42: Scoprimenti e posto.

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~Penso di pensare troppo~
***

"Hai visto che avevo ragione? Era come dicevo io!" Quasi urla Patrick dall'emozione.

"Fai più silenzio, ora vogliamo farci scoprire noi? E poi ancora non è detto al 100%, non ci sono prove eclatanti..." prima che Patrick possa interrompermi rimproverandomi, o fermo e continuo "Per questo ho un piano in cui tu mi dovrai aiutare."
"Tutto purché questa storia finisca, ma perché io e non tu?"
"Perché sei più socievole di me, come sai io non parlo spesso."
"Che devo fare?" sbuffa
"Devi andare lì dentro e..."

***

"Sono arrivati tutti" siamo seduti sulle nostre motocross.
"C'è un piccolo problema, che non è piccolo..." è sera.
"Ovvero..?" abbiamo appena acceso una sigaretta.
"Che gusto giusto chi doveva avere la maglietta bianca fra tutti, c'è l'ha nera." Dice guardando proprio lei.

Ovviamente...

"Vai la e bucale la maglietta vicino alla costola con la cenere della sigaretta, mentre io la distraggo. Stai attento a non toccarle la pelle, anche se la maglietta è larga e per fortuna di un materiale sottile. Così lei dovrà cambiarla e gliela darò io che per fortuna ho pensato di portarla in più."
"Tu mi fai paura"
"Vai che fra poco si inizia." Dico, annuisce e ci avviciniamo.

"Perché non hai la maglietta bianca, Sasha? Avevamo detto maschi nera e femmine bianca." Dico, ripetendo il piano.

Ho detto ciò con la scusa di sembrare una bella squadra unita, ble, che schifo.
"Perché non ne avevo a portata di mano e quindi ne ho chiesta una ad Harry, tanto i colori sono gli stessi." Risponde ed annuisco mentre Patrick mi guarda e si allontana leggermente.
"Ma è bucata?"
"Bucata? No, non lo è-... Oh si, è bucata. Com'è potuto succedere? Non era così prima, e ora che faccio?" Domanda toccando il punto.

"Se per te ed Harry va bene, vai lì dietro con le tue migliori amiche e ti cambi con una maglietta bianca che per fortuna ho portato in più" propongo e accettano, quindi vado a prenderla dal mio motore e gliela porgo.

Cerco di mettere a paragone l'altezza di Alexander con quella di Sasha ma non riesco a capirlo bene con i nostri caschi. Dopo pochi minuti, al ritorno, è cambiata e posa la maglietta nel motore di Harry. Ora parte il vero piano.

"Qualcuno ha sete? Ho comprato una bottiglietta d'acqua e la devo finire per buttarla, dentro non la posso tenere lo sapete" chiedo sperando che lei dica di sì... e...
"No." risponde. Ed è l'unica ad aver detto no.

Ovviamente...
Annuisco, anche se non so quanto si possa capire con questo enorme casco, e vado a prenderla dalla moto insieme a Patrick.
"E ora? Dovevamo spingerla con il bicchiere pieno d'acqua in mano per farglielo cadere addosso."
"Significa che glielo faremo cadere addosso lo stesso facendo finta di inciampare, con il bicchiere d'acqua pieno in mano."

"Continui a farmi paura" ci riavviciniamo con la nostra arma.

"Ecco a voi" dice Patrick mentre versa l'acqua ad alcuni in dei bicchieri che avevo portato, iniziano a bere e... SPLASH.
"Cavolo, che sfortuna! Non volevo, davvero!" dice lui mentre delle gocce d'acqua le schizzano addosso, la maglietta bianca fatta di tessuto sottile si impregna del liquido, rivelando...

La collana. Quella collana. Proprio quella collana. Ora non ho più dubbi. Sasha ed Alexander sono la stessa persona. Guardo subito Patrick che mi guarda anche lui capendo. Una cosa insolita e brutta è che mia cugina, nonché migliore amica della ragazzina, non mi abbia detto niente.
"No tranquillo, avete già fatto tanto per me oggi, può succedere. Tanto ora con il vento sopra la motocross si asciuga, intanto metto il giacchettino che avevo legato in vita." Risponde mentre cerca di strizzare la maglietta.

Dopo un po' iniziano le gare e noi, come quasi sempre, veniamo scelti insieme, ed anche per primi. Sembra quasi fatto apposta.

Ovviamente...
"Questo è un altro chiaro segno che siamo collegati" dice sistemando il casco.
"Altra sfida?" chiedo salendo sulla moto.
"Se vinco io, lasciamo tutti qua e ci andiamo a fare un giro noi due soli. Se vinci tu, decidi tu." Siamo pronti.
"Qualcosa di più semplice e veloce, ci facciamo una foto insieme" propone e approvo.

Al via partiamo e penso solo che devo vincere assolutamente. Accelero, sto attento, rallento, faccio la curva, accelero, passano i minuti e... VINTO. Mai stato più fiero di oggi per una vittoria, anche se contro una 'ragazzina'.

"Ops, qualcuno mi deve un'uscita ora."
E non solo quello...
"Vado ad informare gli altri e arrivo" dice mentre va, Patrick mi raggiunge ed io gli spiego tutto, salutandolo infine.
"Eccomi qua, ci sono" arriva, i suoi amici da dietro la guardano a distanza.

"Dove vuole andare, Sasha?"
"Dove vuole lei, Ash."

"Ci penso io a tutto allora, andiamo" dico e partiamo.

Dopo qualche minuto siamo arrivati nel punto in cui l'avevo lasciata qualche sera fa, anche se non mi sembra tanto vicino casa sua, spengo la moto ma lei no.

"Ha cambiato già idea?"
"No ma voglio che salga con me, solo se mi concede questo onore. Voglio avere la mia sfidante sopra la mia motocross" dopo qualche secondo la vedo annuire, o almeno credo.

Vedo l'orario sul telefono che segna le tre di notte passate, ci sono solo i rumori che emette una città grande, e solo le luci dei lampioni. Decido di scendere dal sellino e mettermi in piedi appoggiato ad essa, accendo una sigaretta nell'attesa. Non so quanto tempo sia passato ma la vedo arrivare 'sola' camminando velocemente verso me, finalmente partiamo. Non si tiene a me, sapevo che non l'avrebbe fatto. Adoro questa cosa, non ha paura, si fida. So già che mi pentirò, ma per ora lo voglio fare. Non so cosa ma qualcosa mi spinge a farlo.

Dopo un po' troppo per la mia sopportazione fisica e mentale, con lei dietro di me, vicino a me, sfiorando me... Arriviamo. Scendiamo e le porgo la mano, invitandola a seguirmi.

"Dove siamo? Non avevo mai visto questo posto."
"Non ho mai portato nessuno qua. Il mio migliore amico sa la posizione, ma c'è venuto solo quando non sa dove sono. Tu sei la prima persona che porto con me."
Mia madre mi portava qua almeno una volta alla settimana, era il nostro posto, lo amavo. Da quando se n'è andata ci sono tornato molto raramente.

"Sono sicura di non esserci mai stata ma non so perché credo di averlo visto già... Comunque, perché proprio me?"
Bene, e ora che le dico?
Che l'hai scoperta ormai e che, sempre ormai, sei innamorato di lei?
Non so che dirle ma so che non devo ascoltarti.
"Sinceramente, non lo so. Mi ispiri fiducia, sei simile a me." Cerco di spiegarle, ed annuisce. Ma prima di lei, dovrei ancora capirlo io.

Ci sediamo ad un'adeguata distanza e stiamo in silenzio, ma la curiosità mi sta mangiando dentro. So che sto per fare una cretinata... "Sasha, so che è una mossa un po'azzardata, ma... Potrei alzarti la visiera?" ...era da provare.

Lei istintivamente si allontana ed io mi pento immediatamente della mia sciocca proposta. Poi ci ripensa e, stupendomi non poco, si avvicina senza parlare. Si fida davvero così tanto di me quando io le sto solo mentendo.

Avvicino in modo cauto le mie mani al suo casco, la distanza è minima eppure fra me e lei sembra non finire mai. Continuiamo a stare in silenzio con il sottofondo del mare, illuminati solo dalla luna piena e dalle stelle. Seduti su delle rocce grigie al freddo, sto finalmente per far finire tutta questa storia durata mesi. Le mie dita coperte dai guanti riescono a toccare il casco e... TicTic.

Il rumore del mio orologio ci blocca, tra poco inizierà a spuntare l'alba. Lei si si stacca, io ritiro le mani.

Nessuna parola.

Night or Day?Where stories live. Discover now