pensa, sempre se riesci, a quello che hai detto e rimangiatelo per bene, perché non è la verità. Cattiva vita, Dean."

Non lo degno di altro perché non se lo merita e cammino a passo deciso verso l'entrata per ritornare in classe. Odio tutto di lui, odio lui, odio come voleva trattarmi, odio cosa ha detto.
Se si aspettava delle lacrime è andato dalla ragazza sbagliata. Nessuno se le merita, le ho già consumate per un altro ragazzo e non ho la minima intenzione di farlo ancora. Da me riceverà solo indifferenza mischiata all'odio con una punta di rimorso.

Vorrei, per calmarmi, salire sulla mia motocross e sfrecciare veloce per le vie della città ma non gli darò più il potere di influenzarmi. Finirò la giornata scolastica spensierata come sempre, facendogli capire che per me lui non è nessuno e sto anche meglio. Non credo al destino ma oggi proprio me lo diceva che non era il caso di venire a scuola e dovevo ascoltarlo.

Intanto penso ciò mi dirigo in bagno a sciacquarmi con acqua gelida, per provare a tranquillizzarmi, per fortuna sono sola. Odio quando devono farmi arrabbiare, sono abituata a portare divertimento, non nervosismo. Eppure con lui non posso farci niente, non lo sopporto, almeno ora Harry sarà felice. Mi crea una rabbia dentro e questo non mi fa bene, perciò sono contenta che ci siamo allontanati, è meglio così. Non che io riesca a stare male per un ragazzo, dopo Andreas... Ormai ho capito che il destino mi manda solo segnali del tipo:
Ciao bellissima Alexander, ti ho messo una disgrazia nel tuo lungo cammino, tu schivalo e vai avanti, mi raccomando. Però sappi che questa disgrazia ha due occhi che non ti permetteranno facilmente di superare questa sfida, ci riuscirai?
Spero di no.

Io dico di sì: addio Dean e bentornata Josh, era ora.

Night or Day?Where stories live. Discover now