2-Non pensarci

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I nostri respiri ancora affannati rimbombano tra le pareti della nostra stanza, insieme al rumore dei battiti del cuore accellerati. Siamo sdraiati l'uno accanto all'altra da qualche minuto, con la testa rivolta verso il soffitto e il torace che ancora fa su e giù in preda a sospiri forse troppo pesanti.

"Mi mancherai" sento la sua voce tremante farsi spazio nel silenzio che si stava inevitabilmente creando.

"Ti mancherò io o ti mancherà questo?" faccio riferimento a ciò che è appena successo. Mi alzo sul materasso tenendomi con un braccio, giusto per guardarlo meglio.

"Entrambe le cose" spalanco gli occhi irrigidendo le gambe e le braccia.

"Scherzavo scema, ovvio che mi mencherai tu" mi avvolge un braccio attorno alla vita sorridendomi, allora io tiro un sospiro di sollievo.

"Nicco"

"Dimmi"

"Tornerai ogni tanto?" mi accoccolo al suo petto prendendo ad accarezzare ogni tatuaggio che mi capita sotto mano, come sono solita fare.

"Intendo, se hai un po' di giorni tra una data e l'altra puoi passare a trovarmi?" lo trovo un po' in difficoltà nel dare una risposta precisa alla mia domanda e la verità è che ho una paura tremenda di un possibile rifiuto da parte sua.

"Devo vedere come siamo organizzati, non dipende da me amore" cerca di spiegarmi lasciandomi qualche bacio tra i capelli di tanto in tanto.

"Però se riesco si" cerca di tirarmi su il morale cercando di guardarmi negli occhi. Ma adesso non ci riesco, non posso guardarlo e far finta di niente, non ora che tutte le paranoie del caso sono tornate a farmi visita rendendomi gli occhi lucidi.

"Guardami" dice.

"No"

"Guardami ho detto"

Nonostante le mie negazioni riesce a prendermi il viso fino a farmi voltare una volta definitiva verso di lui, notando lo strato lucido che sta per tramutarsi in lacrime.

"Smettila, ti prego" si riferisce al mio quasi pianto, tracciando il contorno dei miei occhi con i pollici. Mi rilasso a quel dolce contatto e rilascio uno sbuffo per cercare di dare ascolto ai suoi ordini. Ma così facendo, non faccio altro che peggiorare la situazione. 

"Non fare così" mi scuote nuovamente, mentre io mi stringo più forte al suo petto inalando il profumo della sua pelle, che tanto amo e che inevitabilmente mi mancherà da domani.

"Per favore" sussurra con la mano tra i miei capelli.

"Facile dirlo" cerco di prendere lucidità facendomi aria con le mani in modo tale da ricacciare le lacrime che stavano per scorrermi in viso, fin su da dove sono venute.

"Devi provarci"

"Me lo dici come stracazzo faccio senza di te?" le parole vengono da sé, nemmeno mi rendo conto di averle pronunciate.

"Emma io..."

"Lo so, scusa" affermo sconfitta lasciandomi andare nuovamente e scuotendo di poco il capo.

"Un tour negli stadi non è semplice da gestire già per me, non voglio mettere nei casini anche te, che sei la donna della mia vita, ok?" ogni volta che finiamo sull'argomento mi dice sempre la stessa identica cosa. Non vuole passarmi tutti i mille impegni che ha ogni giorno per via del lavoro, pensa che siano un peso troppo pesante e che io di sicuro non sopporterei. Eppure è da quando ha iniziato con la sua carriera che cerco di fargli capire che sono pronta a tutto pur di stare al suo fianco sempre, ma sembra non volerlo capire.

"Facciamo così" percepisce il mio totale silenzio e allora si mette seduto sul materasso costringendo così a far alzare anche me.

"Ogni sera prima di iniziare un concerto, ti scriverò un messaggio. Qualsiasi cosa, anche una parola insignificante, così farò in modo di sentirti tra tutta quella gente" cerca un compromesso ottenendo un mio sorriso forzato.

"Adesso non pensarci però"

"È l'ultima sera che passiamo insieme per i prossimi tre mesi, non voglio che la passi a piangere per colpa mia" si porta una mano a stringersi il ciuffo.

"Non è colpa tua" scuoto la testa sorridendo a malapena. Nota questo mio gesto seguendomi a ruota.

"Sei più bella quando ridi" afferma serio.

"Sono bella anche se non rido" mi vanto lasciando ricadere i capelli dietro le spalle.

"Rimarresti bella pure vestita di stracci e con i capelli scompigliati" aumenta gli elogi facendomi provare un briciolo di imbarazzo, forse perché non me lo aspettavo.

"Tipo Cenerentola" chiedo io vedendolo avvicinarsi sempre di più.

"Tu sei meglio di quella" afferma riuscendo a farmi sdraiare di nuovo sul letto, prendendo posto esattamente sopra il mio corpo. Solo ora mi rendo conto che siamo ancora entrambi privi di vestiti e che di questo passo finiremo per ricominciare punto  a capo.

"Prometti che mi penserai ogni tanto" domando quando lo sento strofinare il naso nell'incavo del mio collo.

"Sempre"

"Quando anche solo starò mangiando un piatto di pasta a tavola senza di te" comincia baciandomi la punta del naso.

"Quando sarò a letto e immaginerò di averti accanto" passa all'orecchio, mordendo il lobo dolcemente.

"O magari sopra" aggiunge beccandosi un mio schiaffetto sulla spalla destra.

"E tutte le volte che canterò la nostra canzone" afferma ed io ho un brivido. So perfettamente che parla di 'Vorrei soltanto amarti', ma sentirglielo dire direttamente da lui è ancora più bello.

"La nostra canzone" ripeto sognante scorgendo un sorriso anche da parte sua.

"Ho freddo Nì" me ne esco dal nulla, prendendolo palesemente alla sprovvista dato che penso non si aspettava un'affermazione del genere in questo momento.

"Mi stai provocando?"

"No sono seria, ho freddo davvero" alzo le mani come per togliermi ogni minima colpa, e proprio adesso noto il suo solito sorriso malizioso stampato volto.

"Un'idea cel'avrei"

Nemmeno ho il tempo di girarmi che già mi sta lasciando umidi baci proprio dove prima stava accarezzando con il naso. Porto una mano ad accarezzargli i capelli mentre con l'altra mi tiro su fino a ribaltare la situazione e mettermi a cavalcioni su di lui, che posa poi le sue labbra sulle mie.

"Se rimani scoperta così poi è normale che senti freddo bimbè" ribalta nuovamente la situazione sistemandosi sopra il mio corpo, per poi prendere i lembi del lenzuolo e portarli fin sopra la mia testa.
Rido in modo spontaneo nel momento in cui realizzo che ci troviamo sotto le coperte, proprio come due bambini che stanno giocando nel lettone dei genitori. La differenza qui adesso è solamente quella d'età, perché di tanto diverso, a parte le intenzioni del moro, non c'è poi tanto.

"Ridi ridi, che adesso vedi come mi supplichi"

"Vai convinto" rido di nuovo, consapevole che infondo è proprio così che accadrà, ma tutto pur di non dargliela vinta.

"Stronza che sei" arriva ad un palmo dal mio viso.

"Te la sei scelta tu questa stronza" sorrido beffarda indicandomi da sola.

"E non me ne pento per nulla" annulla la poca distanza che era rimasta tra le nostre labbra traspostandomi in un bacio lungo, uno di quelli che sembrano durare in eterno.

"Risposta esatta" riesco a biscicare tra un bacio e un altro, venendo poi travolta dal solito desiderio incontrollato di averlo mio.

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