7-È fantasticissimo

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Sarà qualche ora ormai che non mi muovo da qui, sono seduta sul divano senza neanche il coraggio di alzarmi a bere una semplice tazza di the, che in questo momento mi farebbe bene come nient'altro. Il telefono sta a qualche metro da me, sul tavolino, senza alcun messaggio né chiamata dall'attimo esatto in cui ho messo piede dentro casa. Ancora forse non ho realizzato il tutto, sono talmente tanto stanca da non sapere nemmeno da che parte prendere questa situazione.

Mentre penso questo la suoneria del cellulare suona tra le pareti del soggiorno, ed io rimango ferma un attimo, indecisa se farmi coraggio e almeno guardare di chi si tratta o lasciar perdere. Non faccio in tempo nemmeno a pormi la domanda che la chiamata è già persa, così facendo mi sono risparmiata uno sforzo mentale in più. Sto per rigirarmi sotto le coperte per ricominciare a tentare di dormire ma sento un'altra volta la suoneria. Allungo il braccio e prendo il telefono tra le mani sperando con una piccola parte del mio cuore che si tratti di lui.

"Desi" socchiudo gli occhi allontanando da me ogni ipotesi ormai smentita.

"Emma" mi richiama anche lei lasciando la conversazione in sospeso.

"Volevo chiederti scusa per ieri, ti ho trattata un po' troppo bruscamente e non dovevo. So che in questo periodo non stai al settimo cielo e ho solo contribuito al tuo malessere. Scusami veramente"

Porto una mano davanti alla bocca sentendo le lacrime minacciami di uscire fuori. Gli occhi mi si fanno lucidi e con questi anche la mia vista si offusca, alla presenza di un leggero strato umido davanti all'iride. Trattengo un singhiozzo cercando di calmarmi ma senza alcun risultato, lei probabilmente percepisce questa cosa dato che la sento preoccuparsi dall'altro lato del telefono.

"Emma ci sei?" chiede, ma io ancora non riesco a mantenere un respiro regolare, per anche solo tentare di risponderle in modo serio.

"Sei a casa?" chiudo gli occhi stringendoli forti, rilasciando un lungo sospiro.

"Arrivo" chiude lei stessa la chiamata lasciandomi in sospeso. So perfettamente che nel giro di qualche minuto me la troverò in casa, con mille domande da farmi, dalle quali non potrò scappare. Decido allora di alzarmi, fino ad arrivare al bagno. Mi sciacquo la faccia sotto l'acqua fredda sfregando in particolar modo nei pressi degli occhi che sono ancora leggermente rossi.
D'altronde sarebbe strano il contrario.

Il campanello suona proprio quando esco dalla porta, avvicinandomi a quella d'entrata. Prendo un lungo respiro e decido di aprire, trovandomi davanti la faccia della mia amica impietrita davanti alla mia immagine. Sta per dire qualcosa ma la precedo io facendo giusto un passo avanti, avvolgendole le mie braccia attorno al corpo per poterla abbracciare.
Mi sento improvvisamente piccola tra le sue braccia, come se avessi preso una di quelle pozioni che stanno nel film Disney "Alice nel paese delle meraviglie", quando l protagonista per entrare dalla porta piccolina dovette rimpicciolirsi. Ecco, se ci trovassimo in una storia sarei certa di aver accidentalmente ingerito uno di quei biscotti stregati, ma purtroppo o per fortuna questa è realtà, ed è soltanto una mia sensazione fin troppo realistica.

"Ma che è successo?" chiude la porta avvicinandosi al divano dove non molto tempo prima stavo letteralmente facendo le radici. Io cerco di calmarmi respirando a fondo ma non riesco poi tanto a placare il battito velocizzato.

"Non so da cosa cominciare" mi rendo conto quando sto per parlare.

"Basta che me lo dici" si mette comoda, però io non so ancora bene come iniziare un possibile discorso.

"Quando mi hai accompagnata in farmacia, sono entrata a comprare un test di gravidanza" comincio vedendola sbiancare sul posto. Assume un'espressione indecifrabile però io devo continuare per la mia strada altrimenti mi blocco e non riesco più a parlare.

"La nonna mi ha aperto gli occhi, ed io ho pensato di togliermi subito il dubbio" mi giro nella direzione del mobile che sta a fianco al bracciolo del divano, dove se non erro ho poggiato il test. Lo rigiro tra le mani abbozzando un sorriso nel rivedere quelle due linee che fino a qualche anno fa temevo apparissero con tutta l'anima.

"Non dirmi che..."

"Si Dè" glielo passo direttamente vedendola portare una mano davanti alla bocca. Mi rivolge un breve sguardo e, notando il sorriso che ho stampato sul volto, ripete lo stesso mio gesto.

"Oh mio dio Emma, non ci posso credere" si avvicina per abbracciarmi nuovamente mentre io ricambio con le poche forse che mi rimangono in corpo.

"E Niccolò?" si stacca il giusto per potermi guardare meglio.

"Non voglio che lo sappia tramite messaggio o chiamata. Sarebbe più semplice per me ma non mi sembra per niente giusto" gesticolo un po' asciugandomi una lacrima che è involontariamente scesa.

"Ma come credi che la prenderà?" colpisce proprio il punto debole, quello in cui preferivo non cadere per evitare un mio crollo totale.

"L'anno scorso avrebbe fatto i salti di gioia" una risata amara lascia le mie labbra ricordando un momento preciso di un'estate fa.

*flashback*

"La vuoi finire?" rido cercando di scansare il ciuffo ribelle che mi sta pizzicando la pancia.

"Mi fai il solletico" gli prendo il viso tra le mani in modo tale da spostare la sua testa dal mio ventre e mettermi seduta decentemente. Però l'unica cosa che riesco ad ottenere è un braccio in sostituzione del capo, che attualmente ha posato sul mio seno per mettersi più comodo, sempre con me tra le braccia.

"Che nome gli daresti tu?" chiede posando poi una mano sul mio ventre, riuscendo a farmi provare i soliti brividi lungo la schiena.

"Ad un possibile futuro baby Moriconi dico" specifica alzando il capo per potermi vedere in viso.

"Mi piace Iris, da morire. Poi anche Giorgia e Beatrice tantissimo..."

"Mh si, però sarà maschio" sorride beffardo stingendomi più a sé.

"Chi ti dice che sarebbe maschio?" lo sfido assottigliando lo sguardo.

"Il mio sesto senso" picchietta un paio di volte sulle tempie dandosi delle arie.

"Mi piace Gabriele, ma poi sarebbe come Cocco quindi meglio di no" ridiamo entrambi a quella affermazione, ed io gli porto una mano tra i capelli accarezzandoli come mio solito.

"Poi vediamo, è bello Edoardo, Alessandro" pronuncio i nomi che più mi piacciono per poi porgere al moro la stessa domanda.

"Tu invece, che nome gli daresti?" faccio in modo che i nostri occhi si incrocino così da potermici perdere dentro.

"Mattia, è bellissimo" risponde senza alcun dubbio.

"Poi Mattia Moriconi, senti che spettacolo?!" pronuncia nome e cognome in modo teatrale, mimando anche con le mani una possibile presentazione ad un pubblico inesistente.

"Si, è carino"

"È fantasticissimo" mi corregge facendomi ridere sotto i baffi

"Non credo esista il termine fantasticissimo" gli faccio notare.

"E allora? Lo invento io adesso" assume un'espressione seria, anche se a me continua a fare morire dal ridere.

"E con quale titolo?"

"Quello da ragazzo migliore del mondo, con la ragazza più bella del mondo" si avvicina fino a far scorrere le sue dita sulla pancia, riuscendo a farmi il solletico.

"Scemo" gli tiro un leggero schiaffo sulla spalla per poi sentire le sue labbra sulle mie.

*fine flashback*

"Adesso ho paura che la notizia non gli faccia così tanto piacere" sospiro lasciandomi andare contro lo schienale del divano, stendendo la schiena su questo.

"Scrivigli, digli che dovete parlare e vedrai che un giorno per tornare a casa, anche solo una o due orette le trova" mi posa una mano sulla spalla cercando così di darmi forza. Allora mi faccio coraggio e prendo nuovamente in mano il dispositivo, inviando poi il messagio.

a Moriconi♡:"Ho bisogno di parlarti Niccolò. Però faccia a faccia, appena puoi. Io sono sempre a casa, non mi muovo da qui"

Restami Vicino||ultimoOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz