58-Ti prometto

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Quella sera in cielo splendeva una luna piena, che riusciva a illuminare il minimo indispensabile assieme alla luce dei lampioni, proprio lì, nel parcheggio di sempre. Era passato tanto tempo dall'ultima volta che erano stati lì e nel momento in cui si posero la domanda, sia Emma che Niccolò non ebbero più alcun dubbio. Erano infatti seduti su una panchina, l'uno tra le braccia dell'altro ed entrambi felici come non mai allo stesso pensiero.
Poche ore, e sarebbero diventati marito e moglie.

Seppur con grande sconforto nel dover annunciare una cosa così privata a tutto il mondo per via della sua carriera, Niccolò si sentì quasi in dovere di dover avvisare i suoi follower di ciò che sarebbe successo di lì a poco. Inutile dire che appena diede la notizia, sui social si scatenò l'inferno, tra fan in delirio e missioni stalking in azione per scoprire ognuno un particolare di più sul matrimonio del loro idolo. Era comprensibile si, ma fino a un certo punto.

Avevano scelto accuratamente luogo ed invitati, rimanendo comunque il più riservati possibili nei dettagli. Poca gente ma buona, come si suol dire.
Entrambi erano d'accordo sul fatto di non voler celebrare il tutto in chiesa, preferivano di gran lunga un qualcosa di più formale senza riti religiosi di mezzo.
Desirè e Vanessa avevano scelto il vestito assieme ad Emma e rispettivamente anche Gabriele e Adriano aiutarono Niccolò. Mattia era in estasi all'idea del matrimonio, che lui vedeva come una grande festa per i suoi genitori, i più bravi del mondo.

Per quanto riguardava le tradizioni, non c'era stato poi molto da fare a dire il vero. Le ragazze erano state fiscali.
"Ve lo scordate proprio di dormire insieme voi due. È severamente vietato la sera prima del matrimonio" avevano detto. Allora presero alla lettera quelle parole, decidendo di passare l'intera serata insieme per poi dividersi solo e soltanto per andare a letto.

Lo aveva costretto per la millesima volta a cantarle qualcosa all'orecchio e mentre piano si cullava tra le sue braccia, stava ad ascoltare incantata la voce del suo futuro marito.

"Ci pensi mai alle stelle?" domandò Emma non appena Niccolò finì di cantare la quarta canzone consecutiva.

"Cioè, guardale. Da qui sono quasi invisibili e invece sono giganti" continuò a fantasticare la ragazza, mentre con il dito indicava in alto un punto non preciso del cielo.

"Io credo che la proposta ti abbia dato alla testa amore" lui le lasciò un bacio tra i capelli stringendola ancora di più a sé.

"Invece tu ci pensi mai a noi?" questa volta fu il moro a porle la domanda.

"Ci credi che dal niente che eravamo, siamo arrivati veramente a sto punto?" un sorriso spontaneo spuntò sulle labbra di entrambi anche se non potevano notarlo essendo girati nella stessa direzione.

"Beh direi che un grazie possiamo anche dirlo ai cari professori che ti hanno bocciato allora" disse sincera lei, facendolo scoppiare a ridere.

"Oh calmati che cazzo ti ridi così" gli tirò un piccolo schiaffo sulla guancia per riprenderlo dall'apnea in conseguenza della risata, che l'aveva contagiata al cento per cento.

"No pensavo" cercò di riprendersi Niccolò, facendo poi un lungo respiro profondo prima di cominciare a parlare.

"Che ci siamo dimenticati di dare l'invito alla Pezzoli" questa volta quella a scoppiare a scoppiare a ridere fu Emma, che non aveva minimamente preso in considerazione nemmeno l'idea.

"Oh mio Dio" si fece aria con entrambe le mani per riprendere fiato.

"Però ci starebbe, potremmo farle portare le fedi" scherzò.

"Così lo zoppo che impara a zoppicare glielo ficco dove dico io definitivamente, mentre divento tua moglie"

"Mia moglie" ripeté il moro con aria sognante.

"Che c'hai ripensato?" rise dopo il minuto passato in totale silenzio.

"Ma no, ti pare" scosse la testa rifugiandosi poi nel collo di lei.

"Solo che fa strano" disse soltanto, lasciando intendere un po' il concetto ad Emma, che aveva imparato a conoscerlo anche fin troppo bene. Ricordava precisamente ogni momento della loro storia, le era impossibile anche solo scordare uno dei milioni di baci che si erano scambiati durante quegli anni, figuriamoci un argomento tanto importante come quello della famiglia. Ciò che Nic aveva vissuto sulla sua pelle per via dei genitori lo aveva trafitto fin da bambino, facendo si che portasse avanti questa sorta di cicatrice incurabile sul cuore. Era sempre stato titubante sul matrimonio proprio per questo motivo, perché quello dei suoi era diventato un incubo che avevano dovuto subire poi lui e i suoi fratelli.
Non aveva mai accennato l'argomento in cinque anni di fidanzamento poiché sapeva bene quanto Emma invece ci tenesse, non tanto al rito in sé, ma alla cerimonia con le sue tradizioni. I giorni di attesa, il vestito da comprare, le fedi scambiate, il bouquet...
Per lei era un sogno, e Nic non voleva di certo ferirla.
Proprio per questo da un lato la loro separazione era servita a qualcosa, perché senza la certezza che lei sarebbe stata la donna che avrebbe amato per tutta la vita, nonostante ogni cosa, non poteva di certo sconfiggere quei mostri che non gli permettevano di compiere quel grande passo, comunemente chiamato matrimonio.

"Ehi" nel non sentire più alcun suono salvo dei respiri irregolari sul suo collo, Emma si alzò dalla posizione in cui era per girarsi faccia a faccia con Niccolò.

"Moriconi vedi di non nasconderti perché lo sai bene che rimani fregno pure con la merda in faccia" disse appena notò quanto stesse facendo di tutto per non farsi notare. Al moro scappò una risata, e in men che non si dica si ritrovò a non avere più scampo e a dover mostrare il suo viso bagnato di lacrime alla sua ragazza. Lei odiava veder piangere le persone che amava, come tutti del resto, ma Emma particolarmente non lo aveva mai sopportato. Per questo motivo si sentì in dovere di dover calmare il suo ragazzo, seppur la motivazione del suo dolore non la apparteneva.

"Ti prometto" iniziò a parlare guadagnandosi la totale attenzione dei suoi occhi nocciola.

"Ti prometto che arriverai in fin di vita con una miriade di bambini per casa e una vecchietta che ancora riesce a tenerti testa nonostante l'età" disse per sdrammatizzare, così che Niccolò potesse dare a vedere le due fossette sulla guancia.

"Canterai in giro per il mondo di tutto quello che hai passato e passerai. Canterai per tutti quegli Ultimi che alla fine assieme formano qualcosa di unico e inimitabile, che solo tu sei capace di formare.
Canterai di noi, quel noi che è la cosa più reale che mi è capitata fino ad ora e che da domani diventa concreto anche per il resto del mondo. Ti prometto che crescerai Mattia nel miglior modo possibile, che sarai in grado di non fargli mai mancare niente e di renderlo il bambino, ragazzo e uomo più felice e fortunato del mondo ma soprattutto, amore mio, ti prometto che mi avrai tra i piedi fino al tuo ultimo respiro"

Si era emozionata anche lei nell'esporre le sue promesse, che in realtà nonostante l'ipocrisia di una possibile frase fatta, nel suo piccolo erano veri e propri giuramenti che non avrebbe mai infranto. Non ci furono parole, non servivano parole. Cominciarono attraverso uno di quei baci che poche volte ci si scambia nella durata di una vita intera. Un bacio appassionato e lungo, tanto lungo che sembrava non voler finire mai.

"Però ne voglio solo due di bimbi" disse solamente in moro quando, a corto di fiato, si staccò rimanendo con la fronte su quella della sua ragazza.

"O forse tre" sorrise di nuovo, vagando con la mente.

"O quattro"

"Ok poi vedremo" lo fermò subito lei, tornando ad impossessarsi di quelle labbra che ormai erano diventate una dipendenza.

Restami Vicino||ultimoWhere stories live. Discover now