39. Ricordi che fanno male

778 45 32
                                    

Martedì 29 gennaio 2019
16:10

Alcune mattine mi capita di svegliarmi con una dolorosa fitta al petto che, solo in casi rari, riesco a scrollarmi di dosso.

È come se un pesante blocco di cemento mi schiacciasse lo sterno, usurpandomi il respiro fino ad asfissiarmi.

Conosco senza dubbio questa sensazione, la mia perenne ansia, ma ogni tanto, riconosco che scaturisca da un brutto presentimento.

Oggi è proprio uno di quei casi.

Sono stata parecchio afferrata nell'evitare di mostrarlo a Fiamma, stamattina a scuola, ma è da tutto il giorno che percepisco questo strano e gravoso sentore che qualcosa di veramente orrendo stia per succedere.

Sarà perché, da qualche anno a questa parte, sono abbastanza convinta che ai momenti di luce, seguano necessariamente quelli di buio e viceversa.

Difatti, da quando ho incontrato Fiamma, la mia esistenza è stata un'alternarsi di salite ardue e discese agevoli e mi sento davvero fortunata per aver infine ottenuto l'oggetto del mio più agognante desiderio.

Malgrado un'infinità di avversità che continuano a mettere a dura prova la nostra relazione, io e lei siamo innegabilmente innamorate e felici. Ma conosco bene la caducità di quell'emozione e non riesco a stare tranquilla, assumendo un costante atteggiamento all'erta, aspettandomi che il peggio accada da un minuto all'altro.

Sono in camera mia, seduta alla scrivania ormai da un'ora buona, con l'intenzione di studiare francese. Ma sono talmente distratta dagli spiacevoli pensieri che affollano la mia mente, che non riesco ad assimilare nemmeno una parola di ciò che ho -quantomeno- tentato di leggere.

Credo sia insensato continuare a stare sui libri, quando si ha la testa da tutt'altra parte.

Dunque, decido di cedere alla volontà di sospendere, almeno per oggi.

In questo istante, l'unica cosa che riuscirebbe a scacciare il mio incalzante tormento, infondendomi un po' di sollievo, è la voce di Fiamma.

Ho bisogno di sentirla, di ascoltare le parole rassicuranti e dolci che è sempre pronta a rivolgermi.

Prendo il cellulare, accanto a me sulla scrivania e compongo il suo numero.

Con tutta la sfortuna che ho, squilla a vuoto e per un attimo il cuore mi sprofonda nel petto, come fosse un'àncora gettata sul fondale oceanico.

Il secondo successivo però, cerco di rassicurarmi, dicendomi che forse si è soltanto addormentata oppure non ha il telefono con sé.

Perfettamente plausibile. Niente panico, Arianna.

Una mezz'ora più tardi, riprovo a chiamarla. Ancora niente.

Ruoto gli occhi al cielo e sbuffo. La frustrazione imperversa sotto pelle.

Possibile che proprio adesso che ho bisogno di lei, scompare nel nulla?

Poco dopo le invio una serie di messaggi, ma continua a non dare segni di vita, mentre una crescente preoccupazione si fa strada nel mio corpo, sino all'altezza del torace.

Non giocare con il fuoco Where stories live. Discover now