10: Gita e conoscenze.

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~Non voltarti indietro, i ricordi tagliano peggio del vetro~
Pov's Alexander.
***

"Secondo me è morta..." sento dire da una voce femminile.
"Ma sei sicuro di non averle dato sonniferi ieri sera, Harry?" Un'altra voce simile.
"Sisi, tranquille. Ora ci penso io"
Perché ora non sento più nient-

"Oh cavolo, oh cavolo, oh cavolo. TSUNAMI" urlo alzando la testa dal cuscino e spostandomi i capelli all'indietro.
Sento tutti ridere vicino a me: mia madre, le gemelline, Harry con un secchio gocciolante in man-... Aspetta, che?
"Potete spiegarmi il perché sono fradicia?" urlo ancora.
"Bhe, tu non ti svegliavi, e quindi..." dice Harry alzando un po' il secchio.
Io lo picchio, giuro.

"Pronta per la gita?" Chiede mia madre. La che?
Oh no. No no no. Guardo Harry che annuisce. Oh si. Si si si. Salto giù dal letto e noto che sono le sei del mattino.
"Okay sono davvero felice che è arrivato il tanto atteso giorno della gita, ma perché diamine mi avete svegliato a quest'ora?" Scendo dal letto stropicciandomi gli occhi e stiracchiandomi un po'.
"Forse perché l'appuntamento è alle otto meno cinque, e da qui all'aeroporto ci vuole più di un quarto d'ora ad arrivare?" Giusto, arriverò in ritardo.

"No aspettate tutti, ma la valigia?" Chiedo con le mani in testa.
"Non l'hai ancora preparata?" Dice esasperato Harry e io nego.
"Allora: Alexander va ora a farsi una doccia VELOCE, Sole si mette alla porta del bagno, Luna nel corridoio che divide cameretta e bagno, Harry nella porta della cameretta, e mentre lei dice cosa serve a Sole, che lo trasferisce a Luna, che lo informa ad Harry, che infine passa a me, io preparo tutto" dice quella che non può essere mia madre.

"Ma se le scrivo in un foglio e tu leggi e sistemi mentre io mi lavo, no vero?" Dico più semplicemente.
"Si ma non c'è lavoro di squadra" risponde.
Mi batto la mano in testa "Mamma non c'è tempo." dico
Sbuffa e acconsente. Scrivo ciò che mi serve e mi infilo in doccia.

***

"Neslo zaino dosvete mettere: teslefono, caricabatterie, cuggie" dico in accappatoio e i capelli dentro una tovaglia mentre mi lavo i denti.
"Cannuccie?" Chiede Sole, "Scuffie!" urlo sputando il dentifricio, bene.
Lei annuisce e io continuo.
"Ascqua, snack, fassoletti, sappiette" parlare è impossibile così.
"Salvia?" Chiede Luna.
"Sabbiette!" Finisco di sciacquarmi
Dopo la valigia che poseremo, è meglio portarsi uno zainetto con il minimo indispensabile.
Assicurati di portare il cervello.
Quello c'è l'ho sempre.
Ah vero scusa, dovevo dire cuore.
Quello non c'è l'ho mai.
Appunto.

"Alex se non ci partiamo faremo in ritardo e copriti!" Urla mia madre.
"Sono pronta, andiamo" dico e saliamo in macchina, dove c'erano già i bagagli.
"Perché ci hai messo tutto questo tempo?" chiede Harry.
"Mi ero passata lo smalto nero sulle unghie e non mi potevo muovere" rispondo.
"Intelligente" dice.
Ancora mi chiedo come mia madre abbia accettato di farmi andare. Ah vero, Harry.

"Allora Alexander Josh..." inizia a dire mia madre, oh no, ora mi farà il solito discorsetto materno.
"Chiamami quando arrivi e fammi sapere com'è andato il viaggio, mandami foto e video dovunque vai e qualsiasi cosa fai, se i professori dicono qualsiasi cosa ascoltali e non disobbedire alle regole, sii puntuale e rispettosa, stai vicino ad Harry e non ti allontanare, non fare niente da sola e-"
"Starò via mezzo giorno per la partenza e mezzo per l'arrivo, poi mezza settimana. Mamma tranquilla, riuscirò a vivere una settimana senza te." la interrompo.
Lei spegne la macchina "Stai attenta, goditi la gita e... Divertiti" sorrido e scendiamo.

Harry prende tutte e due le valigie, io tutte e due gli zaini, poi lui saluta tutti e va a posare le cose.
Le gemelline mi saltano addosso e io le abbraccio "Compraci tante cose, sorellona".
Oh, vero, i soldi!
"Stai tranquilla, ti ho messo un portafogli con i soldi dentro lo zaino prima" Informa mia madre.
"Ti voglio bene" dice.
"Si anch'io, ma ora c'è troppa smiellaggine e devo andare" le saluto con un sorriso e corro, che tra poco Harry si stacca le braccia per quanto le sta scuotendo cercando di chiamarmi.

Saliamo nell'aereo e, dopo i soliti controlli, incontriamo subito Alex.
"Ei ragazzi, i posti sono a tre, ci sediamo insieme?" Chiede e noi annuiamo.
Lui sta per mettersi al lato del finestrino ma lo fermo.
"Mi sembrava scontato che qui mi sarei seduta io" dico, lo sposto e mi siedo, mettendo lo zaino sulle cosce.
Sta per sedersi ma Harry lo precede "Mi sembrava scontato che qui mi sarei seduto io" dice sedendosi e gli passo il suo zaino.
Alla fine anche Alex si siede "A me non sembrava così scontato che, dal posto del finestrino, mi sarei dovuto sedere vicino al corridoio." Sbuffa e noi sorridiamo innocenti.

I professori sono in prima fila e questo aereo è riservato soltanto a tutte le quinte del nostro istituto, anche se alcuni non sono venuti. Mentre stavo guardando chi ci fosse nelle file, noto passare il gruppetto di ieri, più un ragazzo che non conosco ma ha qualcosa di familiare, sicuramente l'avrò visto da qualche parte a scuola, che si siedono nei posti vicino ai nostri, si salutano con Alex e Harry mentre io sto ferma a guardare il ragazzo che ha una bandana ai capelli nera stupenda. Una voce metallica femminile ci avvisa di allacciare le cinture, Harry ci riesce subito ma io e Alex abbiamo qualche problemino...
"La mia è difettosa!" dice Alex, "La mia è rotta!" dico io.
"No ragazzi, siete voi cretini." esclama Harry mentre c'è le allaccia.
La voce metallica ci informa che stiamo per partire, io mi sistemo meglio sulla sedia e ricambio il sorriso che Harry mi sta regalando, "Partiamo!" Sento urlare da Alex, e tutti i componenti dell'aereo rispondo urlando "Siii!", tranne i professori che sorridono.
Quando ci alziamo in volo, nel cielo, noto che ci sono molte nuvole bianche che sembrano piccoli batuffoli di lana.
O di panna.
Indosso le cuffie e faccio partire una playlist casuale spagnola. Istintivamente mi viene da pensare a mio padre, che lui è qui che sta guidando una nuvola come una motocross verso di me, per starmi vicino. Lui mi è sempre stato vicino, anche quando è volato qui, in cielo. Ripenso a tutti i nostri momenti, la sua risata riecheggia nelle mie orecchie, la ricordo ancora, i nostri ricordi dominano la mia mente e il mio cuore custodisce il suo sorriso. Piano piano alcune piccole perle di tristezza scendono dai miei occhi e mi sbrigo ad asciugarle, stringo nelle mani la nostra collanina. Quanto vorrei stringere te invece, papà.

Continuo...

Night or Day?Where stories live. Discover now