11-Al punto di partenza

1.6K 76 43
                                    

Sento il letto cigolare e con questo anche il materasso muoversi. Apro leggermente gli occhi e mi accorgo che tra le mie braccia non c'è più Niccolò ma il suo cuscino che suppongo mi abbia messo a fianco lui stesso per non svegliarmi. Ci era riuscito un mese fa, ma questa volta non ci casco.

Senza badare delle mie condizioni né della mia goffaggine non essendo totalmente sveglia, mi alzo dal letto dirigendomi di fretta e furia nel salone. Nel momento in cui non vedo nessuno comincio a fare il tour di tutte le stanze della casa.

"Nicco sei qu..."

Non indossa la maglia, credo che se avessi aspettato qualche secondo lo avrei trovato totalmente nudo davanti ai miei occhi che non sembrano propensi a spostarsi da dove sono diretti. Solo adesso mi rendo conto di aver aperto la porta del bagno senza alcun consenso da parte sua.

"S-scusa io non... pensavo che tu... che te ne fossi andato già e..."

"Sta tranquilla" lo vedo abbozzare un sorriso mentre io rimango fissa con lo sguardo rivolto verso il pavimento, essendo riuscita, con non so quale forza della natura, a spostarlo dal suo corpo.
Fa un passo verso di me e ciò non aiuta la mia decenza mentale e fisica essendo a petto nudo. Certo, sarà la milionesima volta che lo vedo così, ma è la prima dopo un periodo così grande di assenza da parte sua.

"Posso baciarti?" sussurra quasi in tono impercettibile mentre io sto cercando di trattenermi dal saltargli addosso. Arriva ad un palmo da me, tanto che sento il calore della sua pelle sulla mia pur non avendo un vero e proprio contatto fisico. Alzo di poco il capo, trovando il suo viso a pochi centimetri dal mio, il suo respiro si fonde con il mio e a quella sensazione non resisto e compio il gesto che entrambi adesso desideriamo come nient'altro.

"Lo prendo per un si" sorride cingendomi poi i fianchi con le sue braccia. Io d'altro canto non gli do nemmeno il tempo di finire la frase perchè le mie labbra premono sulle sue con una necessità disarmante. Mi prende dai glutei posandomi sul mobile del bagno in modo tale da facilitare il lavoro ad entrambi. Mi lascia piazza pulita, permettendomi ogni singolo gesto che compio. Fino a quando non arrivo a sfilargli anche i pantaloni, unico indumento che aveva ancora addosso.

"Emma non credo che sia la cosa migliore da fare" cerca di farmi ragionare non riuscendo comunque a fermarmi fisicamente. Lo vuole anche lui tanto quanto me, sarebbe impossibile ammettere il contrario.

"Ho bisogno di sentirti Nì" la mia voce è ridotta in un sussurro, mentre i suoi occhi incastrati nei miei stanno lottando nel decidere sul da farsi. Sono io però che riprendo possesso delle sue labbra riuscendo a facilitargli la scelta. Allunga le braccia fino all'orlo dei miei pantaloni che abbassa per poi rivolgermi un'ultimo sguardo d'intesa. Avviene tutto in un attimo, per poi avvertire dopo settimane l'unica sensazione in grado di farmi sentire a casa. Socchiudo gli occhi e senza nemmeno volerlo sbatto la testa contro la mensola che sta dietro di me. Non ci faccio nemmeno caso in realtà, tanto che preferisco abbassare lo sguardo verso di lui, che ha il capo nascosto nell'incavo del mio collo, sul quale sospira pesantemente.

"Ti amo" riesco solo a dire nel momento in cui sento le gambe cominciare a tremare e con queste anche tutto il resto del corpo, arrivando poi al culmine nello stesso momento di Niccolò. Rimango a fissarlo per un tempo indeterminato e stessa cosa fa lui, con entrambi i nostri respiri accellerati e i battiti del cuore che, anche volendo, non riusciremmo nemmeno più a controllare. Mi avvicino fino a lasciargli un'ultimo bacio prima di scendere dal mobile e lasciargli finalmente indossare i benedetti jeans che alla fine non gli ho lasciato il tempo di mettere.
Tra noi regna il silenzio, quasi imbarazzante, cosa che non mi ricordo sia mai successa. Nemmeno agli inizi della nostra conoscenza, nei primi giorni passati come coppia vera e propria ho mai provato imbarazzo in sua presenza. Siamo sempre stati con un carattere così dannatamente simile in certi versi da aver sempre avuto la sfacciataggine di dirci ogni cosa in faccia, da quelle belle a quelle meno belle.
Sto per aprir bocca ma come se qualcuno mi avesse letto nella mente il campanello suona, lasciandomi con la bocca a prendere aria.

"Tempismo perfetto" sorride Nic riuscendo a farmi curvare le labbra.

Corro in camera per indossare qualcosa di pulito e così facendo è Niccolò a finire di prepararsi per primo, andando ad aprire. Subito vedo Gabriele abbracciare il moro mentre Desi rimane, come la sottoscritta, intenerita a quella scena. Nel momento in cui nota anche me nei pressi della camera da letto, sorpassa i due arrivando esattamente dove sono io.

"Ehi, come stai?" sorride, facendo palesemente riferimento a tutto quello che sta succedendo. Nicco, il bambino, e la sua reazione quando ha saputo tutto.

"Io sto meglio" ricambio il gesto tenendo lo sguardo altrove, per non incrociare il suo.

"Come l'ha presa?" arriva dritta al punto.

"Non troppo bene, ma nemmeno male ecco" cerco di spiegarmi. La verità è che non lo so bene come l'ha presa. Sono certa che la reazione di ieri era in parte data dall'incoscenza totale, dal non aspettarsi minimamente una notizia del genere, e che magari alcune delle cose che ha detto non le pensa davvero. Perciò non so se la questione del diventare padre lo rende un minimo felice o meno. Però in cuor mio sono sicura che amerà questo bimbo o bimba con tutto l'amore che è capace di donare, ed io come nessun'altro so che ne ha in abbondanza.

Ed eccoci qui, di nuovo al punto di partenza. Io che trattengo le lacrime, Desi al mio fianco e il mio ragazzo all'argine della porta, accompagnato da Cocco, pronto a tornare a Milano. Avevo quasi dimenticato che fosse tornato solo per sistemare le cose con me, la mia testa anche solo per un secondo ha pensato che potesse rimanere, senza dover necessariamente partire il giorno dopo. Invece, come tutte le volte che provo a scacciarla via, eccomi tornata nella realtà, quel mondo parallelo che riesce a farmi tornare con i piedi per terra anche se ho perennemente la testa tra le nuvole.

"Non sparire più, per favore" penso, e data la sua faccia capisco di averlo anche detto ad alta voce senza volerlo.

"E tu tieni a bada mio figlio" tiro un sospiro di sollievo, trattenendo l'immensa gioia che sto provando in questo momento.

"Se è come te sarà difficile" scherzo anche io vedendo finalmente un sorriso sincero sul suo volto. Sorriso che non riesce però a tenere per molto, quasi preso dalla fretta e dalla paura. Di cosa? Non lo so, ma non mi convince per niente.

Restami Vicino||ultimoWhere stories live. Discover now