10-Lo stesso amore

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...

"Sono incinta Niccolò"

Le mani che tremano, le gambe che non reggono più come dovrebbero e gli occhi spalancati dalla notizia totalmente inaspettata. Sbatte le palpebre due, tre, quattro volte, ma a quanto pare non è soddisfatto. Questa è realtà.

"C-cosa?" a stento riesco a sentire la sua voce che si è ridotta a un filo quasi impercettibile. Io non sono messa poi tanto meglio dato che continuo ad aprire bocca senza riuscire a dire niente.

"I-o non..." balbetta senza trovare le parole da dire in un momento simile.

"È uno scherzo" cerca di ridere in modo sarcastico ma la mia espressione totalmente seria smentisce ogni sua ironicità nella voce. Non sto ridendo, e se ne accorge solo quando fissa i suoi occhi nei miei.

"Davvero pensi che mi metterei a scherzare su una cosa simile?" io sono tranquilla, ho già sfogato le mie paure e le mie debolezze con Desi poco fa, per fortuna aggiungerei, perché se fossi scoppiata in lacrime anche nel parlare del bambino, davanti a lui, sarebbe stata la fine.

"Oh cristo" si porta una mano tra i capelli, scompigliandoli ancor più di quanto già non lo sono normalmente. Posso sentire la sua disperazione anche nel silenzio che sta regnando tra noi e questa cosa un po' mi fa male. Sarà che sono sempre stata abituata a vivere questo discorso in una maniera diversa, perché è sempre stato lui quello a tirare in ballo l'argomento, perciò non mi capacito di una rezione tanto drammatica da parte sua.

"Niccolò lo so che magari non era proprio il momento più adatto ma..."

"Ma un cazzo Emma! Sono in tour, mi spieghi come faccio a starti accanto se sono in giro per l'Italia? Come cazzo faccio ad uscire da quella porta consapevole che non lascio qui solo te ma anche un bambino. Dio santo un bambino!" mi zittisce non permettendomi di esprimere il mio pensiero. Ammetto di esserci rimasta di sasso, ma cerco di trattenermi.

"Sono solo tre mesi e poi tornerai, io ce la faccio"

"Tu? Ma fammi il piacere, ti alzi stanca a mezzogiorno e vai a dormire la sera inoltrata, tutto perché non hai dei cazzo di orari. Veramente credi di essere in grado di prenderti cura di un neonato, Emma?" il suo tono di voce amplificato quasi mi spaventa. Mi sono letteralmente immobilizzata sulla sedia mentre i miei occhi sono fissi sulla sua immagine cercando in tutti i modi di rattenersi dallo scoppiare in lacrime.

"Beh veramente sì Niccolò" riesco a tirare fuori la parte forte di me, che solitamente è maggiore a quella fragile ma che, dati gli sbalzi d'umore in questo periodo, sembra essere diminuita grandemente.

"E qui tra i due quello che credo sia meno responsabile sei tu" aggiungo ricavando una sua mezza risata nervosa.

"Stai scherzando spero?!" mi guarda negli occhi e allora mi alzo in piedi.

"Ma ti senti quando parli o cosa?! Cristo mi hai lasciata nella merda dall'attimo esatto in cui sei uscito da quella porta, promettendomi tutto e non realizzando niente. Ti scrivo prima di ogni concerto, si in quale vita però? Dovevo specificare che intendevo i concerti di quest'anno e non quelli del 2069? E tu nonostante questo sei pure capace di dirmi che quella che non è all'altezza sono io? Eri meno agitato quando la possibilità di diventare padre c'era quando avevi diciannove anni, ti rendi conto? Mi sembri l'unico che non è in grado di reggere questa situazione adesso" dico tutto questo in pochi secondi, senza tener conto delle mie pessime condizioni e che, nel mio voler fare la dura, sono finita per piangere, come non volevo succedesse. A questo punto penso proprio che la coerenza ed io siamo due linee parallele, non si incroceranno mai.

"Avevo una cosa da fare in ogni santissimo minuto della giornata, non potevo rimanere in chiamata con te pure quando pisciavo Emma" finalmente lo sento più calmo, tanto che il tono è tornato alla normalità. Io però, adesso che ho accantonato la sfacciataggine, mi sono smascherata da ogni filto che portavo, rimanendo sola con i miei ormoni sbalzati e le lacrime sul viso.

"Sto arrivando alla conclusione che nemmeno mi hai pensata in questi giorni sai?" scuoto la testa sconfitta non sentendo risposta.

"Se non ti avessi mandato qualche messaggio ogni tanto, ti saresti mai ricordato che a casa hai una ragazza che aspetta solo che tu ti faccia vivo anche solo con un cuore su Whatsapp?" domando senza voler realmente conoscere una conferma da parte sua, non credo servirebbe più di tanto.

"Ma che stai dicendo"

"Da quanto tempo è che non mi dici ti amo, Niccolò?" le parole escono da sole dalla mia bocca mentre cerco in tutti i modi di reggere il suo sguardo incerto nel mio sconfitto.

"Non ce n'è mai stato bisogno, non abbiamo mai sparlato alla cazzo Emma" guarda altrove mentre io per poco non crollo a terra.

"Quindi non mi ami" affermo.

"Si che ti amo"

"Non è vero, sei un cazzo di bugiardo" raggiungo la porta della cucina, esco e corro velocemente verso la camera non dando peso a nient'altro in questo momento. Ho solo voglia di piangere, sfogarmi, e tirare fuori tutto ciò che mi sta martellando dentro. Sto per chiudermi nuovamente in camera ma non ci riesco per colpa di una presenza che fa pressione dall'altro lato. Dopo qualche spinta da parte mia mi arrendo, lasciando che il moro entri in stanza. Io però adesso a guardarlo non ci riesco proprio, so di essere inguardabile ed improvvisamente questa cosa mi è diventata un peso anche in sua presenza. Anche con lui, unica persona al mondo con la quale non avevo bisogno di indossare maschere, con cui potevo essere me stessa al cento per cento, perché andavo bene così. Adesso ho paura anche del suo giudizio.

"Ti giri cazzo?"

"Vattene via Niccolò"

"Non me ne vado finchè non sistemiamo questa situazione"

"Non ho proprio un cazzo da sistemare io. Questo bambino crescerà con tutto quello di cui un bambino ha bisogno per crescere, con te o senza di te" solo dio sa con quale coraggio sto pronunciando queste parole. Forse mi aiuta il fatto che sono girata di spalle e non devo guardarlo negli occhi, ma a prescindere mi sento un mostro solamente a pensare che lui non voglia tenerlo.

"Non intendevo quello" trattengo un sospiro di sollievo che sfoggerei se solo non fossimo in questa situazione.

"E che cazzo intendevi allora?"

Sento la sua mano afferrarmi per il polso destro fino a farmi girare nella sua direzione, senza neanche accorgermene mi ritrovo le sue labbra sulle mie che per abitudine acconsentono il gesto. Credo che nemmeno a volerlo riuscirei mai a rifiutare un suo bacio, mi è impossibile anche solo al pensiero.

"Ti amo Emma, non sfiorare nemmeno con il pensiero il contrario, mai" sento che di questo passo non reggerò ancora molto

"Ma un bambino adesso non era nei miei programmi"

"Ti sei mai chiesto quali erano i miei di programmi però? Sembra quasi che quello che penso io non conti più per nessun..."

Di nuovo lo stesso gesto, gli stessi brividi, lo stesso amore, anche se qui quelli che non sono più gli stessi siamo noi.

SPAZIO AUTRICE
Secondo aggiornamento oggi:)

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